Nel 2021 sono state presentate negli Stati Uniti, a livello locale e statale, 143 misure anti-trans. Sono state oltre 670 nel 2024. Una vera escalation
“Per molti nella nostra comunità, la speranza è l’ultima a morire. