Il bracconaggio continua a prosperare ed essere un settore in cui le organizzazioni criminali fanno affari d’oro grazie a un quadro normativo sempre meno rigoroso
Novantotto armi e oltre 17mila munizioni. Oltre a quasi 1.200 dispositivi illegali, tra cui trappole e reti per l’uccellaggione. I carabinieri forestali, con l’Operazione Pettirosso, che ogni anno li vede setacciare il peggiore black-spot del bracconaggio in Europa, cioè le Prealpi lombardo-venete, hanno sequestrato un arsenale in poche settimane di lavoro, denunciato cento persone per […]
Novantotto armi e oltre 17mila munizioni. Oltre a quasi 1.200 dispositivi illegali, tra cui trappole e reti per l’uccellaggione. I carabinieri forestali, con l’Operazione Pettirosso, che ogni anno li vede setacciare il peggiore black-spot del bracconaggio in Europa, cioè le Prealpi lombardo-venete, hanno sequestrato un arsenale in poche settimane di lavoro, denunciato cento persone per reati contro gli uccelli selvatici e arrestato quattro soggetti per detenzione illegale di armi.
Come ogni autunno il reparto Operativo Soarda, il Raggruppamento Cites e i forestali di Brescia, Bergamo, Mantova, Padova, Verona e Vicenza si sono avvalsi del contributo dei volontari delle associazioni animaliste e ambientaliste. Al di là di arresti e denunce, i militari hanno sequestrato 1.400 uccelli abbattuti e oltre mille esemplari vivi catturati illegalmente. Tra i principali reati accertati figurano il furto aggravato di fauna selvatica, ricettazione, maltrattamento e uccisione di animali, nonché l’utilizzo di strumenti di cattura vietati.
Nonostante l’impegno delle forze dell’ordine e delle associazioni ambientaliste, il bracconaggio continua a prosperare ed essere un settore in cui le organizzazioni criminali fanno affari d’oro grazie a un quadro normativo sempre meno rigoroso. In Lombardia, per esempio, il Consiglio regionale ha modificato la legge sulla caccia ben 14 volte negli ultimi quattro anni, riducendo sistematicamente le tutele per la fauna selvatica e favorendo, di fatto, il bracconaggio. Scelte politiche che si riflettono anche in Europa: l’Italia è oggetto di una procedura di pre-infrazione per violazione della Direttiva Uccelli.
“L’operazione Pettirosso dimostra ancora una volta l’importanza di un’azione coordinata per il contrasto al bracconaggio – dichiara Domenico Aiello, responsabile tutela giuridica della Natura per il WWF Italia – L’assenza di un reale sostegno politico mette però a rischio questi sforzi, lasciando che un fenomeno illegale e dannoso per gli ecosistemi si perpetui. L’Italia deve adottare misure urgenti per fermare l’escalation delle violazioni, dotando l’ordinamento di norme e sanzioni efficaci ma anche investendo nel supporto dell’attività di prevenzione e contrasto. Il recepimento efficace della Direttiva sulla Tutela Penale dell’Ambiente rappresenta in questo senso una occasione imperdibile. Solo così si potrà garantire il rispetto della legalità e la tutela della biodiversità, che è patrimonio di tutti”.
L’uso di reti e trappole che catturano volatili in modo non selettivo, oltre a causare un danno agli animali selvatici impegnati nella migrazione verso le arre di svernamento, causano un grave danno all’ecosistema. Tra gli strumenti illegali utilizzati ci sono i richiami acustici, le reti da uccellaggione, le gabbie-trappole, ma anche archetti e trappole metalliche che infliggono gravissime sofferenze agli animali, lasciati per ore appesi e agonizzanti. La maggioranza degli uccelli sequestrati presentava anelli contraffatti, il che significa animali catturati in natura e dotati di anello in modo abusivo, e destinati al mercato dei richiami vivi per l’utilizzo durante la caccia. “La zona delle Prealpi venete e lombarde si conferma come una delle aree più a rischio per la migrazione degli uccelli, dove il bracconaggio alimenta l’odiosa pratica dei richiami vivi, un metodo cruento e fonte di gravi sofferenze per gli animali colpiti” ha detto Alessandro Polinori, presidente della Lipu, “il nostro impegno per combattere questa piaga sarà massimo anche negli anni a venire”.
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