Proprio domenica 1° dicembre è stato comunicato l’elenco dei cantanti partecipanti a Sanremo 2025. Che dire? Per me sarebbe certamente più facile sproloquiare su quella lista, o più in generale sul Festival. E invece no, non succederà. Il Festival l’ho sempre seguito, attratto da una fascinazione che non so spiegare del tutto. I ricordi delle edizioni sanremesi degli anni ’80 e ’90 restano nitidi; il salotto di casa sembrava trasformarsi in un’arena: chi tifava per i Ricchi e Poveri, chi per Alice (io); e alla fine, a dominare davvero la serata era la mamma, che immancabilmente sentenziava: “Quest’anno non c’è una canzone decente! Uno schifo!“. Regolare, ogni anno, ancora oggi succede: “Ciao Mà, allora ti è piaciuto Sanremo? Quest’anno non ce n’è una decente! Uno schifo!”. Più che altro, un copione che si ripete, rispettato da sempre e per sempre.
Ma forse è proprio questo il punto che va ribadito, a costo di essere tacciati di banalità: Sanremo non è solo musica, è un rituale collettivo, un pezzo di noi, come la pizza o uno spaghetto aglio e olio. Potrai anche non amarlo, potrai preferire chissà quale sonorità, ma alla fine un po’ ce lo hai dentro. E sì, lo hai dentro pure tu, che lo schifi. Che ti credi? Scantati! (termine che si utilizza dalle mie parti e sta a significare svegliati).
Questo genere di persone hanno già cominciato a parlarne male, dopo dieci minuti dall’annuncio dei cantanti in gara… sfoderando la solita litania: “Ma è possibile che di ‘sta m***a se ne cominci già a parlare tre mesi prima?”. Madonna Santa, anche ‘sta frase è vecchia come il cucco, almeno quanto quella di mia madre. Fa parte dello stesso copione, sempre lo stesso.
Alla fine, in un modo o nell’altro, Sanremo riesce a mettere tutti in gioco. E sì, a dispetto delle critiche, da lì sono usciti brani che, volenti o nolenti, hanno segnato parte del nostro immaginario musicale. Poi… Sanremo è Sanremo, purché se ne parli male. Diciamocelo.
In attesa di scoprire cosa riserverà Sanremo 2025, nei consueti nove punti di questo blog vi lascio ‘nove’ brani che continuano a vivere sulla pelle e nei ricordi del sottoscritto. A margine del pezzo, la consueta playlist dedicata. Buona lettura e buon ascolto.
1. Io Confesso – Mauro Ermanno Giovanardi ft. La Crus
Una ballata struggente ed elegante, che racchiude tutta la poetica dei La Crus, band capace di mescolare malinconia e bellezza in ogni sua nota. “Io Confesso” è una riflessione intima e sincera, che si sviluppa tra le parole sincere di Mauro Ermanno Giovanardi, evocando emozioni universali. Sanremo ha permesso a questa canzone di entrare nell’immaginario collettivo, regalando al pubblico una delicatezza rara e un brano che resta nel cuore.
2. Rien ne va plus – Enrico Ruggeri
Un invito alla riflessione di un fuoriclasse assoluto della canzone italiana. La sua musica, insieme al testo, dà voce a una critica sociale che sfida il conformismo, cercando di andare oltre le apparenze. Ruggeri ha saputo trattare temi complessi con una classe unica, e questo brano rimane uno dei momenti più emblematici della sua carriera e forse il più alto.
3. Sette Fili di Canapa – Mario Castelnuovo
Un pezzo che si distacca dal cliché sanremese, portando con sé un’atmosfera più sperimentale e fuori dagli schemi. “Sette Fili di Canapa” è una delle proposte più originali del Festival, con un sound che non si conforma alle tendenze dell’epoca. La canzone riflette un atteggiamento di ricerca musicale, che ha saputo emergere anche in un contesto tradizionalmente più popolare. Una proposta che, seppur meno conosciuta, ha contribuito a definire un altro lato della musica italiana. Sorge una riflessione: rendiamoci conto di che musica girasse a quel tempo… a pensare invece a quella attuale, “vien freddo”!
4. Per Elisa – Alice
Alice ha portato a Sanremo una delle canzoni più iconiche della musica italiana, capace di trasformare la scena musicale del Festival. Il brano segna l’inizio di una nuova era, caratterizzata da sonorità più oscure e nuove, che rompono con la tradizione del pop melodico. La straordinaria interpretazione di Alice, con la sua voce sensuale e misteriosa, ha conquistato il pubblico e ha dato vita a una canzone che è diventata un classico senza tempo. Battiato docet!
5. Radioclima – Garbo
Artista e persona straordinaria per un brano che fonde la tradizione del pop italiano con l’energia del new wave. Il sound elettronico e ricercato cita nemmeno da lontano Ultravox e compagnia bella, rompendo con le melodie più classiche e aprendo la strada a nuove influenze. “Radioclima” è diventata una pietra miliare per molti amanti della musica alternativa, e ancora oggi viene ricordata come una canzone di culto.
6. Vacanze Romane – Matia Bazar
Diciamolo chiaramente, più che un brano è un inno generazionale che ha attraversato i decenni. Tra pop, elettronica e poesia, in altre parole un brano iconico del Festival. Più in generale il disco entro il quale è contenuta (Tango) ha caratterizzato la scena “Synth-Pop” nostrana di quel periodo.
7. Lei Verrà – Mango
Una delle canzoni più emozionanti mai presentate a Sanremo. Portato al Festival da un artista con la A maiuscola. Un brano che ha fatto storia, non solo a Sanremo, ma anche nel cuore degli italiani.
8. Contessa – Decibel
Ruggeri, sempre lui! Ma qui, insieme ai Decibel. Un mix di rock e pop con un testo enigmatico e una musica che ha saputo essere tanto sofisticata quanto energica. La canzone, pur non vincendo, ha segnato un cambio di rotta per il Festival, portando una sonorità più dinamica e una proposta musicale che non passò inosservata. Un brano che ancora oggi risuona come un simbolo di quella rivoluzione musicale che ha coinvolto la scena alternativa italiana. Era il 1980…La new wave imperversava.
9. Tutti i Miei Sbagli – Subsonica
Nel corso degli anni, molti gruppi alternativi italiani hanno fatto capolino al Festival, ma nessuno come i Subsonica è riuscito a centrare l’obiettivo, riuscendo a rimanere fedeli alla propria essenza alternativa pur raggiungendo un vasto pubblico. Capolavoro assoluto.
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