“Se parli con qualcuno davvero, ascoltando più a fondo, prestando maggiore attenzione, noterai qualcosa di incredibile. In quello spazio tra voi, qualcosa emerge, nuove informazioni codificate all’interno del campo relazionale. Ciò che brilla da questa intelligenza creativa emergente, quell’impulso evolutivo. Ecco, questo è Eros”. Così, in un’intervista a Vanity Fair, Pamela von Sabljar, autrice che da anni lavora all’avanguardia dell’evoluzione umana.
Ospite di Stay Human, il primo Festival in Italia a parlare di embodiment – una pratica di wellbeing e sostenibilità sociale con l’obiettivo di rafforzare il benessere individuale ridefinendo i rapporti tra mente corpo e ambiente –, l’autrice ha promosso e illustrato il concetto di “Living Eros”. Un erotismo vivente, che si sperimenta nei rituali di coppia e di gruppo.
Una forma d’amore affascinante, passionale, ipnotica, che affonda le sue radici nella concezione classica, ma analizzata sotto una luce nuova. “Eros è quell’attrazione potente che proviamo quando siamo veramente affascinati da qualcosa o qualcuno: una forza magnetica che ci spinge a unirci, comprendere o avvicinarci – ha sottolineato von Sabljar –. Questo sentimento può manifestarsi in relazioni romantiche, in amicizie profonde o nell’ammirazione verso qualcuno, ma anche in momenti in cui ci sentiamo vivi facendo ciò che amiamo, come creare arte, scrivere, lavorare a un progetto o contemplare la bellezza della natura. Questa forza si manifesta sia individualmente che collettivamente, unendo desideri e passioni verso un obiettivo comune, portando a una trasformazione sociale e personale”.
Eros, per la studiosa, non è solo amore. Ma la volontà di voler realizzare i propri sogni: “Il desiderio è una forza sacra che rappresenta l’impulso dell’Eros. Quando ascoltiamo i nostri desideri autentici, riscopriamo il corpo come luogo di saggezza e vitalità (…). Il corpo è la nostra ancora nel momento presente e la nostra porta verso una percezione più profonda della vita. Ci radica nel presente, è il nostro accesso diretto alle intuizioni, con le sensazioni corporee che ci guidano nelle scelte; ci aiuta a processare e a rilasciare emozioni e a sviluppare maggiore empatia e connessione”, ha dichiarato l’autrice.
Da qui, la nascita del Living Eros, “un approccio consapevole per entrare in connessione con l’energia vitale dell’Eros. Non si limita all’espressione romantica o sessuale, ma esplora questa vitalità in ogni aspetto della vita attraverso la creatività, la presenza e la curiosità”, ha continuato von Sabljar. Una pratica che aiuterebbe ad apprezzare le diverse sfaccettature delle quotidianità: “I suoi aspetti principali sono il risveglio della consapevolezza sensoriale, in quanto ci insegna ad apprezzare momenti di bellezza o esperienze attraverso i sensi; la coltivazione dell’apertura emotiva, per imparare a esprimere e a rilasciare le emozioni per far fluire l’energia; la connessione e la presenza, per rafforzare le relazioni attraverso l’ascolto attivo e i momenti autentici tra le parti. Mediante la creatività e il gioco, permette di incorporare spontaneità e creatività nella vita quotidiana. Infine, consente di far pratica di tecniche come meditazione e respiro consapevole per imparare a vivere il momento”.
Niente a che vedere, però, con il tantra o pratiche simili. Il Living Eros ha “un approccio più inclusivo. Si focalizza sull’energia vitale in ogni aspetto della vita, non solo sessuale o spirituale”, ha spiegato l’autrice. Un’esperienza che è possibile affrontare da soli, ma di cui il gruppo amplifica i benefici: “È più facile lasciar andare il controllo e permettere che il flusso dei nostri desideri più profondi ci riporti ai nostri corpi, dove il prossimo livello di sviluppo della coscienza potrà emergere. (…). L’esperienza in gruppo amplifica la comprensione attraverso la diversità delle prospettive, crea risonanza e intelligenza collettiva e offre un ambiente sicuro per l’esplorazione e la trasformazione”.