UnitedHealthcare, il colosso assicurativo statunitense il cui amministratore delegato Brian Thompson è stato assassinato mercoledì scorso a New York, ha deciso di chiudere i commenti sui proprio profili social. Dopo l’accaduto le pagine sono state sommerse di recensioni negative di pazienti adirati per il modo con cui sono state gestite le loro richieste di risarcimento.

Molti americani alle prese con uno dei sistemi sanitari più cari del mondo, quasi inaccessibile senza una copertura assicurativa, hanno addirittura applaudito all’azione del killer considerandolo una sorta di Robin Hood che ha ucciso a difesa della loro causa. Thompson è diventato il simbolo di un’industria che ha guadagnato miliardi di dollari sulle loro sofferenze. Alcuni utenti della rete hanno citato le alte percentuali di richieste respinte da parte di UnitedHealthcare, tra le assicurazioni più restrittive nell’esame delle pratiche.

Secondo un sondaggio condotto l’anno scorso dalla Kaiser Family Foundation, un’organizzazione non profit americana con sede a San Francisco, sei americani adulti su dieci hanno avuto problemi con le assicurazioni per la salute nei 12 mesi precedenti tra richieste respinte e conti salati arrivati a sorpresa. Secondo il sondaggio, oltre un terzo dei pazienti in cattiva salute si sono visti rifiutare la copertura o sono stati costretti a pagare un ticket salato per un farmaco prescritto dal medico.

Sui proiettile utilizzati dall’assassino erano incise alcune parole tra cui “delay” e “deny”, ovvero ritarda e rifiuta, verosimilmente in riferimento alle tecniche usate dalle compagnie assicurative per non versare i rimborsi ai clienti o ritardarli il più possibile.

La resistenza che le compagnie assicurative oppongono alle richieste dei clienti sono spesso frutto di una precisa strategia. Il caso scuola è quello della compagnia assicurativa statunitense Allstate che, con la consulenza di McKinsey, ha rivoluzionato le pratiche del settore. In meglio per gli azionisti, in peggio per i clienti. La società ha elaborato strategie per risparmiare il più possibile sui rimborsi. La compagnia assicurativa si è rifiutata di fornire ai giudici che esaminavano una vertenza le “ricette” elaborate dai consulenti nonostante una multa di 25mila dollari al giorno per ogni giorno di ritardo, pagando alla fine 7 milioni di dollari. Alla fine le indicazioni sono venute alla luce. Semplici, in fondo.

Cercare di concordare rimborsi veloci ma ridotti, al di sotto di quelli previsti nelle polizze, nel 90% dei casi. Nel rimanente 10% la sollecitazione è stata di ingaggiare un legale e trascinare la vertenza il più in lungo possibile. Poiché questo modo ruvido di porsi nei confronti dei propri clienti ha consentito ad Allstate di aumentare sensibilmente i profitti e quindi i dividendi per i soci, la tecnica si è diffusa a macchia d’olio in tutta l’industria assicurativa.

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