“Quando vedrete che si farà il negoziato tra Mosca e Kiev sappiate che era già praticamente risolta la questione tre anni fa e 500mila morti fa. Poi arrivò il veto degli angloamericani, i veri padroni della Nato. Chi pagherà per tutte quelle morti inutili?”. A rivendicarlo è il direttore de Il Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, nel corso della presentazione del suo ultimo libroUcraina, Russia e Nato in poche parole” (ed. PaperFirst), a Roma, per la rassegna Più Libri Più Liberi.
Travaglio ricostruisce nel suo libro le tappe del conflitto, il ruolo della Nato e il sabotaggio dei tentativi di pace, a mille giorni dall’invasione della Russia in Ucraina e a oltre dieci anni dall’inizio delle ostilità e della guerra civile fra i governi di Kiev e le popolazioni russofone e russofile nel Sud-Est del Paese. “Dalla cacciata del presidente neutralista Viktor Yanukovich nel 2014 a furor di piazza, di squadroni della morte e cecchini filoccidentali, vissuta dai filorussi come un colpo di Stato; al tradimento dei due accordi di Minsk, firmati con Mosca e mai attuati dai governi di Petro Poroshenko e Volodymyr Zelensky, ansiosi di entrare nella Nato”, ricorda il direttore del Il Fatto Quotidiano.
Fino agli accordi di Istanbul, che portarono Mosca e Kiev a un passo dalla firma della pace, poche settimane dopo l’invasione del 24 febbraio 2022. “L’accordo era a un passo, i negoziatori ucraini raccontarono che brindarono a champagne quando si resero conto che Putin si accontentava del no all’ingresso nella Nato di Kiev”, ricorda Travaglio. Poi tutto saltò. Il motivo? “Fu Boris Johnson – allora premier britannico – il 9 aprile 2022 ad andare in Ucraina per dire di persona al presidente ucraino Zelensky di non firmare, perché la Nato non avrebbe accettato alcun negoziato. E di continuare a combattere per sconfiggere la Russia. Da quel momento il tavolo restò deserto. Lo riapriranno, anche perché con Trump ora il presidente ucraino sarà costretto dagli americani, cosa possono dirgli? Non può continuare senza armi e senza soldi, mica le può fornire soltanto l’Europa”.
Travaglio attacca così proprio i vertici Ue, che si ostinano nella retorica della ‘vittoria’ e nella strada degli armamenti: “Una miopia assoluta. In tutta l’Ue la gente è disposta a votare pure per i nazisti (come in Austria e in alcuni Länder tedeschi) pur di non mandare più armi e non impoverire i popoli. Se l’ultimo rapporto del Censis racconta che l’80% degli italiani è diventato contro la Nato, io dico, ma ‘volete farvi una domanda?’ O Putin è intervenuto pure nel rapporto del Censis?”, ha continuato sarcastico. E ancora: “Vogliono investire 500 miliardi di euro con nuovi eurobond per finanziare la transizione militare. Sono i veri ‘scemi di guerra’. Non hanno compreso che questa guerra è stata concepita lontano dall’Europa, dalle cancellerie anglosassoni, per danneggiare l’Ue e staccarla dal mercato russo. Trump ora ha altre priorità, danneggiare il mercato cinese, riportando Mosca in orbita europea. Ma i vertici Ue hanno il problema che raccontano da anni una vittoria che non c’è e adesso devono salvarsi la faccia“.
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