Cronaca

Salerno, la biblioteca provinciale più antica d’Italia chiude a tempo indeterminato: “Immobile non sicuro”. Interrogazione di FdI

La chiusura di un luogo della cultura non è mai una buona notizia. Lo è ancor meno se si tratta di un’istituzione storica come la biblioteca provinciale di Salerno, la più antica d’Italia, dal 18 novembre interdetta sia al pubblico che ai dipendenti “fino a nuova disposizione”. Una scelta, informa la Provincia, finalizzata a verificare la sicurezza dell’immobile “alla luce degli ultimi monitoraggi effettuati dagli organi di vigilanza, Asl Salerno e Vigili del fuoco, a seguito di un esposto” sulle condizioni della struttura, ancora precarie nonostante gli interventi di manutenzione realizzati negli ultimi anni. L’ente, si legge nel comunicato, “aveva programmato ulteriori lavori di messa in sicurezza da realizzare compatibilmente alle risorse disponibili”, lavori che però sarebbero terminati troppo tardi rispetto ai “tempi di adeguamento normativo stabiliti dagli organi preposti”.

Interrogazione di FdI in Senato: “Vergogna” – La biblioteca provinciale di Salerno, si legge sul sito del Comune, “è un’antica istituzione culturale, dotata di una bella storia e di un ricco patrimonio librario”. Istituita nel 1843, vanta un patrimonio ricco e diversificato che conta circa trecentomila titoli, compreso un ragguardevole corpus di pergamene e manoscritti rari, nonché una raccolta di autografi e dediche con le firme anche di Benedetto Croce, Riccardo Bacchelli e Aldo Palazzeschi. Dal 1977 è ospitata nell’attuale sede di via Valerio Laspro, la cui chiusura ha innescato una feroce polemica del centrodestra contro l’amministrazione provinciale a guida Pd. “È una vergogna, è stata chiusa l’istituzione culturale alla quale hanno fatto riferimenti studentesse e studenti non solo di Salerno, ma dell’intera Provincia”, dice a ilfattoquotidiano.it Antonio Iannone, senatore di Fratelli d’Italia e presidente della Provincia dal 2012 al 2014, che ha presentato un’interrogazione parlamentare sul tema. La chiusura, denuncia, è colpa “delle amministrazioni responsabili, della Provincia che non ha saputo fornire l’immobile occupato dalla biblioteca di un sistema antincendio e della Regione che non ha stanziato i fondi per provvedervi”.

La Provincia: “Mancano i fondi, deve metterli la Regione” – Il consigliere provinciale con delega alla Cultura, il sindaco dem di Pellezzano Francesco Morra, spiega la scelta con la mancanza di fondi: “In seguito alle verifiche sono emerse delle problematiche che ci hanno costretto a scegliere la dolorosa strada della chiusura. Abbiamo immediatamente dato mandato a un pool di tecnici di valutare il da farsi e formulare una stima del budget necessario a intervenire per ripristinare lo stato dei luoghi. Purtroppo, da quando le amministrazioni provinciali sono state declassate ad enti di secondo livello, siamo costretti a programmare con molta parsimonia ogni intervento. Sulla biblioteca eravamo da poco intervenuti per una manutenzione ordinaria, ma è evidente che occorre la collaborazione di tutti, a partire dalla Regione Campania, per restituire ai cittadini un bene preziosissimo”. Anche nel centrosinistra però c’è chi la pensa diversamente: “La Provincia potrebbe intervenire direttamente ricorrendo al fondo disponibile. Per le emergenze è possibile farlo. Forse la chiusura della Biblioteca provinciale non lo è?”, dice al fatto.it la vicepresidente del Consiglio comunale di Salerno, Claudia Pecoraro del M5s.

L’intervento mai realizzato – In realtà degli interventi sono stati realizzati, anche nel passato recente. Ad agosto scorso, lavori di impermeabilizzazione terrazzi di copertura e ripristino controsoffittature nelle sale studio per un importo di circa trentamila euro; a febbraio 2023, lavori per quasi cinquemila euro agli impianti di sorveglianza, all’impianto antintrusione e ai sistemi di aperture; a novembre 2022 lavori di manutenzione della pavimentazione delle sale di lettura e studio per oltre 52mila euro. Lavori che però, evidentemente, non sono stati risolutivi. Avrebbero potuto esserlo quelli inseriti in un progetto della Provincia del 2019, che prevedeva “interventi minimi necessari per la praticabilità dell’immobile”: ma non si sono mai fatti, perché la Regione non ha stanziato il necessario impegno di spesa di oltre 476mila euro. Insomma, un progetto esiste da cinque anni, ma evidentemente bisognerebbe rivederne i costi.

Priorità al piano antincendio – Così si è giunti all’attualità, con la biblioteca chiusa e il suo patrimonio inaccessibile. Per quanto tempo, non si sa. Al momento la Provincia si sta occupando di affidare l’incarico per redigere il piano antincendio, intervento prioritario rispetto alle diverse criticità evidenziate, le quali andranno comunque sanate con risorse che dovrà metterci la Regione. Anche il sindacato Cisal sollecita una rapida risoluzione del problema: “Chiediamo che vengano adottati interventi urgenti per risolvere le problematiche igienico-sanitarie e che venga programmata una riapertura tempestiva della biblioteca”, dice il segretario provinciale Gigi Vicinanza.