Più di 400 chilometri di distanza attraverso la Siria martoriata da quasi 14 anni di guerra
La sorprendente offensiva anti-governativa siriana sostenuta, almeno nelle sue fasi iniziali, dalla Turchia, deve gran parte del suo successo al collasso delle difese militari dei governativi e delle forze filo-iraniane e alla clamorosa mancanza di sostegno da parte delle forze russe. Da Idlib a Damasco, più di 400 chilometri di distanza attraverso la Siria martoriata […]
La sorprendente offensiva anti-governativa siriana sostenuta, almeno nelle sue fasi iniziali, dalla Turchia, deve gran parte del suo successo al collasso delle difese militari dei governativi e delle forze filo-iraniane e alla clamorosa mancanza di sostegno da parte delle forze russe. Da Idlib a Damasco, più di 400 chilometri di distanza attraverso la Siria martoriata da quasi 14 anni di guerra, sono stati percorsi in un tempo record, rimettendo in discussione trincee e divisioni politico-militari congelate da anni e frutto di accordi di spartizione tra russi e americani, turchi e iraniani e da una miriade di forze armate locali e regionali.
L’operazione militare è stata avviata in maniera congiunta da due anime degli insorti filo-turchi: i jihadisti di Hayat Tahrir ash Sham (Hts) da anni padroni a Idlib nel nord-ovest, e dall’Esercito nazionale siriano, una milizia creata da Ankara. Dopo aver sbaragliato le difese iraniane e governative a ovest di Aleppo, questo eterogeneo gruppo di combattenti, tra cui figuravano i primi giorni anche mercenari caucasici, dell’Asia centrale e della Cina occidentale, si è ritrovato di fatto con le porte della città di Aleppo – la città martire assediata e colpita anche da un terremoto – spalancate.
La presa della seconda città della Siria ha costituito un punto di svolta: da lì, Hts ha puntato verso sud, mentre i combattenti più vicini alla Turchia si sono spinti a nord e a est, cacciando oltre l’Eufrate civili e armati curdi. Da Aleppo a Hama e poi alla periferia nord di Homs è stata di fatto una marcia trionfale senza quasi incontrare ostacoli. I manipoli di miliziani filo-iraniani inviati dal Libano e dall’Iraq non si sono di fatto palesati sul terreno. E i trecentomila sfollati registrati finora e i circa 500 morti sono un numero relativamente basso per l’ampiezza territoriale dell’offensiva. Agli insorti del nord si sono poi uniti quelli del sud, nelle regioni Daraa, Suwayda e Qunaytra. Anche questi ultimi non hanno di fatto incontrato resistenza, con molti soldati governativi in fuga a piedi, disertando e sostituendo velocemente la logora divisa in abiti civili.