Una possibilità futura di cura per i “bambini farfalla”, chiamati così a causa di una malattia rara che rende la loro pelle estremamente fragile. È infatti partito all’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù uno studio preclinico che prevede un trapianto di pelle geneticamente modificata con l’obiettivo di curare l’epidermolisi bollosa distrofica recessiva. Ad annunciarlo è stato l’ospedale pediatrico romano, alla vigilia della 19esima edizione delle giornate dedicate alle malattie rare in dermatologia pediatrica.
Le Epidermolisi Bollose sono un gruppo di malattie genetiche della cute rare, caratterizzate da una estrema fragilità della pelle e delle mucose, con formazione di bolle in seguito anche a traumi di piccola entità. La malattia, che si manifesta fin dalla nascita, causa anche numerose complicanze a carico di quasi tutti gli organi con limitazioni funzionali e riducendo significativamente l’aspettativa di vita. “L’epidermolisi bollosa è una malattia che condiziona profondamente la vita dei pazienti, ma la ricerca sta aprendo nuove strade di cura, mentre la gestione multidisciplinare resta un’arma fondamentale”, spiega May El Hachem, responsabile della dermatologia dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma.
Nel mondo le epidermolisi bollose colpiscono circa 1 bambino ogni 17.000 nati (circa 500.000 persone). In Italia le stime indicano di 1 paziente ogni 82.000 nati, per un totale di circa 1.500 persone. Esistono quattro forme principali di epidermolisi bollosa: simplex, responsabile di più del 50% e delle forme meno gravi, ma che comprende alcuni sottotipi con complicanze importanti cardiache, muscolari, ecc.; giunzionale, si manifesta in meno del 10% dei casi ma uno dei sottotipi può essere letale già dalla prima infanzia; distrofica, caratterizzata da lesioni generalizzate che lasciano profonde cicatrici; Kindler, la variante più rara, con coinvolgimento extracutaneo e complicanze simili alla distrofica, comporta una cute atrofica e fotosensibilità.
La sperimentazione sul trapianto di pelle – diretta da Franco Locatelli, responsabile di Oncoematologia, Terapia Cellulare, Terapie Geniche e Trapianto Emopoietico del Bambino Gesù – è rivolta ai pazienti che presentano una delle forme più gravi della malattia, l’epidermolisi bollosa distrofica recessiva. Si tratta di una variante dovuta a mutazioni di un gene che causano l’assenza o una scarsa quantità di collagene VII, una proteina essenziale per la coesione degli strati cutanei.
Nella fase in corso, l’ospedale sta selezionando i pazienti idonei sulla base di criteri quali l’entità di collagene VII presente, l’assenza di tumori della pelle e di autoanticorpi contro il collagene VII, la disponibilità di cellule staminali epidermiche. Finora sono stati reclutati circa 25 pazienti. Il vettore per veicolare la terapia genica all’interno dei campioni di pelle è già stato sviluppato. Una volta conclusa questa prima fase, si procederà a un altro trial per sottoporre 1-3 pazienti alla terapia genica che consiste nel prelievo di campioni di pelle, al loro trattamento con la terapia genica e al successivo trapianto dei tessuti modificati.
Intanto per i pazienti con epidermolisi bollosa distrofica recessiva è disponibile da marzo di quest’anno una terapia locale a base di corteccia di betulla, approvata dall’AIFA, che viene prescritta nei Centri di riferimento per la patologia, tra cui il Bambino Gesù. Questo gel, di facile applicazione, accelera la guarigione delle ferite. Contemporaneamente il Bambino Gesù partecipa a uno studio multicentrico internazionale di fase 3 per una terapia cellulare che prevede l’utilizzo di cellule mesenchimali della pelle per il trattamento di pazienti con epidermolisi bollosa distrofica recessiva. I risultati dello studio di fase 1 e 2 hanno dimostrato l’efficacia e la sicurezza di questa terapia nel ridurre l’infiammazione dei tessuti e la progressione della malattia e migliorare la guarigione delle lesioni.
L’Ospedale della Santa Sede è anche uno dei centri di riferimento italiani già autorizzati a prescrivere una nuova terapia genica topica sotto forma di gel per il trattamento dell’epidermolisi bollosa distrofica. Il farmaco, già autorizzato dall’FDA americana e in corso di approvazione da parte di EMA ed AIFA, viene applicato direttamente sulle ferite accelerandone la guarigione e prevenendo la formazione di nuove bolle. L’efficacia è dovuta alla presenza nel gel di copie sane del gene (COL7A1) la cui mutazione è alla base di questa forma di epidermolisi bollosa.
Emanuele Perugini