La trama dell’opera - 4/9
Atto primo. Siviglia. Sala nel palazzo del Marchese di Calatrava
Dopo avere ricevuto dal padre – il vecchio Marchese di Calatrava – la benedizione notturna, Donna Leonora si appresta a fuggire con l’amato Don Alvaro, un peruviano discendente da una stirpe reale perseguitata dai dominatori spagnoli. Combattuta tra amore e obbedienza alla volontà del padre – contrario alle sue nozze con uomo di origini incerte – la giovane esprime a Don Alvaro il desiderio di rinviare la partenza. Tuttavia si dichiara pronta a seguire l’amato. Il Marchese irrompe nella stanza e affronta il presunto seduttore della figlia. Per provare la propria innocenza, Don Alvaro non esita a gettare a terra la pistola. Ma cadendo, l’arma scarica accidentalmente un colpo che colpisce a morte il vecchio gentiluomo. Il Marchese muore maledicendo la figlia.
Atto secondo. Villaggio d’Hornachuelos. Grande cucina di un’osteria
Don Carlo di Vargas, figlio del Marchese di Calatrava, ha giurato di vendicare la morte del padre. Da tempo è sulle tracce della sorella Leonora e del suo complice che crede fuggiti insieme. In realtà, da quella tragica notte i due amanti non si sono più incontrati. Giunta nella medesima osteria in abiti maschili, Leonora riconosce il fratello sotto le mentite spoglie dello studente Pereda. La giovane riesce comunque ad allontanarsi senza essere scoperta, mentre la zingara Preziosilla inneggia alle gioie della vita militare.
In una piccola spianata sul declivio di una scoscesa montagna, di fronte alla facciata della chiesa della Madonna degli Angeli, nella speranza di fuggire l’ira del fratello e di espiare il senso di colpa per la morte del padre, Leonora domanda asilo in convento. Confida al Padre Guardiano la propria storia e chiede di potersi ritirare in un vicino eremo per trascorrervi in solitudine il resto della vita. Il Padre Guardiano acconsente, raduna i frati e impone loro di non violare il segreto che circonda l’ignota penitente. Poi implora la protezione della Vergine.
Atto terzo. In Italia presso Velletri. Bosco
Sul campo di battaglia le forze spagnole e italiane affrontano le truppe austriache. Don Alvaro si è arruolato nell’esercito spagnolo sotto il falso nome di Don Federico Herreros, conquistandosi fama di eroe. Medita sulle proprie sventure e piange Leonora che crede morta. Nel corso di una rissa, Don Alvaro salva la vita all’ufficiale Don Felice de Bornos, in realtà Don Carlo, fratello di Leonora. Senza riconoscersi, i due soldati si giurano amicizia eterna.
Salotto nell’abitazione d’un ufficiale superiore dell’esercito spagnolo in Italia. Don Alvaro è stato gravemente ferito in battaglia. Credendosi vicino alla morte, affida all’amico una valigia contenente un plico sigillato, con la promessa di bruciarlo dopo la sua morte. Ma Don Carlo, che nutre alcuni sospetti sulla vera identità di Don Alvaro, apre la valigia e vi trova il ritratto di Leonora. Così ha la prova che l’amico ferito è in realtà il seduttore della sorella e l’assassino del padre. All’annuncio che Don Alvaro è ormai fuori pericolo, Don Carlo pregusta la vendetta.
Atto quarto. Vicinanze di Homachuelos. Interno del convento della Madonna degli Angeli
Da cinque anni Don Alvaro vi si è ritirato ignorando che nell’eremo vicino vive in solitaria espiazione Leonora. Fra Melitone gli annuncia la visita di uno straniero. Si tratta di Don Carlo, che è riuscito a rintracciare il rivale e provoca Don Alvaro costringendolo, infine, a battersi.
Valle fra rupi inaccessibili, attraversata da un ruscello. Dopo avere ferito a morte Don Carlo, Don Alvaro si avvicina all’eremo, implorando aiuto per il rivale. Sopraggiunge Leonora e riconosce l’amato Don Alvaro. Poi corre in soccorso del fratello morente, che la colpisce a morte. Confortata dalle parole del Padre Guardiano, Leonora muore invocando su tutti il perdono di Dio. Alvaro è ormai solo.