Musica

Spotify presenta Wrapped 2024: come trovarlo, condividerlo sui social e perché alcuni utenti hanno risultati che non convincono

Dopo qualche segnalazione, la domanda sorge spontanea: come fa un algoritmo a differenziare un brano pop, da uno rap, trap, R&B, punk e via dicendo?

di Andrea Bressan

Spotify ha lanciato la funzione Wrapped 2024. Dopo giorni, settimane di attesa è arrivato il momento tanto desiderato da milioni di utenti della piattaforma streaming. Ora sarà possibile scoprire “il riassunto del tuo anno” musicale all’interno di Spotify. La campagna, che celebra un anno di musica, podcast e passioni condivise da oltre 640 milioni di utenti in tutto il mondo, consente di visionare i propri ascolti durante il 2024. Col passare delle ore, tantissimi utenti di Instagram stanno riempendo i propri profili condividendo i risultati ottenuti. Ma vediamo come attivare la funzione.

Una volta aperto Spotify, comparirà in automatico un’icona dal contorno colorato con la scritta “Wrapped”. La scritta è ben visibile e si trova in alto, precisamente tra l’opzione “Tutti” e “Musica”. Individuato e cliccato il tasto virtuale con la scritta “Wrapped”, si aprirà una pagina in cui si possono trovare varie playlist (soprattutto personalizzate da Spotify) e classifiche che vanno a riassumere i – migliori – risultati ottenuti quest’anno in termini di streaming. Il Wrapped vero e proprio è consultabile in due modi: tra le varie playlist create in autonomia da Spotify c’è la prima, in alto a sinistra, con la scritta/immagine “2024 Il tuo Wrapped”. In alternativa, sotto le sopracitate playlist, compare una grande icona con sfondo colorato in movimento e la frase “Il tuo Wrapped 2024. Scopri il riassunto del tuo anno”. Una volta cliccato su una delle due schermate, inizia ufficialmente il divertimento.

Aperto il Wrapped, compaiono tredici schermate che riassumono la fruizione musicale effettuata nell’anno. Sono presenti il numero di brani e di cantanti ascoltati ma, soprattutto, “gli artisti protagonisti del tuo 2024”. L’ultima delle tredici mini-icone è quella più attesa: ed è la classifica degli “artisti top” e dei “brani top”, ovvero quelli che – durante l’anno – l’utente ha riprodotto per più volte. La funzione molto apprezzata dal pubblico è quella di poter far sapere ad amici e conoscenti quali sono stati i loro gusti musicali prevalenti nel corso degli ultimi dodici mesi. Come? Grazie all’opzione “Condividi”, si possono trasferire i risultati ottenuti direttamente sulle proprie storie Instagram. Da quest’anno, oltre al social di Zuckerberg, si potrà mostrare il Wrapped anche su TikTok.

La curiosità e la voglia di sapere in termini numerici quanto e come ascoltiamo la musica è senz’altro molto alta. La funzione ideata da Spotify è sempre circondata da una trepidante attesa. Qualcosa però, nei sistemi di calcolo, pare non essere andato completamente per il verso giusto. Sono diversi gli utenti che hanno lamentato stranezze ed incongruenze nei risultati che gli sono usciti nel Wrapped. In due delle tredici schermate presenti nella funzione di Spotify, è possibile vedere la “tua evoluzione musicale del 2024”. Ovvero se sei stato coerente nell’ascoltare determinati generi musicali o se, invece, ti sei cimentato nel sentire qualcosa di “nuovo”.

Ad un utente abbonato – e quindi non soggetto a particolari limitazioni di fruizione come, ad esempio, la possibilità di poter “saltare” da una canzone all’altra per un massimo di sei volte all’ora -, viene riportato che “Nel mese di maggio” avrebbe “avuto il periodo mcbling cheerleading pop” e, conseguentemente, avrebbe pensato “solo ad artisti come Rihanna, Britney Spears e Ariana Grande”. Il risultato è assai improbabile dato che, all’interno della sua playlist, c’è una rarissima traccia del genere riportato da Spotify e, soprattutto, nessuna delle tre artiste citate rientra, neanche con una canzone, nella compilation “I tuoi brani più ascoltati del 2024”. C’è qualcosa che non torna.

Con molta probabilità ci troviamo di fronte a qualche problema legato agli algoritmi di Spotify. Possono essere create autonomamente delle playlist che incorporano più generi musicali senza apparente coesistitone tra loro. Anche la “categorizzazione” diventa un problema: come fa un algoritmo a differenziare un brano pop, da uno rap, trap, R&B, punk e via dicendo? Certo, in alcuni casi le differenze tra generi sono marcate ma, di fronte ad un mercato discografico sempre più ibrido e fluido, dove artisti e sonorità apparentemente distanti si uniscono, viene molto difficile scindere e fare, di conseguenza, classifiche e playlist che rispecchino appieno e in maniera insindacabile i gusti musicali del pubblico. Ecco, dunque, il “mistero” legato al “periodo mcbling cheerleading pop” riscontrato dall’utente.

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