Quasi tre anni dopo l’invasione dell’Ucraina, la Russia rimette piede in Unione europea. E lo fa, tra le polemiche, con il suo ministro degli Esteri, Sergej Lavrov, che giovedì ha preso parte ed è intervenuto nel corso del vertice ministeriale dell’Osce a Malta. Una partecipazione molto contestata, la sua, tanto che alcuni delegati Ue, tra cui quelli dei Paesi Baltici e della Polonia, hanno lasciato la sala appena l’omologo russo ha preso parola. Sono rimaste comunque al loro posto la maggioranza delle rappresentanze, tra cui quella americana guidata dal segretario di Stato Usa, Antony Blinken.
Le parole del capo della diplomazia di Mosca sono state nette e hanno riportato nella discussione il rischio di uno scontro tra potenze mondiali come Russia e Stati Uniti. Il mondo, ha detto, assiste a un ritorno della “Guerra Fredda, ma con un rischio molto più alto che passi a uno stadio caldo”. E i responsabili di questa escalation, sostiene, sono gli Usa: “L’Osce esiste solo con la regola del consenso e oggi questo consenso non c’è più. Oggi l’Osce è vittima della politica di Washington che ne vuole prendere il controllo. A Washington ormai soggiogare la Nato non basta più, ormai vuole controllare l’Ue e l’Osce, vuole estendere il suo controllo sul Pacifico, sul golfo di Taiwan e sulla penisola di Corea“.
Gli Stati Uniti, dal suo punto di vista, sono i fabbricatori di una realtà alternativa, fatta di falsità e menzogne, e ribadisce, dopo anni, che la strage di Bucha è una fake news creata ad arte per screditare l’esercito russo: “In questo contesto si continuano a sentire menzogne dall’inizio della guerra in Ucraina sino ad oggi, come quando a Bucha i cadaveri vennero posizionati a favore delle telecamere della Bbc – ha continuato – L’Ucraina ha mentito e continua a mentire sul reale andamento della guerra”. Inoltre, ha poi aggiunto attaccando sempre Washington, “è evidente il tentativo di destabilizzare”: “L’amministrazione del presidente Biden sta spostando l’infrastruttura della Nato nella regione Asia-Pacifico. Qui vengono creati blocchi militari, inclusi quelli con armamenti nucleari, e vengono intensificati gli esercizi militari con la partecipazione della Nato nel Mar Cinese Meridionale, nello Stretto di Taiwan e intorno alla Penisola Coreana. È evidente il tentativo di destabilizzare l’intero continente eurasiatico”.
Numerose le critiche già prima del suo discorso. Il ministro della della Repubblica Ceca, Jan Lipavskì, ha ricordato che “la Russia è ancora isolata, il mio unico messaggio per Lavrov è ‘porta via i tuoi uomini dall’Ucraina’”. Il polacco Radoslaw Sikorski ha invece promesso che non si siederà “ad alcun tavolo con Lavrov né intendo ascoltarlo. I russi inquinano tutte le organizzazioni internazionali di cui fanno parte con le loro bugie e io non intendo ascoltarle”. Anche Blinken, nel suo intervento, ha detto che la platea è stata “colpita da uno tsunami di disinformazione da parte di Sergej Lavrov. Ma non lasciamo che le sue parole ci ingannino, qui non si parla di sicurezza della Russia ma del progetto imperiale della Russia che mira a cancellare l’Ucraina dalle cartine geografiche. Nel 2014 Putin disse che il popolo della Crimea e il popolo ucraino erano parte del popolo russo. Nel 2021 in un articolo accademico Putin sottolineò che l’Ucraina è uno stato artificiale e che un giorno dovrà essere riunito alla madre Russia. Questo è quello che pensa la Russia, è con questo che dobbiamo confrontarci”.
Al summit ha preso parte anche la delegazione ucraina, col ministro Andrij Sybiha, che ha quindi sfruttato il proprio intervento per sferrare un duro attacco nei confronti del rappresentante della Federazione: lo ha definito “un criminale di guerra. L’Ucraina continua a lottare per il suo diritto di esistere. E il criminale di guerra russo a questo tavolo deve sapere che l’Ucraina conquisterà questo diritto e la giustizia prevarrà”.
Chi invece ha apprezzato il ritorno di Lavrov in Europa è, come prevedibile, il governo ungherese che, secondo indiscrezioni, con il ministro degli Esteri Péter Szijjártó ha tenuto un bilaterale di circa 20 minuti a margine dei lavori del vertice. Non è forse un caso, quindi, che i due siano arrivati quasi simultaneamente all’evento, per ultimi, con oltre 20 minuti di ritardo dall’inizio.
