I cancelli dello stabilimento Stellantis di Pomigliano d’Arco sono chiusi. Da lunedì non entra e non esce merce. I lavoratori di Trasnova, l’azienda che spedisce le auto del ‘lingotto’ in tutto il mondo hanno bloccato gli ingressi e da cinque giorni presidiano la fabbrica anche di notte. La decisione di Stellantis di non rinnovare la commessa per i 400 lavoratori dell’azienda dell’indotto significa licenziamento a partire da gennaio 2025. Si tratta della stessa azienda che ha appena annunciato il licenziamento collettivo di 97 lavoratori impiegati negli stabilimenti di Pomigliano d’Arco, Mirafiori, Piedimonte San Germano e Melfi.

“Siamo disperati – dice Gianluca, dipendente Trasnova – e resteremo qui notte e giorno per difendere il nostro lavoro, qui siamo in 100 ma il problema riguarda tutti i lavoratori Trasnova degli stabilimenti di Torino, Melfi e Cassino”. La vertenza Trasnova inquieta anche gli stessi operai dello stabilimento Stellantis di Pomigliano. Un brutto presagio per l’intero settore. “Noi nel frattempo continueremo a fare cassa integrazione – racconta un lavoratore Stellantis fuori ai cancelli – a dicembre si prospettano almeno dieci giorni di cassa integrazione e a gennaio non sappiamo ancora quando rientriamo, questa è la situazione”. Il presidio continua. I lavoratori Trasnova dopo la visita del leader del M5S Giuseppe Conte incontreranno la segretaria del PD Elly Schlein. Gli operai in presidio hanno ricevuto anche il supporto di associazioni e parrocchie che stanno fornendo coperte e generi alimentari. La scorsa notte alcuni cittadini hanno organizzato una sorta di concerto per far sentire la propria vicinanza a questi 400 lavoratori che sotto l’albero hanno trovato la lettera di licenziamento.

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