Meloni a Parigi incontra Trump e Musk: “All’Eliseo una piacevole occasione di dialogo”
Gli incontri a margine della cena di ieri sera all’Eliseo offerta dal presidente Emmanuel Macron e dalla moglie Brigitte ai capi di Stato e di governo a seguito della cerimonia di riapertura della Cattedrale di Notre-Dame
Giorgia Meloni ha incontrato Donald Trump ed Elon Musk nella notte di Parigi. Lo fa sapere la stessa presidente del consiglio, pubblicando su Facebook due foto che la ritraggono col presidente eletto degli Stati Uniti e col patron di Tesla. “È stata una piacevole occasione di dialogo quella di questa sera all’Eliseo con Donald J. Trump ed Elon MusK“, scrive la premier. Gli incontri di Meloni con Musk e Trump sono avvenuti a margine della cena di ieri sera all’Eliseo offerta dal Presidente Emmanuel Macron e dalla moglie Brigitte ai capi di Stato e di governo a seguito della cerimonia di riapertura della Cattedrale di Notre-Dame.
Presente anche Mattarella –Ieri all’inaugurazione della cattedrale, dopo l’incendio dell’aprile 2019, era presente anche Sergio Mattarella, che ha stretto la mano a Trump. Al suo arrivo accompagnato dalla figlia Laura, il presidente della Repubblica è stato accolto da Macron e dalla moglie Brigitte, tra sorrisi e affettuose strette di mano. A inizio maggio 2019, Mattarella fu il primo leader straniero a visitare la cattedrale ancora coperta dalle macerie dell’incendio.
Riprendono le celebrazioni religiose –Dopo le cerimonie per la riapertura, sono ripresi oggi a Notre-Dame le celebrazioni religiose con le prime due messe celebrate nella cattedrale ricostruita e riaperta per la prima volta al pubblico dopo 5 anni di lavori. Dopo i capi di stato e gli invitati eccellenti di ieri, la messa inaugurale è cominciata alle 10 e 30 celebrata dall’arcivescovo di Parigi, Laurent Ulrich. A differenza di ieri, quando Macron ha pronunciato un discorso ed ha ricevuto i capi di stato, il presidente non ha in programma attività ufficiali o di comunicazione. Alla funzione sono attesi oltre 100 vescovi della Chiesa di Francia e di tutto il mondo, oltre ad un sacerdote per ognuna delle 106 parrocchie di Parigi e delle 7 chiese cattoliche di rito orientale. La celebrazione, che durerà oltre 2 ore, culminerà nella consacrazione dell’altare, una tappa essenziale per poter poi celebrare la messa. La seconda messa è in programma alle 18:30 e sarà aperta a tutto il pubblico che avrà prenotato, gratuitamente, per accedere. Venerdì prossimo, nel pomeriggio, farà il suo ritorno nella cattedrale la storica corone di spine di Notre-Dame.
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La Redazione
Roma, 11 dic. (Adnkronos Salute) - “La caratteristica principale di questo vaccino è lo sviluppo specifico per la popolazione adulta e anziana, con un elevato livello di immunosenescenza. Di conseguenza, è stato abbinato un antigene specifico, la proteina F, a un sistema adiuvante, in particolare il sistema as01e, progettato per aumentare la risposta immunitaria e conferire una maggiore protezione a questa popolazione particolarmente vulnerabile”. Così, Marta Vicentini, medical lead Rsv di Gsk, in occasione della conferenza stampa, organizzata a Roma dalla farmaceutica, sul virus respiratorio sinciziale, spiega l’importanza di prevenire la malattia respiratori grazie alla disponibilità del primo vaccino specifico anti-Rsv.
Roma, 11 dic. (Adnkronos Salute) - “Secondo lo studio Hta”, Health technology asessment, “oggi, in base alle evidenze scientifiche che abbiamo analizzato” il vaccino per il virus respiratorio sinciziale (Rsv) è “una tecnologia efficace per almeno 3 stagioni consecutive. È un vaccino efficace e sicuro che protegge il singolo e protegge la comunità. È sulla base delle protezioni di tutti e sulle evidenze che abbiamo a disposizione che ci auguriamo che i nostri decisori possano prendere le decisioni giuste in ambito di protezione della collettività. L'Rsv non è un problema solo pediatrico ma anche degli adulti a rischio e degli anziani”. Lo ha detto Annalisa Calabrò, Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, in occasione della conferenza stampa, organizzata a Roma da Gsk, sul virus respiratorio sinciziale per il quale è disponibile il primo vaccino specifico per gli adulti.
