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United Healthcare: nonostante l’omicidio del Ceo, è tanta la rabbia in rete contro questa azienda. Ecco perché

Qualche giorno fa Brian Thompson, Amministratore delegato (Ceo) dell’assicurazione sanitaria privata americana United Healthcare è stato ucciso in pieno centro di New York. Non è ancora stato identificato l’autore né è noto il movente.

Sono subito rimasto colpito nel vedere il numero di “faccine sorridenti” sotto il messaggio di cordoglio pubblicato dalla pagina Facebook dell’azienda, che qualcuno ha condiviso su X e ho fatto qualche ricerca per capirne il motivo.

Mi è bastato qualche minuto per trovare, tra i commenti della stessa pagina Facebook, decine e decine di testimonianze di persone arrabbiate contro questa assicurazione sanitaria privata che aveva negato loro ai loro cari cure vitali, causandone spesso la morte. Su Youtube invece si trovano video di manifestazioni di protesta sotto la sede della società americana, sempre animate dagli stessi motivi.

Ma cos’è United Health Care?

United Healthcare (UNH) è l’ottava azienda al mondo per fatturato. Lo scorso anno ha generato 389 miliardi di dollari, solo 2 miliardi in meno di Apple, guadagnando più di Exxon, Microsoft, Samsung e JPMorgan. Tuttavia, United Healthcare ha il tasso di rifiuto delle richieste di rimborso più alto tra le compagnie assicurative: il 32%.

United Healthcare è stata citata in giudizio per aver utilizzato un programma di intelligenza artificiale per negare automaticamente le richieste di rimborso. Secondo l’accusa, questo sistema era noto alla compagnia per avere un tasso di errore del 90%, ignorando le valutazioni dei medici che ritenevano le spese necessarie dal punto di vista medico. Ciò ha portato direttamente alla morte di diversi anziani nel Midwest, nonostante guadagni superiori a quelli di General Motors e Ford messi insieme.

Da quando Andy Slavitt ha assunto la guida del CMS nel 2014, il valore delle azioni di United Healthcare ($UNH) è aumentato del 790%. Contemporaneamente, le spese mediche sostenute direttamente dai pazienti (ad esempio i premi assicurativi) sono aumentate del 67% dal 2008. L’80% delle bancarotte personali negli Stati Uniti a causa di spese mediche riguardava persone che erano coperte da un’assicurazione sanitaria al momento della malattia.

Negli ultimi 25 anni, i premi delle assicurazioni sanitarie sono aumentati del 213%, mentre il valore delle azioni delle principali compagnie assicurative, da quando è stato introdotto l’ACA, è cresciuto di oltre l’800%. Questo spiegherebbe l’animosità crescente verso l’ottava azienda più grande al mondo, che adotta pratiche volte a negare cure e danneggiare gli americani, mentre il valore delle sue azioni è salito vertiginosamente.

Ecco alcune testimonianze pubblicate su X di recente:

United Healthcare ha negato a mia moglie un trattamento salvavita. Poi ha continuato a fatturarmi per il piano familiare, pur sapendo che mia moglie era morta. Ho vissuto un decennio di purgatorio finanziario e danni al mio punteggio di credito a causa del loro modello di business mafioso: paga o muori.

Mio figlio è nato con due buchi nel cuore, scoperti quando aveva appena quattro ore. UHC gli ha negato la copertura classificandolo come una condizione preesistente.

Ho subito la rimozione della cistifellea. Poco dopo ho sviluppato un grave reflusso biliare che richiedeva un intervento chirurgico per essere risolto. L’assicurazione ha detto di no, preferendo fare 50.000 test e aspettare uno o due anni per provare con i farmaci. Nel frattempo, il reflusso avrebbe rovinato l’esofago e i denti, che non avrebbero riparato perché “sono solo ossa di lusso”. Sono quindi andato in Messico sei mesi dopo, dove ho pagato 8.000 dollari, inclusi medico, anestesista e cinque giorni con un’infermiera privata. L’intervento ha comportato la riprogrammazione di una parte dell’intestino tenue, risolvendo completamente il problema biliare. Durante l’operazione, hanno anche scoperto un’ernia iatale causata dalla precedente operazione alla cistifellea e l’hanno riparata gratuitamente. È stata la migliore assistenza medica che abbia mai ricevuto, senza complicazioni. Inoltre, ho salvato i miei denti perché ho deciso di non fidarmi della mia assicurazione. Ah, dimenticavo, io e il mio datore di lavoro paghiamo 25.000 dollari l’anno per l’assicurazione sanitaria…

Che dire davanti ad una tragedia frutto probabilmente di altre tragedie causate da un sistema folle che, anche in tema di salute, sembra essere dominato dalla logica del profitto ad ogni costo? Forse che il sistema sanitario americano andrebbe completamente riformato, per assicurare a tutti cure mediche fondamentali, come avviene in tutti i paesi civili. Gli Stati Uniti non mancano di risorse finanziarie per farlo, la volontà politica invece è un’altra cosa, e non sembra, a giudicare dai risultati elettorali, che a breve le cose cambieranno in tal senso.