Mentre il Movimento 5 Stelle si trova a dover votare nuovamente i quesiti dopo la richiesta dal garante Beppe Grillo, i giovani guardano già al futuro e sognano una “fase 2”. Sono quelli che Beppe Grillo non conosce e a cui ha voluto dire che abbracciando la linea di Giuseppe Conte andranno a funghi: “andate per funghi. Io non mi offendo, non vi conosco neanche più”. Ai microfoni de ilfattoquotidiano.it, tre giovani iscritti e parte del network giovani hanno raccontato come stanno abbracciando pienamente il nuovo corso di cui fa parte pienamente il Network giovani. Il Network giovani, lanciato ufficialmente il 17 giugno 2023, nasce con l’idea di essere un laboratorio e un’officina politica, destinata in futuro a diventare una giovanile strutturata. Andrea Bonazzi, 24 anni e consigliere comunale di Rozzano, ex candidato sindaco, e attivisti nel Movimento dal 2016, racconta: “Il network nasce da un lavoro che tanti di noi hanno portato avanti informalmente per 6-7 anni, costruendo un senso di aggregazione. Quel primo importante riconoscimento è arrivato grazie al presidente Conte.”
Ad oggi, il Network Giovani si differenzia da altre organizzazioni giovanili perché non ha ancora una struttura gerarchica ben definita. “Esistono solo dei referenti territoriali, ma non abbiamo una gerarchia ufficiale,” spiega Bonazzi. Attualmente, il network è aperto ai giovani fino ai 36 anni ed è diventato uno spazio dove si intrecciano diverse istanze generazionali. Questo progetto è cresciuto “grazie a una forte espansione che rappresenta un contro-trend rispetto al calo d’interesse per la politica tra i giovani- nota il consigliere-Sempre più under 30 si stanno avvicinando al Movimento, trovandosi in sintonia con la visione “2050” proposta da Conte, che pone maggiore attenzione a temi come l’ambiente, le politiche sociali e l’innovazione tecnologica”.
Bonazzi pensa che “ La lotta che Grillo sta facendo contro questa comunità non porta a niente di buono e utile. Il movimento ha raggiunto una fase in cui la sua classe politica deve essere sia aperta, ma anche coltivare quella esistenze. Basti pensare che chi fa il consigliere comunale, come me, ci rimette solo soldi ma lo fa per amore della propria città. Sui mandati, i limiti verranno stabiliti quanti saranno ma è giusto aumentarli, però reputo che bisogna partire dall’esperienza comunale per arrivare a quella nazionale”.
Ada Bastone, 28enne calabrese, è entrata nel movimento nel 2021 ed è attualmente referente giovane del gruppo territoriale di Rende in provincia di Cosenza, ci racconta come il Movimento 5 stelle e il network le abbiano dato la possibilità di fare politica ” Il network rappresenta un’opportunità unica per i giovani per i territori che rimangono ai margini della società, per chi decide di non andarsene dal sud e per chi vuole ridare al proprio territorio anche a distanza“. Proprio questa opportunità rischia di essere distrutta dall’attuale garante: ” La scelta di Grillo, per quanto ne ha tutto il diritto, è svilente. Una scelta poi accompagnata da un invito di non voto, che porta a minare il cuore della nostra comunità, quello della partecipazione diretta”. Bastone sottolinea ” Il dissenso fa parte della nostra storia, ma la richiesta di non votare di Grillo e dei figli delle stelle va contro i principi fondativi del Movimento. Noi siamo nati per andare contro quella politica che stava appresso a giochi di potere e inutili battibecchi. Sentire dire da questi figli delle stelle che rappresentano il movimento dell’albore mi sembra insensato, loro stessi stanno tradendo i nostri ideali invitando a non votare. Sono loro che vanno a funghi“.
Proprio la scelta del fondatore è quello che infuoca di più gli animi degli iscritti. Jacopo Gasparetti, 28enne referente giovani del I Municipio di Roma e iscritto dal 2022 dopo la caduta del governo Draghi: ” Per me il movimento è quello progressista incarnato da Conte e Todde. Siamo in una fase diversa del 2013, abbiamo raggiunto una maturità politica e questa si deve riflettere nella nostra forma “.
Per il 28enne il network è uno strumento fondamentale per le istanze giovanili e per la lotta generazionale che i giovani si trovano a combattere ogni singolo giorno “Il ruolo di noi giovani è stare nelle diverse contraddizioni (dal diritto allo studio all’abitare , fino all’università e la scuola, difendendo le occupazioni studentesche con il linguaggio generazionale) e questo si può fare solo tramite un contenitore che attiri i giovani“. Gasparetti ci anticipa che il gruppo ha strappato la promessa ai dirigenti del movimento che dopo l’assemblea costituente ci sia un momento di confronto con la finalità di diventare una vera e propria giovanili. Questo processo però per il 28enne non si può ottenere se “qualcuno c’è lo impedisce“, riferendosi al Garante, ” Grillo ha accompagnato tutto il processo costituente attaccando una comunità pronta a maturare. Attaccando la Presidente Todde che è la prima presidente di regione a quota m5s e incarna la strada che noi dobbiamo prendere”.