Roma, 12 dic. (Adnkronos) - "Serve all'alleanza una visione più liberal democratica" e serve "come il pane". Ne è convinto il sindaco di Milano, Beppe Sala, intervistato da 'Repubblica'. Sarà lui ad aggregare questa forza 'centrista'? "In questo momento io ho il dovere di portare a termine il lavoro per il quale sono stato eletto", risponde Sala. E in ogni caso, un'operazione del genere deve avere il sostegno del Pd perchè garantisca "a quest’area, una volta nata, di non essere solo un cespuglietto di una sinistra molto spostata a sinistra".
Quanto ai rapporti con i 5 Stelle, Sala vede al momento più ombre che luci: "Non ho visto un tentativo serio di mettere insieme un programma comune. Certo, non basta una foto in cui si sta tutti insieme per far credere agli italiani che sia vero". L'ultima polemica in ordine di tempo investe proprio il capoluogo lombardo, la cosidetta norma 'salva Milano' su cui i 5 Stelle hanno attaccato il Pd e chiesto di fermarsi. "Ecco, appunto il solito aut aut che caratterizza i cinquestelle di Conte. Premesso che quello che dice il leader del Movimento mi interessa il giusto, la vera questione è capire come si comporterà il Pd. Ma al di là di questa questione bisogna sedersi e provare a fare un programma comune. Se ce la fai, bene, ma se non ce la fai credo sia logico dire: ognuno per sé".
E aggiunge: "Mi pare che il campo largo proprio non riesca a funzionare. Vedo che i Cinquestelle dicono 'marciamo divisi e poi uniamoci in alleanza' solo al momento del voto per le politiche: mi verrebbe voglia, mettendomi nei panni di Elly Schlein di dire va bene. Il problema è che in Italia si vota sempre, dunque bisognerebbe accettare che da oggi fino al 2027 il campo largo non c’è neppure nelle regioni e nelle grandi città. Può essere un rischio, ma vale la pena rifletterci". Quanto alla suggestione di Enrico Maria Ruffini, Sala osserva: "Non continuiamo a buttare nel tritacarne mediatico le persone. Ruffini è bravo? Ruffini è bravissimo. Ruffini è conosciuto? Lo conoscono in pochissimi. È una persona di grandissimo valore, ma pensare che possa avere la forza per fare il leader di quest’area significa volergli male. Torno a dire: la questione non è trovare il federatore, la questione è trovare i compagni di viaggio. I partiti personali, non credo attraggano più nessuno".
Gaza, 12 dic. (Adnkronos/Afp) - Dodici guardie palestinesi, impegnate a proteggere i camion degli aiuti umanitari nelle zone meridionali del territorio, sono state uccise da raid israeliani. Lo ha reso noto l'agenzia di protezione civile di Gaza.
Sette guardie sono state uccise in un attacco a Rafah, mentre un altro attacco ha lasciato cinque guardie morte a Khan Yunis, ha dichiarato il portavoce dell'agenzia Mahmud Basal.
Bruxelles, 12 dic. (Adnkronos) - "Ho parlato con Zelensky, ma al momento non ci sono negoziati perché la Russia non li vuole. Se volesse la pace, potrebbe ritirarsi. E invece non ha rinunciato ai suoi obiettivi". Lo ha detto Kaja Kallas, neo Alto Rappresentante per la politica estera Ue, parlando con un gruppo di giornali europei, tra cui 'La Stampa'. "Non so cosa abbia intenzione di fare Trump - ha aggiunto - Ho letto che intende fermare la guerra rapidamente: bene, tutti noi lo vogliamo! Ma per farlo bisogna fare pressing sulla Russia. Se Trump dovesse riuscirci, allora potrebbe prendersi il merito". E se invece gli Stati Uniti dovessero tirarsi indietro, sottolinea, "l'aiuto all'Ucraina non è beneficenza, ma un investimento nella sicurezza. Non solo europea, ma globale: per capirlo basta guardare al coinvolgimento dei soldati nordcoreani. E non dimentichiamoci che anche la Cina guarda alla Russia e alla nostra risposta. Se gli Usa dovessero ridurre gli aiuti, noi dovremmo aumentare il nostro sostegno all'Ucraina perché se Mosca vincesse, avremmo altre guerre e ancora più grandi".
