Don Ambrogio Mazzai, il “prete social” di Verona con centinaia di migliaia di follower su TikTok e Instagram, ha scatenato la polemica per un albero di Natale fucsia installato davanti alla sua chiesa. “Ogni pomeriggio mi ritrovo questo pistolotto fucsia davanti alla chiesa“, ha lamentato don Mazzai sui social, accompagnando le sue parole con un video che immortala il suo volto contrariato e l’albero stilizzato, a forma di cono, che di giorno è color fucsia e che col buio si illumina, sullo sfondo. Ma non si è limitato a questo. Poco dopo, il sacerdote ha lanciato un sondaggio tra i suoi follower, chiedendo il loro parere sull’albero con quattro possibili risposte. Quella che ha avuto la percentuale più bassa (il 6%) è stata “un’opera d’arte”, seguita al 16% da “inquinamento ambientale”; il 38 per cento se l’è aggiudicato “all’amministrazione piace sperperare pubblici”. Ma la risposta più votata è stata: “Troppa frociaggine in Comune“, con il 40 per cento dei consensi.
L’utilizzo del termine “frociaggine”, seppur sdoganato in Vaticano da Papa Francesco, ha suscitato l’indignazione di molti, in particolare del segretario provinciale del Pd di Verona, Franco Bonfante. “Sui gusti non discutiamo, ma sul rispetto delle persone non transigiamo”, ha dichiarato Bonfante. “Che poi il linguaggio omofobo venga dalla tastiera di un sacerdote, rende il tutto ancora più grave”. E ancora: “Il dissenso può essere sempre espresso, ma con il dovuto rispetto. Peraltro l’installazione degli addobbi natalizi risulta curata dal gruppo Agsm-Aim e non dal Comune di Verona. Temiamo tuttavia che nel caso specifico il problema non sia di gusti personali, ma di cultura. Una cultura alla Vannacci che, a quanto pare, è riuscita a varcare pure la porta di una Chiesa”.
Quindi il Pd ha invitato don Mazzai a “ritirare il termine ‘frociaggine’ e a scusarsi con tutti coloro che possono essersi sentiti offesi”, ma il sacerdote non ha intenzione di fare marcia indietro. “Chiunque può votare, non è detto che siano solo i miei follower”, ha replicato. “Ed evidentemente questo è un pensiero che circola in città. Quello di un’eccessiva esposizione ideologica dell’amministrazione comunale sul gay friendly”. Il prete ha poi precisato che il suo intento era quello di “far vedere quella bruttura messa davanti alla mia chiesa. Anche se fosse stato verde è inguardabile. Era meglio non fare niente”.
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