Politica

Movimento 5 stelle, è iniziato il nuovo voto degli iscritti voluto da Grillo: tutto ruota sull’incognita quorum

Gli aventi diritto sono 89.408, quasi 500 in più dello scorso voto: per essere valido devono partecipare almeno 44.705 iscritti

Gli iscritto del Movimento 5 stelle tornano a votare. La consultazione è stata aperta alle 10 di giovedì e terminerà alle 22 di domenica 8 dicembre. Sono i giorni della scelta che segnerà definitivamente il futuro del M5s. Un secondo voto, dopo quello del 21-24 novembre a conclusione della Costituente, richiesto dall’ancora garante Beppe Grillo, ruolo fatto fuori dalla precedente consultazione. “Beppe rinnega tutta la storia dei 5 Stelle attaccandosi ai cavilli”, ha commentato Giuseppe Conte immediatamente dopo la comunicazione ufficiale di Grillo. I cavilli a cui fa riferimenti sono contenuti nell’articolo 10, lettera i) dello Statuto che prevede la facoltà del garante di richiedere un nuovo voto: lo stesso punto per il quale 40.635 iscritti hanno votato a favore dell’abrogazione nella votazione di novembre (qui tutti i risultato del voto).

Lo scontro Grillo-Conte e il quorum – E ora l’incognita è solo una: il quorum. Le votazioni saranno valide solo se a partecipare sarà almeno la maggioranza assoluta degli iscritti. Un obbiettivo già raggiunto durante il primo voto ma adesso si riparte da zero: senza la partecipazione del 50% più uno degli aventi diritto al voto le modifiche allo statuto andranno archiviate. Tradotto: Grillo rimarrebbe garante, con tutti i poteri attualmente previsti. Così mentre Giuseppe Conte invita gli iscritti al voto (“da lunedì si volta pagina“), Grillo – nel video mentre guida un carro funebre – prova a sabotare il voto voluto da lui: “Andate a funghi….

Cosa si vota – Anche questa volta la votazione si svolgerà esclusivamente utilizzando lo strumento telematico on line SkyVote. In questa occasione non sono messi in votazione tutti i quesiti, ma soltanto quelli relativi alle modifiche statutarie, gli altri sono esclusi: ad esempio gli iscritti non dovranno più esprimersi sulla collocazione politica del Movimento (avevano scelto “progressista indipendente“) o sulle alleanze (avevano votato a favore, condizionandole però a “un accordo programmatico preciso”), così come sull’eliminazione del limite dei due mandati e i vari quesiti tematici. In pratica il secondo voto riguarderà solamente il ruolo del presidente, l’eliminazione della figura del garante (o l’eventuale riduzione dei suoi poteri), la possibilità di ripetere il voto affidata al garante, le modalità di modifica del simbolo e le proposte sul Comitato di garanzia e al Collegio dei probiviri.

Aumenta il numero degli aventi diritto (quindi anche il quorum) – Gli aventi diritto al voto questa volta sono 89.408: 475 in più rispetto al precedente voto, quando erano 88.933. Probabilmente si tratta dei militanti M5s che in queste settimane hanno maturato i 6 mesi di iscrizione (requisito per potere votare). Automaticamente aumenta anche il numero minimo richiesto per rendere valida la votazione: adesso è necessaria la partecipazione al voto di almeno 44.704 iscritti (a novembre ne servivano 44.467). E qui si gioca tutta la partita.

Come avevano votato sul garante – Ovviamente tra i vari quesiti al voto, tutto ruota attorno a quello sull’eliminazione della figura del Garante e quindi dello stesso Beppe Grillo. Il 24 novembre lo scrutinio aveva visto prevalere i favorevoli all’abolizione: i sono stati 34.438, pari al 63,24% dei votanti. I contrari erano stati 15.840 (il 29,09%) mentre 4.174 (7,67%) si erano astenuti. Il quorum era stato superato grazie alla partecipazione al voto di 54.452, il 61,23% degli aventi diritto. Per questa ragione la vera partita si gioca sull’affluenza: l’obiettivo di Conte è quello di convincere il numero maggiore di iscritti a votare (anche quelli che non hanno preso parte alla scorsa consultazione), mentre Grillo ha interesse a ridurre il più possibile il numero di partecipanti, da qui il suo riferimento ad “andare a funghi”.

Cosa succederà? – Gli scenari futuri non sono chiari. Cosa farà Conte se lo scoglio del quorum non dovesse essere superato? Nessun riferimento negli interventi del presidente del Movimento, solo inviti al voto affermando di essere “sereno e fiducioso“. Il deputato M5s Alfonso Colucci, intervenendo al programma Start di Sky Tg24, sottolinea che “quando gli iscritti avranno votato anche domenica, politicamente il discorso sarà chiuso” ma aggiunge che “se ci saranno delle appendici legali ce la sbrigheremo in tribunale“. “Il partito appartiene alla comunità. Non è una questione personale di Conte ma è una questione di rispetto nei confronti degli iscritti a cui appartiene il simbolo“, ha concluso Colucci. Dall’altro fronte, invece, pare evidente che il fondatore non si fermerà neppure in caso di superamento del quorum. Nell’ultimo video Grillo invita Conte e i suoi a “farsi il loro simbolo” e “andare avanti”, ma soprattutto evoca prospettive future di scissione: “Questo Movimento avrà un altro decorso, meraviglioso, che ci siate voi o no”.