Il periodo storico compreso tra la fine degli anni ’60 e gli inizi degli ‘80 del secolo scorso fu caratterizzato da profondi cambiamenti, accompagnati da una radicalizzazione della discussione e del dialogo politico che produsse violenze di piazza che man mano sfociarono in atti di terrorismo manifestatisi nella lotta armata e nello stragismo, con vittime e feriti. Per tale motivo, oggi, questo periodo viene ricordato col nome di “Anni di piombo” che ne descrive però solo l’aspetto violento e negativo, trascurando ciò che di buono, invece, venne prodotto in quegli anni così travagliati. Il titolo di un film di Margarethe Von Trotta, quindi, per descrivere uno dei periodi più bui della Repubblica in cui il terrorismo di duplice opposta matrice imperversò condizionando, o cercando di farlo, la vita politica del nostro Paese.

Ci siamo posti due domande: perché il terrorismo in Italia crebbe molto di più e durò più a lungo rispetto agli altri Paesi d’Europa? E poi furono tutti così negativi quegli anni e non ci fu nulla di buono nel nostro Paese? Ecco, partendo da questi due quesiti abbiamo sviluppato la nostra ricerca, senza preconcetti ideologici ma ricercando, come al solito, nelle serie storiche, le statistiche anche di comparazione internazionale e i numeri le risposte quanto più oggettive.

La Ricerca nella sua completezza è stata pubblicata nel mese di settembre 2024 sul sito “Transform!Italia”, preceduta dalla prefazione di Stefania Limiti. L’Analisi ha richiesto un lungo lavoro di ricostruzione temporale specie sul piano economico e sociale, che ha evidenziato tutta l’arretratezza e il ritardo dal contesto europeo del nostro Paese. Il grande sforzo per recuperare in breve tempo il divario esistente e la rapidità dei cambiamenti in un mondo che anch’esso mutava determinò delle profonde fratture nel tessuto sociale non metabolizzate adeguatamente anche sul piano culturale. Si venne così a creare un substrato favorevole a dare risposte al di fuori dell’ambito del confronto democratico e spostato sul piano della lotta armata e della violenza. In questo coacervo di spinte che aprì una stagione di grandi cambiamenti e di crescita civile, sociale, politica e culturale si contrapposero spinte conservatrici e restauratrici sfociate poi, nelle frange più estreme, nello stragismo e nel tentare di creare uno Stato forte e sempre meno democratico inserito in un panorama internazionale cristallizzato nella suddivisione dei due blocchi contrapposti, capeggiati dagli Stati Uniti d’America e dall’Unione Sovietica.

Il presente lavoro verrà sviluppato in tre parti, che saranno pubblicate a seguire dopo questa presentazione: la prima riguarderà gli aspetti economici che hanno caratterizzato il Paese nel loro evolversi, partendo dai dati statistici in alcuni casi dalla Unificazione d’Italia, se disponibili e/o necessari; la seconda affronterà gli aspetti sociali che hanno segnato il Paese in senso positivo e negativo; la terza approfondirà infine gli aspetti più legati al terrorismo, scevra da interpretazioni politiche, facendo parlare i soli dati, per fornire un quadro quanto più oggettivo consentendo in tal modo un’interpretazione di quegli anni da tutte le angolazioni possibili. L’analisi statistica non si limiterà ai soli dati italiani, ma verrà estesa, dove possibile, anche all’ambito dei Paesi Occidentali per meglio contestualizzare la situazione interna per coglierne differenze e peculiarità.

Anni di Piombo, la società che cambia tra terrorismo e spinte sociali – Aspetti economici /1

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