Mondo

Corea del Sud, il presidente Yoon indagato per insurrezione e abuso di potere. Il 14 dicembre sotto accusa in Parlamento

La polizia, intanto, ha avviato un’indagine su Yoon e altri per presunta insurrezione

Dopo il clamoroso mancato impeachment, il partito democratico, la principale forza di opposizione sudcoreana, tenterà il 14 dicembre di rimettere sotto accusa il presidente Yoon Suk-yeol, dopo il caos scaturito dalla proclamazione due giorni fa della legge marziale. Per il leader Lee Jae-myung il presidente Yoon è “principale colpevole dell’insurrezione e del colpo di stato militare che hanno distrutto l’ordine costituzionale della Corea del Sud, deve dimettersi immediatamente o essere messo sotto accusa senza indugio”. Pertanto, ha aggiunto Lee all’indomani della bocciatura parlamentare della mozione di impeachment delle opposizioni, “il 14 dicembre, il nostro partito Democratico metterà sotto accusa Yoon in nome del popolo“. La polizia, intanto, ha avviato un’indagine su Yoon e altri per presunta insurrezione.

L’Alta procura di Seul ha ufficializzato che il presidente Yoon Suk-yeol è sotto inchiesta per insurrezione e abuso di potere per la legge marziale dichiarata martedì sera e ritirata sei ore dopo per il voto contrario del Parlamento. Park Se-hyun, a capo dell’unità investigativa speciale che indaga sul caso, ha chiarito che Yoon “è stato formalmente elencato come sospettato” dopo le numerose denunce presentate. Alla domanda sul possibile mandato d’arresto per Yoon, Park ha detto di non voler fare commenti, aggiungendo di non poter “rivelare dettagli specifici sui piani investigativi in questa fase”.

Il politico, parlando in una conferenza stampa al Parlamento, ha anche accusato il partito al governo (People Power Party, lo stesso di Yoon) e il premier Han Duck-soo di “distruggere l’ordine costituzionale” dopo aver raggiunto l’accordo in base al quale entrambi gestiranno in maniera congiunta gli affari di stato mettendo sotto tutela Yoon, scampato sabato alla mozione d’impeachment grazie al boicottaggio del voto del People Power Party che ha fatto uscire dall’aula parlamentare i suoi deputati. “Sono complici del tradimento commesso da Yoon dopo la maldestra dichiarazione di legge marziale” dichiarata martedì sera e rimossa sei ore dopo a seguito della bocciatura del Parlamento, ha rincarato Lee nel resoconto della Yonhap, parlando del partito al governo, il cui leader Han Dong-hoon ha assicurato che Yoon farà un passo indietro anticipato rispetto alla scadenza del mandato al 2027, ma in modo “ordinato”. Una procedura, secondo Lee, che punta a “distruggere nuovamente l’ordine costituzionale”.

Intanto il c’è caos nel governo: il ministro dell’Interno Lee Sang-min, si è dimesso. Nella sua lettera di dimissioni, il ministro ha parlato della sua “responsabilità per non aver servito bene il popolo né il presidente”, secondo il quotidiano JoongAng Ilbo. L’ex ministro della Difesa della Corea del Sud Kim Yong-hyun, noto per aver proposto la dichiarazione di legge marziale al presidente Yoon Suk-yeol, è stato arrestato secondo quanto riportano i media locali. All’ex ministro della Difesa era già stato imposto un divieto di viaggio. L’ufficio del procuratore non ha rilasciato commenti sull’arresto di Kim.