Il video calendario della Polizia penitenziaria non è piaciuto ai parlamentari del Partito democratico. Gli esponenti dell’opposizione, infatti, hanno protestato col guardasigilli Carlo Nordio, contestando alcuni degli scatti presenti nella clip promozionale diffusa su Youtube. “Chiediamo al governo di ritirare immediatamente il nuovo calendario della Polizia penitenziaria e di interrompere una campagna di comunicazione che tradisce i principi costituzionali di umanità e la funzione rieducativa della pena sanciti dalla Costituzione. La rappresentazione delle carceri come esclusivo teatro di conflitto e violenza rischia di legittimare approcci repressivi, in netto contrasto con il ruolo che il sistema penitenziario dovrebbe svolgere: favorire il reinserimento sociale delle persone detenute e garantire il rispetto della loro dignità”, si legge in un comunicato del gruppo parlamentare Pd, che annuncia un’interrogazione sul tema firmata dalla deputata Michela Di Biase e sottoscritta dalla responsabile giustizia del partito, Debora Serracchiani.

Ai dem, evidentemente, non sono piaciute alcune pose scelte per il calendario. Nelle foto che accompagnano i 12 mesi, oltre ai reparti schierati e ai primi piani del personale, si vedono agenti che apprendono le tecniche per immobilizzare a terra una persona, guardie penitenziarie in tenuta antisommossa o a lezioni di sparo, agenti armati con il volto coperto o con i giubbotti antiproiettile. “Invitiamo il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, a cui chiediamo se ha visto e condiviso il video e il calendario prima della loro pubblicazione, a riferire con urgenza in Parlamento sulle recenti scelte comunicative e operative del suo dicastero e del dipartimento dell’amministrazione penitenziaria. Abbiamo depositato una interrogazione parlamentare a riguardo e chiederemo che anche il Capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria riferisca in commissione giustizia su questa vicenda. Riteniamo che le istituzioni abbiano il dovere di promuovere un modello di giustizia che sia equilibrato, rispettoso dei diritti umani e orientato alla rieducazione. Qualsiasi altra direzione e rappresentazione rappresenta un pericoloso passo indietro per lo Stato di diritto. Auspichiamo che una presa di posizione come da noi indicata, venga assunta anche dal Garante nazionale dei detenuti”, conclude la nota.

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