Il presidente francese esclude ancora una volta le proprie dimissioni. Il Paese andrà all'esercizio provvisorio
Attacca “estrema destra e estrema sinistra” colpevoli di essersi “unite in un fronte antirepubblicano”. Si rammarica che Michel Barnier sia stato sfiduciato “malgrado le concessioni” fatte dal suo governo. Rifiuta di prendersi la colpa della crisi: “So che alcune persone sono tentate di incolparmi per questa situazione. È molto più comodo”. Non mette mai in discussione lo scioglimento dell’Assemblea nazionale deciso dopo il trionfo del Rassemblement National alle Europee, ma si limita ad assumersi la responsabilità del fatto che “non sia stato compreso”. Infine esclude ancora una volta le proprie dimissioni. Il presidente francese Emmanuel Macron parla in tv il giorno dopo la caduta del governo più breve dal 1958. E ai connazionali annuncia che costituirà un nuovo esecutivo “di interesse generale”.
Il nome del primo ministro sarà svelato “nei prossimi giorni”. Si fa il nome del leader centrista François Bayrou, ricevuto all’Eliseo poche ore prima. L’incarico, dice, sarà di formare “un governo ristretto al vostro servizio”, composto dall’insieme delle forze politiche disponibili a non sfiduciarlo. Quanto ai timori per la mancata approvazione della legge finanziaria da 60 miliardi, oggetto del contendere su cui si è consumata la sfiducia, assicura che “entro metà dicembre sarà presentata in Parlamento una legge finanziaria speciale per la continuità dei servizi pubblici e della vita del Paese come previsto dalla Costituzione”. La legge di fatto autorizzerà l’avvio dell’esercizio provvisorio: vale a dire che il bilancio 2024 sarà applicato anche al 2025. Non è una soluzione di lungo periodo: significa non tagliare il deficit, destinato a salire verso il 7%, e – cosa che più interessa i contribuenti – non adeguare gli scaglioni fiscali all’inflazione. Col risultato che, come paventato da Barnier, “18 milioni di francesi pagheranno più tasse”.
D’obbligo i ringraziamenti all’ex premier e commissario europeo “per la sua dedizione e la sua combattività”. Secondo Macron, il premier dimissionario “si è mostrato all’altezza quando tanti altri non l’hanno fatto” ed è stato sfiduciato “perché l’estrema destra e l’estrema sinistra si sono unite in un fronte antirepubblicano”. Poi la stoccata ai socialisti: “Delle forze che governavano fino a ieri la Francia, hanno scelto di aiutarli”. Escluse le dimissioni chieste a gran voce dall’opposizione. Nel suo discorso alla nazione, il presidente scandisce: “Il mandato che mi avete democraticamente affidato è di cinque anni e lo eserciterò fino in fondo. La mia responsabilità è quella di assicurare la continuità dello Stato, il buon funzionamento delle nostre istituzioni, l’indipendenza del nostro Paese e la protezione di tutti voi”. Fino al 2027, continua, “abbiamo 30 mesi davanti: siano d’azione”.
Chiudendo l’intervento, Macron ha invitato a “ricostruire la nazione” ripristinando “la saggezza dove c’è rabbia, insulto” e l’unità “dove c’è divisione”.