"Credo che dovremmo discutere dell'utilizzo degli asset russi congelati - dice ancora Kallas - non solo dei profitti. È uno strumento che possiamo usare per fare pressione sulla Russia. Conosco le differenti sensibilità che ci sono tra gli Stati membri e da giurista so che bisogna trovare il modo giusto per farlo. Ma bisogna guardare al futuro con una visione più ampia e credo che un giorno o l'altro ci arriveremo. La Russia ha fatto gravi danni all'Ucraina e questo dimostra che l'Ucraina ha delle rivendicazioni legittime per essere ricompensata. Sappiamo anche che la Russia ha delle pretese riguardo quei beni, di cui conosciamo il valore. Bene: quando tutti i danni saranno risarciti, se avanzerà qualcosa, allora potremo restituirlo. Ma intanto dobbiamo lavorarci". Quanto alla conversazione di ieri fra Orban e Putin, afferma che "ognuno agisce per conto proprio. Sono stata informata dall'Ungheria della discussione ed è positivo che ci sia una condivisione delle informazioni. Ma il risultato qual è? La posizione di Putin non è cambiata: non vuole far finire la guerra e non ha cambiato i suoi obiettivi. Non ha mandato un messaggio in questo senso".
Su Orban o Scholz, che cercano un dialogo con Putin, aggiunge che "sono leader indipendenti e non spetta a me criticare le loro azioni. Lo fanno per ragioni domestiche: io non lo farei, ma non sta a me criticarli. Abbiamo 27 diversi leader e dobbiamo lavorare con 27 diverse democrazie. Lunedì avremo la possibilità di discutere come mai alcuni Stati si muovono in questo modo, cosa vogliono ottenere. Io credo che Putin voglia umiliare l'Europa. E poi non dobbiamo sovrastimare il potere della Russia, sottostimando il nostro. Pensiamo alle nostre sanzioni: ci sono molti segnali che l'economa russa è in uno stato disastroso. Il Fondo sovrano è esaurito, i tassi d'interesse della Banca centrale sono al 20%, non possono raccogliere capitali all'estero a causa delle sanzioni, hanno problemi sul mercato del lavoro perché la gente è impegnata in un'economia di guerra, non hanno gli introiti che avevano prima dai loro combustibili fossili. Stanno discutendo di tagliare le pensioni e di prendere decisioni molto impopolari anche per un'autocrazia. Loro scommettono sul fatto che noi potremmo mollare e quindi provano a resistere. Ma, da quello che vediamo in Siria, non sono in grado di continuare a combattere. Possono essere sconfitti".
Bruxelles, 12 dic. (Adnkronos) - La situazione in Siria è un mix di "speranza e incertezza": ora il nuovo governo "dovrà passare dalle parole ai fatti", perché "senza il rispetto di alcune condizioni non potrà esserci una normalizzazione dei rapporti". Dopodiché, in caso di sviluppi positivi, si potrà aprire la strada per consentire il rimpatrio dei richiedenti asilo, visto che "abbiamo altri rifugiati che fuggono da altre guerre". Lo ha detto Kaja Kallas, neo Alto Rappresentante per la politica estera Ue, parlando con un gruppo di giornali europei, tra cui 'La Stampa'.
