Sul posto sono arrivate due volanti della Polizia che hanno trasmesso agli atti l'ipotesi di incendio doloso: se confermata, il colpevole rischia dai 3 ai 7 anni di reclusione
Ha dato fuoco alle sue mutande, presumibilmente durante un litigio con il proprio fidanzato. Ma forse non ha considerato che il poliestere è un materiale combustibile che prende fuoco all’istante. E quella che inizialmente era un piccola fiamma, ha prima coinvolto il divano e poi il resto degli oggetti che lo circondavano. Sarebbe stata questa la dinamica di un incendio che ha gettato nel panico una palazzina di tre piani a Pesaro, nelle Marche, provocando l’evacuazione di sei famiglie.
Le fiamme, riporta Il Resto del Carlino, sarebbero partite dallo scatinato del condominio, lo scorso 3 dicembre, intorno alle 19.30. Al suo interno si trovava una coppia di 40enni, ma cosa stessero facendo i due, sebbene sia immaginabile considerando la dinamica complessiva, non è ancora chiaro agli inquirenti che ora stanno cercando di ricostruire l’accaduto. Ciò che invece appare altamente probabile, almeno secondo le prime ricostruzioni, è che l’incendio sia partito da un paio di mutande: la donna, infatti, forse in preda a uno scatto d’ira, si sarebbe sfilata gli slip e gli avrebbe dato fuoco. Forse un modo per dimostrare la propria contrarietà o il proprio dissenso durante una discussione un po’ troppo accesa: probabilmente non immaginava che le fiamme si sarebbero propagate tanto facilmente, ma sono bastati pochi secondi affinché l’incendio si ingrandisse sempre di più.
E in poco tempo, il fuoco è arrivato all’appartemento soprastante, che ha subito danni strutturali a causa delle elevate temperature. Fortunatamente, l’incendio è stato domato dai vigili del fuoco, che sono stati impegnati fino a mezzanotte inoltrata nella messa in sicurezza dell’area. E tutte le famiglie, esclusa quella al primo piano colpita dalle fiamme, hanno fatto rientro nelle rispettive abitazioni. Sul caso indaga la polizia che, intervenuta sul posto con due volanti, ha trasmesso gli atti in procura con l’ipotesi di incendio doloso, un’accusa che, qualora venisse confermata, si configurerebbe in un reato penale che prevede dai tre ai sette anni di reclusione.