Giustizia & Impunità

Fu arrestato e incaprettato dalla polizia di Miami, sentito dai pm di Roma Matteo Falcinelli: “Sono ancora in cura”

La procura di Roma sta valutando la sussistenza del reato di tortura, ma al momento sono contestate le lesioni

“Una situazione traumatica che mi ha cambiato la vita, il Matteo che è stato per 25 anni non c’è più, ne sono uscito completamente vuoto, rivedo quelle immagini tutti i giorni”. Sono le parole di Matteo Falcinelli, il giovano che venne legato e malmenato dalla polizia di Miami a febbraio scorso dopo un arresto. Il […]

Hai già letto 5 articoli
questo mese.

PER CONTINUARE A LEGGERE

1 € PER IL PRIMO MESE

“Una situazione traumatica che mi ha cambiato la vita, il Matteo che è stato per 25 anni non c’è più, ne sono uscito completamente vuoto, rivedo quelle immagini tutti i giorni”. Sono le parole di Matteo Falcinelli, il giovano che venne legato e malmenato dalla polizia di Miami a febbraio scorso dopo un arresto. Il ragazzo è stato sentito oggi dai pm della Procura di Roma che sull’episodio hanno aperto un fascicolo per lesioni contro ignoti. Lo scorso settembre le accuse contro di lui erano cadute. Falcinelli, originario di Spoleto, era stato arrestato all’esterno di uno strip club di Miami Beach dopo un diverbio con le forze dell’ordine (contro cui però non aveva mai usato violenza). Aveva accettato la messa alla prova che aveva estinto il reato senza bisogno di un processo. Il suo trattamento aveva portato all’intervento della Farnesina con le autorità statunitensi e a una denuncia contro la polizia di North Miami Beach.

“Io voglio risposte e giustizia per far sì che quello che è successo a me non succeda a qualcun altro – ha aggiunto il giovane accompagnato a piazzale Clodio dalla madre e dall’avvocato Alessandro Maresca -. Continuo a essere in cura psichiatrica e psicologica, sto prendendo psicofarmaci, è dura andare avanti”. Falcinelli è, poi, tornato su quanto avvenuto quella notte in Florida. “Il momento dell’incaprettamento è stato il più duro e ho pensato di morire: il dolore la mancanza di respiro era troppo da sopportare e in quegli istanti ho pensato anche a farla finita”. Dal canto suo il legale afferma che “oggi è il primo passo. Nel fascicolo al momento sono contestate le lesioni ma la procura sta valutando la sussistenza del reato di tortura – ha affermato -. I magistrati chiederanno la collaborazione a organi locali per atti di indagine e accertamenti e poi bisognerà vedere se eventualmente procederà il prosecutor americano”.