Parlando del gruppo Hts, che ha rovesciato Assad e preso il controllo della Siria, Kallas ha aggiunto che "nei prossimi giorni e nelle prossime settimane vedremo se si comporteranno come hanno annunciato. Il futuro della Siria per ora è abbastanza speranzoso, ma ancora incerto. Ho parlato con i ministri della regione e ovviamente sono tutti ancora cauti: il ritorno della Siria nella Lega Araba non sarà incondizionato. Non devono esserci né radicalizzazione né terrorismo, le minoranze non devono essere perseguitate, non dev'esserci una guerra civile. Siamo in stretto contatto con gli attori regionali e vedremo come impegnarci, il che è nel nostro interesse. L'approccio europeo con il gruppo Hts non è privo di condizioni".
"Noi stiamo parlando con gli attori regionali - sottolinea la rappresentante della diplomazia della Ue - Stiamo dando aiuto umanitario, ma è chiaro che le relazioni dipenderanno dal loro comportamento. Perché se dovessero intraprendere la strada della radicalizzazione, utilizzando la religione come arma, allora non potrà esserci una normalizzazione dei rapporti. Per quanto riguarda la Russia, possiamo dire che in qualche modo è stata umiliata perché indebolita, con la testa altrove, ha lasciato Assad da solo. Non mi pare proprio che stia occupando quello spazio. Dobbiamo tenere gli occhi aperti, ma non credo che possa farlo la Cina. Gli attori locali, così come quelli globali, sono interessati ad avere una Siria stabile e unita anche per attrarre investimenti nella regione e consentire ai rifugiati di tornare a casa".
"Lunedì - prosegue - avremo una riunione del Consiglio Affari Esteri e certamente servirà per fare maggiore chiarezza tra di noi. Ma in questa fase il vero punto non è tanto riconoscere ufficialmente il governo, ma piuttosto analizzare la direzione in cui sta andando la Siria. Per quanto riguarda i rifugiati, le nostre politiche di asilo si rivolgono alle persone che scappano dalle zone di guerra. Ma se questa condizione viene meno, allora l'aspettativa dei Paesi europei è che queste persone tornino a casa, visto che l'asilo era stato concesso loro sulla base della situazione nel Paese nel momento in cui lo avevano lasciato. Nei nostri Stati Ue l'immigrazione è spesso un tema elettorale centrale e l'opinione pubblica si chiede che succederà ora ai rifugiati, se torneranno in Siria".
"E lo stesso - aggiunge - se lo chiedono i Paesi limitrofi che ne ospitano molti. Parecchie persone stanno tornando volontariamente e questo è certamente uno sviluppo positivo. Dobbiamo discuterne al nostro interno e trovare un approccio comune sui rimpatri volontari, in linea con il diritto internazionale". Quanto alla decisione dei governi di congelare l'esame delle domande d'asilo, la Kallas afferma: "Non entro nel merito delle procedure d'asilo europee, ma in generale posso dire che l'intenzione e l'auspicio è che se non ci sono più le condizioni che avevano portato alla concessione dell'asilo, allora potremo alleggerire il carico che grava sull'Europa. Abbiamo altre persone che fuggono da altre guerre".
Washington, 12 dic. (Adnkronos) - Hamas ha accettato due delle principali richieste di Israele per un accordo di cessate il fuoco a Gaza. Lo ha riferito il Wall Street Journal, citando mediatori arabi. Si riaccendono in questo modo le speranze di un accordo che potrebbe liberare alcuni ostaggi nel giro di pochi giorni, nonostante il ripetuto fallimento dei precedenti negoziati.
Il gruppo militante ha detto ai mediatori che accetterebbe un accordo che consentirebbe alle forze israeliane di rimanere temporaneamente a Gaza quando i combattimenti fossero cessati. Hamas ha anche consegnato una lista di ostaggi, tra cui cittadini statunitensi, che rilascerebbe in base a un patto di cessate il fuoco, cosa che non era più avvenuta dalla prima tregua nel conflitto l'anno scorso.
Secondo i negoziatori, Hamas accetterebbe che le forze israeliane rimangano temporaneamente nel corridoio di Filadelfia, una piccola striscia di terra lungo il confine di Gaza con l'Egitto, e il corridoio di Netzarim, che divide l'enclave. Il gruppo militante ha anche concordato che non avrebbe gestito o avuto una presenza nel lato palestinese del valico di Rafah tra Egitto e Gaza.
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