C’era una volta davanti all’ingresso del Palazzo della Provincia il Presidente Luis Durnwalder che dalle 6,30 fino alle 8 è a disposizione della popolazione, sette, otto, dieci minuti per ciascuno, poi tocca agli appuntamenti veri quando entra in ufficio. Per garantirsi un buon posto in fila, conveniva arrivare intorno alle 5. C’erano raggruppamenti e parentele: madre e figlio, marito e moglie, due soci in qualche cosa. Il presidente annotava sugli ormai mitici foglietti verde chiaro i casi di ciascuno: alle 8 arrivano i quattro segretari particolari e, a seconda delle competenze, ricevono e smistano. “Sa che anche Francesco Giuseppe riceveva i suoi sudditi? Sicuramente non come me, non tutti i giorni”. Non ha mai smesso in trent’anni, da quando è entrato in politica. Ha solo dovuto via via anticipare l’orario…

Non è una favola, è successo davvero. Me l’ha raccontato Isabella Bossi Fedrigotti, inviata speciale del Corriere della Sera, scrittrice, vincitrice Premio Campiello e un mucchio di altre cose.

Prendiamo il sindaco Manfredi che quando era rettore e accademico alla Federico II trovava il tempo di fare consulenze extra per il valore di 760mila euro, ha patteggiato e ne ha restituiti 200 e rotti. Fa il sindaco di Napoli ma trova il tempo di farsi eleggere Super Sindaco, presidente dell’Anci, Associazione Nazionale Comuni Italiani. E di tenersi pure la delega di Assessore alla Cultura (vedi la Venere degli Stracci e il Pulcinella fallico in Piazza Municipio). Napoli vittima di overtourism basso spendente e lui concede Piazza Plebiscito, la più bella del mondo, per concertini spaccatimpani, 45 giorni d’estate, il fondo l’abbiamo toccato ieri con la finalissima di X Factor, la prima volta nella storia del format fuori dagli studi televisivi, traffico paralizzato, il quartiere Chiaia blindato e servizio taxi non operativo.

Le principesse Beatrice di Borbone e Federica de Gregorio a piedi 4 kilometri. Intanto dal porticato della basilica regia piovono calcinacci e infiltrazioni d’acqua, ma chissene… the show must go on. Con gran finale di fuochi d’artificio. Un architetto molto famoso che abita in zona dice che ogni sussulto, ogni scossa che il complesso monumentale di Palazzo Reale subisce è un danno incalcolabile. Manfredi incalza: “Il turismo porta presenze e io preferisco una città piena, anche troppo piena, piuttosto che una città vuota e povera. Perché porta lavoro”. Il 13 dicembre la città si rivolta contro il far west degli affitti brevi.

Io ho scritto un libretto: Napoli, Ti odio! (Guida Editori). Lo diceva Catullo, 2000 anni fa: odi et amo, Odio e amo. Presentato alla Feltrinelli di Piazza de Martiri da Isabella Bossi Fedrigotti, Laura Valente (due milanesi dal pensiero garbato/chic che hanno sposato due napoletani doc), Patrizio Rispo, il sole del longevo “Un Posto”, e Eduardo Cicelyn, una voce da zona franca. Una domanda rimane sospesa: quanto costa affittare Piazza Plebiscito? Il Comune la offre a prezzi da black friday. Se chiedete la cifra nessuno la sa, nessuno risponde, chi la scarica su onlus immaginarie, chi fa scambio merce… Dossier alla mano, gli avvocati Antonella Esposito Gagliardi e Giuseppe Russo sono i piloti di una class action. Basta con lo stupro di Piazza Plebiscito!

La chiosa fulminante di “Napoli, Ti odio” spetta a Enzo D’Errico, inviato e direttore del Corriere del Mezzogiorno. Lui va oltre: “Napoli non esiste. E non esistiamo noi come cittadini”.

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