“La situazione siccità in Basilicata è paradossale perché rifornisce d’acqua anche cittadini di altre regioni ed è ricca d’acqua ma la situazione è critica in 29 comuni serviti in parte da sorgenti e in parte dalla diga del Camastra. Questo invaso contiene normalmente tra i 22 milioni di metri cubi d’acqua circa, ma dal 2019 questo contenuto è stato ridotto a seguito di limitazioni imposte dalla direzione generale dighe dopo verifiche condotte sullo sbarramento, arrivando a 9 milioni di metri cubi. Cosa si è fatto per riconnettere questo bacino isolato ad altri bacini, per consentire gli interventi di manutenzione? Niente”. A dirlo Rosario Gigliotti, portavoce del Comitato Acqua pubblica “Peppe Di Bello”, da settimane impegnato in sit-in di protesta che hanno unito associazioni, cittadini e sindacati per affrontare la situazione emergenziale in cui si trova la diga del Camastra, in provincia di Potenza, oggi quasi a secco.
La soluzione emergenziale trovata al momento riguarda il prelievo “di acqua dal fiume Basento per riportarla poi al potabilizzatore – prosegue Gigliotti – ma i cittadini sono preoccupati perché uno dei suoi affluenti in particolare lambisce un sito d’interesse nazionale. Con il Comitato che è nato vorremmo creare un grosso impegno per riprendere il tema dell’acqua pubblica e bene comune, per difendere l’acqua come democrazia”.