La procura di Milano che lunedì conferirà l’incarico per una consulenza cinematica e dinamica
Un impatto tra auto dei carabinieri e moto su cui viaggiavano Ramy Elgaml, il 19enne egiziano, in sella allo scooter guidato da un amico che si è schiantato contro un muretto in via Quaranta, a Milano. È l’ipotesi su cui indaga la procura di Milano che lunedì conferirà l’incarico per una consulenza cinematica e dinamica […]
Un impatto tra auto dei carabinieri e moto su cui viaggiavano Ramy Elgaml, il 19enne egiziano, in sella allo scooter guidato da un amico che si è schiantato contro un muretto in via Quaranta, a Milano. È l’ipotesi su cui indaga la procura di Milano che lunedì conferirà l’incarico per una consulenza cinematica e dinamica volta a ricostruire cause ed eventuali responsabilità dell’incidente stradale di via Ripamonti angolo via Quaranta a Milano in cui ha perso la vita il ragazzo la notte fra il 23-24 novembre dopo un inseguimento con i carabinieri.
“La moto e la macchina dei carabinieri andavano velocissimi, sulla moto c’erano due ragazzi che hanno frenato di botto per svoltare a sinistra: i carabinieri – ha raccontato un testimone già sentito dagli inquirenti agli avvocati – non hanno fatto in tempo a frenare, ho sentito lo stridere delle gomme della pattuglia sulle rotaie del tram e poi il botto della pattuglia contro lo scooter. Lo scooter svoltando a sinistra è stato preso dalla macchina dei carabinieri che hanno perso il controllo, urtando contro lo scooter e poi contro il semaforo. In sostanza i carabinieri hanno provato a frenare ma la macchina ha perso aderenza sui binari, lo scooter si è sbalzato, la macchina ha preso il palo del semaforo e Ramy, poverino, era tra il palo del semaforo e la macchina”. La testimonianza, riportata da Repubblica, include anche un elemento già circolato nei giorni scorsi: ovvero che il video che aveva girato è stato cancellato su richiesta di un carabiniere. “Quando hanno visto che stavo filmando, erano due pattuglie, due carabinieri in divisa, non so se della prima o seconda macchina, sono venuti vicino a me e mi hanno fatto una foto al documento e mi hanno detto “cancella immediatamente il video, adesso che hai fatto il video ti becchi anche una denuncia””. La Procura deve decidere come provare a recuperare l’eventuale video sul cellulare del testimone.
L’incarico dei pm quindi riguarderà elementi come la velocità a cui viaggiavano i mezzi, le traiettorie e gli eventuali angoli di “impatto” dopo che il testimone oculare dell’incidente ha parlato di un urto, anche se involontario, fra la gazzella del radiomobile e il Tmax. Nel frattempo gli investigatori, coordinati dal pm Marco Cirigliano e dal Procuratore Marcello Viola, stanno analizzando ogni singolo rottame dello scooter e dell’auto alla ricerca di tracce e segni di vernice che, da una prima analisi, sembrerebbero essere presenti. Al vaglio degli inquirenti anche l’ipotesi, come avrebbe riferito sempre il testimone dalla sua prospettiva, che la vittima 19enne sia rimasta schiacciata per errore dalla gazzella che li stava inseguendo prima di impattare contro il semaforo schiantato a terra. L’autopsia sul corpo di Ramy Elgaml, che ha stabilito la lacerazione dell’aorta come causa della morte quasi sul colpo e rilevato poche lesioni alla testa o traumi da schiacciamento cranico nonostante viaggiasse senza casco, ha mostrato lesioni diffuse agli organi interni. Per la vicenda un vicebrigadiere dell’arma è indagato, a titolo di garanzia, per concorso in omicidio stradale. Invece Fares Bouzidi, il 22enne che guidava lo scooter, era stato arrestato per resistenza a pubblico ufficiale ed è indagato per concorso in omicidio stradale.