“Si proteggeva il viso con le mani. Dopo che era riuscito a cacciarla fuori dalla stanza, lei ha ripreso a urlare picchiando sulla porta”. È questo il racconto di Efrem Morelli, capitano della nazionale paralimpica italiana, che lo scorso aprile era in Portogallo insieme a Manuel Bortuzzo per gli Europei di nuoto. E le sue dichiarazioni sono inevitabilmente finite negli atti dell’inchiesta per stalking a carico di Lucrezia Hailé Selassiè, meglio conosciuta con l’abbreviativo Lulù. L’influencer e l’atleta, medaglia di bronzo alle Paralimpiadi di Parigi 2024, si erano conosciuti al Grande Fratello, nel 2021, e all’interno della casa avevano intrapreso una relazione amorosa poi terminata nei mesi successivi alla fine del reality. La donna, però, non avrebbe accettato questa separazione e avrebbe quindi iniziato a tormentare l’ex fidanzato con appostamenti e messaggi che avrebbero procurato a Bortuzzo “uno stato d’ansia e di paura e un fondato timore per la sua incolumità, costringendolo a modificare le proprie abitudini di vita, al punto di bloccarla e di non sentirsi libero di spostarsi serenamente e di cominciare una nuova relazione”.
Gli appostamenti, secondo la ricostruzione degli inquirenti, sarebbero poi diventati sistematici e l’ex gieffina avrebbe anche seguito Manuel durante le gare di nuoto internazionali. Come nel caso degli Europei che si sono disputati in Portogallo ad aprile 2024, quando Selassiè avrebbe prenotato una camera nello stesso albergo in cui soggiornava Bortuzzo e il Team Italia. Lì, poi, Lulù si sarebbe recata nella stanza del suo ex fidanzato e lo avrebbe aggredito “colpendolo con due schiaffi in viso”. In quel momento, Manuel avrebbe deciso di denunciare le presunte violenze subite per mano della sua ex fidanzata nei due anni precedenti. Tesi che adesso sarebbe stata confermata dalle dichiarazioni di Efrem Morelli, capitano della nazionale paralimpica di nuoto e compagno di stanza di Bortuzzo durante la spedizione europea in Portogallo, che ha quindi testimoniato: “Nel pomeriggio, mentre stavamo riposando, ho sentito bussare con insistenza alla porta e ho visto che era la Selassiè: sosteneva di avere avuto un permesso dal presidente per vedere Manuel”, ha affermato il capitano azzurro.
L’atleta si è rifiutato di farla entrare, ma “la Selassiè ha continuato a insistere nel bussare alla porta. Sono stato io a consigliare a Bortuzzo di farla entrare per chiarire la situazione anche per far sì che non disturbasse gli altri atleti. Bortuzzo ha aperto la porta per dirle che non aveva intenzione di parlare con lei e che non avevano più nulla da dirsi. Lei invece è entrata in stanza e si è posizionata all’interno del bagno. Bortuzzo ha cercato di farla uscire dalla camera. Poi li ho sentiti discutere ad alta voce e infine ho sentito il rumore degli schiaffi. Mi sono avvicinato e ho visto Manuel che si stava proteggendo il viso con le braccia ed aveva la guancia arrossata. Poi lui è riuscito a spingerla fuori dalla porta. Ma la Salassiè ha ripreso a bussare e a urlare: non sapevamo cosa fare. A quel punto Manuel ha riaperto la porta per dirle di smettere. Con lei c’era anche la sorella. Entrambe hanno cercato di entrare, ma Manuel è riuscito a bloccarle”, ha spiegato ancora Morelli.
Il Giudice per le Indagini Preliminari, Francesca Ciranna, ha quindi accolto la richiesta di misura cautelare firmata dal pm Claudia Alberti ed ha quindi disposto all’influencer il divieto di avvicinamento e di ogni forma di comunicazione con Bortuzzo, oltre all’obbligo di indossare un braccialetto elettronico: “Selassiè ha posto in essere una continua serie di condotte di appostamenti, scenate e talora minacce che hanno turbato e stanno turbando la tranquillità e serenità di Bortuzza – scrive il gip -. È dunque opportuno tutelare la persona offesa al fine di evitare che l’indagata possa proseguire la propria condotta ed anzi possa realizzare azioni di maggiore lesività”. Il gip Ciranna poi ha aggiunto: “Aveva cominciato a presentarsi in tutti i luoghi (in cui si trovava Bortuzzo, ndr) con insistenza, molestandolo e minacciandolo di morte”.
Non è dello stesso avviso invece Lulù che, per tramite del suo avvocato, Edoardo Albertario, ha precisato che la sua assistita non ha mai ammesso alcuna responsabilità: “La mia assistita si dichiara innocente e la verità processuale emergerà al momento e nelle sedi opportune”, ha detto Albertario a Il Messaggero. Selassiè ha sì affermato di avere esagerato in alcune occasioni, ma sostiene altrimenti di essere stata indotta da Bortuzzo a pensare che lui provasse ancora qualcosa per lei: “Auspichiamo – conclude il legale – che si metta immediatamente fine a questa macchina del fango che non fa bene a nessuno e che può produrre danni, morali e non, di grave ed imprevedibile portata”