L’ultima vittima è di questa mattina: Giuseppe Bolognini, 58enne operaio bergamasco residente a Pumenengo, ha perso la vita in un incidente sul lavoro a Soncino, in provincia di Cremona. Era impiegato nel cantiere di costruzione del nuovo polo che unirà nello stesso plesso materna e nido. È stato colpito alla testa dal braccio meccanico di un mezzo pesante che stava entrando nell’area dei lavori. Poco dopo l’Inail ha comunicato l’aggiornamento dei dati sulle denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale: quelle presentate nei primi 10 mesi del 2024 sono state 890, 22 in più rispetto alle 868 registrate nello stesso periodo del 2023, 19 in meno rispetto al 2022, 127 in meno sul 2021, 146 in meno sul 2020 e sei in meno sul 2019.

Rapportando il numero dei casi mortali agli occupati Istat nei vari periodi (dati provvisori), l’incidenza scende dai 3,89 decessi denunciati ogni 100mila occupati del 2019 ai 3,69 del 2024 (-5,1%), mentre aumenta dello 0,8% rispetto al 2023 (da 3,66 a 3,69).

A livello nazionale i dati rilevati a ottobre mostrano un calo dei casi in occasione di lavoro, passati da 672 a 657, e un aumento di quelli in itinere, da 196 a 233. L’aumento ha riguardato la gestione industria e servizi, che passa da 744 a 759 denunce mortali, l’agricoltura (da 98 a 101) e il Conto Stato (da 26 a 30).

Tra i settori con più decessi avvenuti in occasione di lavoro si evidenziano le costruzioni con 128 casi (contro i 117 del 2023), il comparto manifatturiero con 86 decessi denunciati (81 nel 2023), il trasporto e magazzinaggio con 84 (91 nel 2023), il commercio con 48 (56 nel 2023) e il noleggio e servizi di supporto alle imprese con 35 (37 nel 2023).

Dall’analisi territoriale emergono incrementi nel Nord-Ovest (da 228 a 242 denunce), al Centro (da 156 a 173) e nelle Isole (da 75 a 96), e cali nel Nord-Est (da 196 a 189) e al Sud (da 213 a 190). Tra le regioni con i maggiori aumenti si segnalano il Lazio (+17), la Lombardia (+16), la Sicilia (+14), la Toscana (+10) e la Sardegna (+7), mentre per i cali più evidenti il Veneto (-17), la Campania e l’Abruzzo (-12 ciascuna), il Piemonte (-9) e le Marche (-6). L’incremento è legato sia alla componente maschile, le cui denunce mortali sono passate da 809 a 815, sia a quella femminile, da 59 a 75. Diminuiscono le denunce dei lavoratori italiani (da 707 a 701) e aumentano quelle degli extracomunitari (da 121 a 143) e dei comunitari (da 40 a 46).

L’analisi per classi di età evidenzia incrementi delle denunce tra gli under 15 (da 1 a 5 casi), tra i 20-29enni (da 78 a 85), tra i 35-39enni (da 53 a 61), tra i 45-54enni (da 207 a 234), tra i 60-64enni (da 122 a 127) e tra gli over 69 (da 34 a 42). Riduzioni invece tra i 15-19enni (da 18 a 13), tra i 30-34enni (da 46 a 44), tra i 40-44enni (da 83 a 62), tra i 55-59enni (da 171 a 161) e tra i 65-69enni (da 55 a 54). Al 31 ottobre di quest’anno risultano nove denunce di incidenti plurimi per un totale di 29 decessi, 10 dei quali stradali. Nei primi 10 mesi del 2023 risultavano 12 denunce di incidenti plurimi per un totale di 31 decessi, 17 dei quali stradali o ferroviari.

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