Lando Norris vince l’ultimo appuntamento di stagione ad Abu Dhabi, portando il titolo Costruttori dopo 26 anni alla McLaren. L’inglese ha chiuso davanti alle due Ferrari di Sainz e Leclerc, autore di una scatenata rimonta dopo essere scattato in ultima fila (19esimo). Poi le Mercedes di Hamilton (4°) e Russell (5°). Il sette volte iridato ha superato all’ultimo giro il compagno di scuderia, salutando il team dopo 12 anni meravigliosi che gli hanno portato sei titoli piloti. Sesto Verstappen, che si è toccato al via in curva 1 con Piastri (10mo finale), ricevendo 10 secondi di penalità. Un colpo di scena che comunque non è bastato alla Rossa. Hanno chiuso la top-10 l’Alpine di Gasly (7°), la Haas di Hulkenberg (8°) e l’Aston Martin di Alonso (9°).

Il commento di gara – Col cuore in gola: il primo minuto di gara di ferraristi e appassionati McLaren è stato così. Il botto al via tra Verstappen e Piastri ha riaperto tutto, costringendo Norris alla gara perfetta per portare a casa un titolo costruttori che a Woking mancava dal 1998. Norris ha risposto presente conducendo una gara precisa e ottima come doveva fare: allungo iniziale nella prima parte di gara (andando oltre i 4 secondi su Sainz), gestione fino alla sosta del 27 giro per montare le hard, poi altra fase di gara di conservazione sullo spagnolo, che nel frattempo ha tentato il tutto per tutto strappando, prima di perdere nel finale con le gomme alla frutta. Il mondiale è meritatamente di un team che ha saputo tirare fuori una macchina, la MCL38, più forte di tutte da Miami in avanti, capace grazie alla sua versatilità di adattarsi a tutti i circuiti mondiali.

La Ferrari ci ha provato, ha saputo crederci fino alla fine anche dopo Singapore (quando la McLaren era avanti di 70 punti), non mollando di un centimetro. Pesa il passo falso nel quartetto di gare tra Canada e Silverstone, altrimenti probabilmente la sentenza del mondiale costruttori sarebbe stata diversa. Merito comunque a un Vasseur che ha riportato Maranello a competere per un titolo all’ultimo GP di campionato, oltre a ingegneri che hanno saputo progredire l’auto nonostante l’addio dell’ex direttore tecnico Enrico Cardile (diretto all’Aston Martin) nel bel mezzo della stagione. Un percorso comunque bellissimo per la Rossa, che sa di poter contare sugli aggiornamenti portati quest’anno come base per la vettura del prossimo, dove ci sarà un Hamilton in più, pronto alla battaglia contro Leclerc, e un Sainz in meno, lodevole comunque nel dare tutto prima del grande saluto al team a fine gara: “È stato un onore — ha detto via radio — forza Ferrari sempre. Già da lunedì sarà in pista a Yas Marina per il filming day sulla Williams.

La sentenza di Abu Dhabi ha mostrato che la McLaren era più forte rispetto alla Rossa, capace di rubare un decimo al giro rispetto alla rivale di Maranello. Se Norris è stato un metronomo in pista, Piastri, il cui talento è fuori discussione, ha cercato in tutti i modi di toglierlo con un coup de théâtre dell’ultimo minuto. In primis ha sbagliato a non lasciare la porta aperta a Verstappen al via in curva 1, facendo come se il campione del mondo non ci fosse non ci fosse. Nonostante tutto l’olandese ha rifatto il furbetto rilasciando il freno e allungando la staccata, come già visto in altre gare di stagione, prendendosi così 10 secondi di penalità e insultando pesantemente poi i commissari Fia durante la gara. Piastri, inoltre, ha rischiato di fare harakiri su Colapinto e poi di andare contro le barriere nel terzo settore mentre tentava un sorpasso su Tsunoda in curva 10.

In casa Mercedes, invece, Hamilton saluta con una gara convincente prima di vestire di rosso l’anno prossimo. Agli strateghi del team delle Frecce d’Argento vanno fatti gli applausi per la strategia di allungare il suo stint di gara, tanto che Lewis è rientrato in pista 7° e poi passare Alonso, Gasly e Russell, chiudendo in quarta posizione. Bellissimo il martellamento finale nei confronti di Russell, con i 20 secondi rubati negli ultimi 15 giri, che nonostante la richiesta di Toto Wolff non gli ha resistito e ha ceduto all’ultimo giro con il sorpasso del pilota di Stevenage in curva 9. Prima della gara di Yas Marina, una statistica parlava di 685 punti raccolti a testa nei tre anni nei quali i due piloti hanno guidato la vettura di Brackley. Ora Hamilton l’ha spuntata per 697-695, con la speranza di vederlo in forma l’anno prossimo a Maranello.

Voto 9/10 infine alla stagione di Formula 1, non eccellente solo per il mancato arrivo di una lotta tra i piloti all’ultima gara di Abu Dhabi come tre anni fa (è stata decisa a Las Vegas da Verstappen su Norris). L’applauso e il rispetto tra i piloti di McLaren e Ferrari nel finale dimostra quanto questa battaglia sia stata corretta e appassionante. Voto 4/10 invece alla Fia e alla sua Direzione Corse, con un cambio del direttore Niels Wittich a tre gare dalla fine e tante decisioni prese in base al caso, non seguendo un regolamento in tante regole ancora troppo confusionario. Servirà una figura al vertice che sappia imporsi, come fino a sei anni fa faceva l’indimenticabile Charlie Whiting.

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