Nel mondo la pratica è consentita solo in Giappone e Norvegia
“Non si tratta di una decisione politica, ma di una licenza commerciale“. Il premier islandese Bjarni Benediktsson, sconfitto nelle elezioni parlamentari di domenica scorsa in cui hanno vinto i socialdemocratici, ha deciso che la caccia alle balene in Islanda sarà consentita fino al 2029. Si tratta di un permesso per la caccia fino a un massimo di 209 balenottere comuni (Balaenoptera physalus) e 217 balenottere minori (Balaenoptera acutorostrata) su base annuale. Sei organizzazioni animaliste hanno protestato alla decisione presa e chiedono che la presidente islandese Halla Tómasdóttir intervenga per fermare la decisione. Il paese è uno dei soli tre al mondo in cui è ancora consentita la caccia alle balene, ovvero la caccia per la loro carne, il grasso e l’olio, insieme a Giappone e Norvegia.
L’anno scorso, riporta Bbc, la pratica venne sospesa sull’isola per due mesi a seguito di un’indagine voluta dal governo, secondo cui i metodi utilizzati non erano conformi alle leggi sul benessere degli animali. Parliamo in particolare degli arpioni esplosivi, usati per uccidere le balene, che causano agli animali un’agonia prolungata e atroce. I dispositivi inglobano granate di acciaio all’interno delle quali viene inserito del tetranitrato di pentaeritrite, un esplosivo usato anche in campo militare: dopo avere penetrato il corpo della balena ad una profondità di circa 30 centimetri, nell’84% dei casi gli arpioni uccidono l’animale, in un’agonia che può durare fino a 25 minuti. “I pochi ricchi balenieri del paese continuano a esercitare la loro influenza anche nelle ultime ore di questo governo ad interim – ha dichiarato a Bbc Sharon Livermore, direttrice dei programmi di conservazione marina dell’International Fund for Animal Welfare -. Questo governo dovrebbe semplicemente tenere duro, ma invece ha preso una decisione altamente controversa e affrettata“.