Mondo
Il ministro russo Lavrov al summit Osce di Malta: è la prima volta in Ue dall’invasione dell’Ucraina. “Guerra fredda rischia di diventare calda”
La partecipazione del capo della diplomazia di Mosca è stata criticata da diverse delegazioni che hanno abbandonato la sala. Blinken: "Tsunami di fake news"
Quasi tre anni dopo l’invasione dell’Ucraina, la Russia rimette piede in Unione europea. E lo fa, tra le polemiche, con il suo ministro degli Esteri, Sergej Lavrov, che giovedì ha preso parte ed è intervenuto nel corso del vertice ministeriale dell’Osce a Malta. Una partecipazione molto contestata, la sua, tanto che alcuni delegati Ue, tra cui quelli dei Paesi Baltici e della Polonia, hanno lasciato la sala appena l’omologo russo ha preso parola. Sono rimaste comunque al loro posto la maggioranza delle rappresentanze, tra cui quella americana guidata dal segretario di Stato Usa, Antony Blinken.
Le parole del capo della diplomazia di Mosca sono state nette e hanno riportato nella discussione il rischio di uno scontro tra potenze mondiali come Russia e Stati Uniti. Il mondo, ha detto, assiste a un ritorno della “Guerra Fredda, ma con un rischio molto più alto che passi a uno stadio caldo”. E i responsabili di questa escalation, sostiene, sono gli Usa: “L’Osce esiste solo con la regola del consenso e oggi questo consenso non c’è più. Oggi l’Osce è vittima della politica di Washington che ne vuole prendere il controllo. A Washington ormai soggiogare la Nato non basta più, ormai vuole controllare l’Ue e l’Osce, vuole estendere il suo controllo sul Pacifico, sul golfo di Taiwan e sulla penisola di Corea“.
Gli Stati Uniti, dal suo punto di vista, sono i fabbricatori di una realtà alternativa, fatta di falsità e menzogne, e ribadisce, dopo anni, che la strage di Bucha è una fake news creata ad arte per screditare l’esercito russo: “In questo contesto si continuano a sentire menzogne dall’inizio della guerra in Ucraina sino ad oggi, come quando a Bucha i cadaveri vennero posizionati a favore delle telecamere della Bbc – ha continuato – L’Ucraina ha mentito e continua a mentire sul reale andamento della guerra”. Inoltre, ha poi aggiunto attaccando sempre Washington, “è evidente il tentativo di destabilizzare”: “L’amministrazione del presidente Biden sta spostando l’infrastruttura della Nato nella regione Asia-Pacifico. Qui vengono creati blocchi militari, inclusi quelli con armamenti nucleari, e vengono intensificati gli esercizi militari con la partecipazione della Nato nel Mar Cinese Meridionale, nello Stretto di Taiwan e intorno alla Penisola Coreana. È evidente il tentativo di destabilizzare l’intero continente eurasiatico”.
Numerose le critiche già prima del suo discorso. Il ministro della della Repubblica Ceca, Jan Lipavskì, ha ricordato che “la Russia è ancora isolata, il mio unico messaggio per Lavrov è ‘porta via i tuoi uomini dall’Ucraina’”. Il polacco Radoslaw Sikorski ha invece promesso che non si siederà “ad alcun tavolo con Lavrov né intendo ascoltarlo. I russi inquinano tutte le organizzazioni internazionali di cui fanno parte con le loro bugie e io non intendo ascoltarle”. Anche Blinken, nel suo intervento, ha detto che la platea è stata “colpita da uno tsunami di disinformazione da parte di Sergej Lavrov. Ma non lasciamo che le sue parole ci ingannino, qui non si parla di sicurezza della Russia ma del progetto imperiale della Russia che mira a cancellare l’Ucraina dalle cartine geografiche. Nel 2014 Putin disse che il popolo della Crimea e il popolo ucraino erano parte del popolo russo. Nel 2021 in un articolo accademico Putin sottolineò che l’Ucraina è uno stato artificiale e che un giorno dovrà essere riunito alla madre Russia. Questo è quello che pensa la Russia, è con questo che dobbiamo confrontarci”.
Al summit ha preso parte anche la delegazione ucraina, col ministro Andrij Sybiha, che ha quindi sfruttato il proprio intervento per sferrare un duro attacco nei confronti del rappresentante della Federazione: lo ha definito “un criminale di guerra. L’Ucraina continua a lottare per il suo diritto di esistere. E il criminale di guerra russo a questo tavolo deve sapere che l’Ucraina conquisterà questo diritto e la giustizia prevarrà”.
Chi invece ha apprezzato il ritorno di Lavrov in Europa è, come prevedibile, il governo ungherese che, secondo indiscrezioni, con il ministro degli Esteri Péter Szijjártó ha tenuto un bilaterale di circa 20 minuti a margine dei lavori del vertice. Non è forse un caso, quindi, che i due siano arrivati quasi simultaneamente all’evento, per ultimi, con oltre 20 minuti di ritardo dall’inizio.
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Tutti parlano di genocidio contro il popolo palestinese: convinceranno chi minimizza o nega?
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