Gasparetti commenta senza mezzi termini il video di Grillo: “L’ho trovato squallido. Nel momento in cui il Movimento 5 Stelle si batte per la pace, contro lo sterminio a Gaza e per fermare il conflitto tra Ucraina e Russia, è di pessimo gusto riferirsi alla morte in quei termini. Questo video dimostra una cosa: Grillo è solo un comico e oggi può fare solo quello. È evidente che si è ormai scollato dalla comunità del Movimento”. Il 28enne critica anche l’atteggiamento storico del garante verso le giovanili: “Grillo non ha mai capito nulla dei giovani. Era contrario all’idea di una giovanile, ma io penso l’esatto opposto. Un organo giovanile è essenziale: rappresenta una comunità dove i coetanei possono confrontarsi, sentirsi vicini alla politica e costruire il proprio impegno. Senza questo spazio, la politica rischia di sembrare distante e irraggiungibile. I giovani devono organizzarsi, dimostrare il proprio valore e rivendicare il presente, perché appartiene anche a loro. Non possiamo aspettare il permesso di qualcuno per esercitare il nostro ruolo politico”.
A proposito dell’invito al non voto lanciato da Grillo e dell’associazione “Figli delle Stelle”, aggiunge: “L’invito al non voto è un cortocircuito che rischia di paralizzare la nostra comunità. Quanto ai Figli delle Stelle, sono un piccolo gruppo di giovani che ha fatto poca politica e non è rappresentativo. Quando abbiamo cercato un confronto, non hanno voluto parlare. Li abbiamo incontrati per la prima volta all’Eur, ma si rifanno a principi superati. Dopo l’esperienza di governo e tutto il percorso fatto, dire di non essere né di destra né di sinistra significa solo voler tornare indietro. Per me, questo atteggiamento è inaccettabile”. Sul posizionamento politico del Movimento, Gasparetti sottolinea: “Io mi sento nella sinistra, ma la definizione di ‘progressisti indipendenti’ ci rappresenta meglio. Ci dà quella radicalità che la semplice etichetta di sinistra non offre. Abbiamo posizioni chiare, ci discostiamo quando necessario, e siamo maturi politicamente. A chi ci dà per ‘morti e sepolti’, rispondiamo che non è così: siamo in crescita e pronti a prenderci il nostro spazio”. Per il 28enne la giusta definizione dell’alleanza è il fronte progressista e non campo largo: “Non mi piace questa definizione. Siamo oltre, e parliamo di una coalizione progressista, di un fronte progressista. L’obiettivo nel caso di noi network giovani è lavorare in sinergia con le altre giovanili di sinistra e progressiste , opponendoci con forza con temi seri e credibili a quelle di destra da cui ci dividono idee e visioni . ”.
Anche Ada Bastone condivide l’identità di “progressista indipendente”, pur precisando: “A me non dispiace questa definizione, credo che il Movimento abbia preso una posizione chiara. Dire di non essere né di destra né di sinistra è sbagliato. Essere progressisti indipendenti significa avere la libertà di scelte nette e chiare, anche in contrasto con altre forze progressiste, come il PD. Ad esempio, se il PD vota per le armi o sostiene la Commissione Von der Leyen che non condividiamo, noi siamo fieramente contrari”.
Tutti e tre concordano sul fatto che la strada intrapresa dal Movimento sia l’unica possibile e accusano Grillo di essersi autoescluso dal processo di rinnovamento: “Quando si cresce e si diventa adulti, chi ci ha visto crescere può scegliere di fare il nonno, accompagnandoci, dando consigli e insegnamenti, restando presente nei momenti di bisogno. Oppure può decidere di fare il vecchio santone. Grillo ha scelto quest’ultima strada: ha rifiutato lo svecchiamento e il cambiamento, autoescludendosi. Io, invece, nel Movimento sarò sempre dalla parte di chi guarda al futuro e lo costruisce” dichiara Gasparetti.
A questi giovani si contrappongono quelli de I figli delle stelle, contrari a questo rinnovamento che tradisce lo spirito fondatore del Movimento e che presenta delle storture, avevano dichiarato in vista dell’assemblea Nova: “Il coraggio delle nostre posizioni, in difesa di valori che riteniamo essenziali per il M5S come forza innovatrice della politica, ci dà la credibilità di contestare le votazioni previste questa settimana. Ancora una volta, assistiamo a richieste di ratificare i desiderata di pochi, presentando opzioni che non rispecchiano la voce della base e non consentono la libera espressione di tutti. Il non voto è la miglior forma di voto possibile in questa tornata.”