“Il potenziale democratico che c’è in questo paese non è ancora interpretato da un progetto politico, si tratta di innescare una reazione che risvegli le coscienze civiche. Lo spazio c’è e il tema della cittadinanza può essere colto dalla grande maggioranza della popolazione”. Sono le parole pronunciate da Pier Luigi Bersani nel corso del dibattito “Più Europa – La Cittadinanza attiva”, organizzato a Bologna da Eureka, il laboratorio di +Europa sulla cittadinanza.

Bersani spiega: “Ne ero convinto fin da quando ci fu l’ipotesi che potessi fare il presidente del Consiglio: io la legge sulla cittadinanza l’avrei fatta nel primo Consiglio dei ministri. E avrei detto a tutti: ‘O così o pomì, se no ciao!’. Nel frattempo le cose sono andate avanti, anche per me. Io ho una nipotina di 5 anni che frequenta una scuola materna: su 20 scolari, solo 2 possono essere definiti italiani à la Borghi. E quando – continua – mi capita ogni tanto di andare a prendere da scuola la mia nipotina, lei ha per mano la sua amica, Winnie, una neretta fantastica. E allora agli italiani dobbiamo dire questa roba qui: ma quei bambini come li chiamiamo? Immigrati? Extracomunitari? Io credo che la gente, posta di fronte a questo tema, reagirà, perché è una cosa giusta, civile, umana, democratica, moderna, logica“.

Bersani poi si sofferma sull’immigrazione: “È un problema che riguarda tanti paesi, perché è un fenomeno molto complesso da governare e da gestire. Però un fatto è certo: non riuscirai mai, in questo e in altri campi, ad affrontare le emergenze se non organizzi una normalità. E la normalità è fatta di due cose: la cittadinanza e un canale regolare organizzato per l’accoglienza di migranti. Solo se noi sfondiamo su queste due cose – prosegue – potremo vedere come regolare l’universo complicatissimo dell’emergenza, le irregolarità, il tema tumultuoso degli asili. In caso contrario, continuiamo a mettere tutto nel mucchio e a far restare nella testa della gente pesantissimi pregiudizi. Una vittoria in un referendum sulla cittadinanza ci aiuta a sfondare questo tema, a far capire alla gente che c’è un bisogno di una migrazione regolare con diritti di cittadinanza e con un’organizzazione per l’accoglienza”.

E avverte: “Nel mondo, in Europa e in Italia circolano cattivi pensieri. C’è della gente che pensa di definire lei chi è normale e chi è anormale, vengono fuori idee da morale di Stato: sono idee negative che sono penetrate largamente anche nel nostro paese. Ma in Italia c’è anche dell’altra roba: un civismo da risvegliare. Io sogno che ci sia un appuntamento, e questo può esserlo, in grado di ripulire l’aria, perché attenzione: quando si fece il referendum sul divorzio nel 1974, non si conquistò solo il divorzio, ma si sgombrò l’aria, si diede un’idea”.

Bersani conclude: “C’è una maggioranza che può essere risvegliata in questo paese qui. Quindi, diamoci una mano tutti. Il sistema politico è messo come è messo, non lo vedo in grado di ripulire l’aria, cioè di mettere lì delle cose che sul piano culturale del civismo e della civiltà risveglino la cultura democratica. Un bisogno di referendum come adesso, secondo me, non c’è mai stato“.

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