Televisione

Giornalista licenziata dalla Radiotelevisione svizzera per un tweet. Paola Nurnberg aveva scritto: “Il pensiero della destra (non solo in Italia) attecchisce perché non è elaborato…”

"In 20 anni di attività sindacale una cosa del genere non mi era mai capitata. Con i nostri legali stiamo imbastendo una vertenza legale per licenziamento abusivo", ha scritto il sindacalista Matteo Poretti

Licenziata per un tweet. La giornalista italotedesca Paola Nurnberg, collaboratrice della Radiotelevisione Svizzera (RSI), sarebbe stata allontanata per un post scritto sul suo profilo X il 24 settembre 2024. Cosa contiene il tweet incriminato? Questo il discusso testo, almeno secondo Ticino Online che comunica la notizia: “Il pensiero della destra (non solo in Italia) attecchisce perché non è elaborato. È semplice, è di pancia, fa credere alla gente di essere nel giusto e di non avere pregiudizi. Concima, insomma, l’ignoranza. Sta alle singole persone scegliere se evolvere, emanciparsi, oppure no”.
La testata svizzera, citando una fonte interna al sindacato Unia, racconta la vicenda che ha travolto la reporter che ha lavorato anche al Tg4 ed Euronews. “Nemmeno un richiamo. Ha sbagliato? Certo, non doveva scriverlo. Ma da qui a licenziarla. A questo punto bisognerebbe licenziare metà del personale della Rsi”, ha commentato il sindacalista Matteo Poretti. “In 20 anni di attività sindacale una cosa del genere non mi era mai capitata. Con i nostri legali stiamo imbastendo una vertenza legale per licenziamento abusivo, grave nella sua forma e nelle sue motivazioni. E non ci fermeremo alla sola vertenza giuridica”, ha aggiunto Poretti.
Proprio il sindacalista ha aperto a un’altra ipotesi, quella di possibili “attriti venutisi a creare dopo la conferma che Paola è stata vittima di molestie in seno alla Rsi”. L’emittente elvetica ha preferito non rispondere alle domande di Ticino Online ma si è limitata a dichiarare che “in linea di principio è importante sottolineare che esistono linee guida interne che devono essere seguite e rispettate da tutte e tutti i dipendenti della Srg Ssr (la Società Svizzera di Radiotelevisione, ndr)”.
Paola Nurnberg ha ammesso l’errore ma ha anche sottolineato l’impossibilità di porre rimedio: “Le direttive erano chiare e io ho scelto certamente il modo e il tempo sbagliati per esprimere quel concetto, ma non mi è stata data la possibilità di riparare. Dopo la mail in cui mi si convocava a causa di questo post ho risposto immediatamente chiedendo cosa potessi fare. Non mi è stato più detto nulla”. Quanto al possibile nesso tra molestie e licenziamento ha affermato: “Di questo si discuterà nelle sedi opportune. Certo è che all’epoca della denuncia, parliamo del 2020, io smisi di essere un volto della televisione per diventare una voce. Mi spostarono, semplicemente. E lì rimasi anche dopo che le molestie vennero accertate“.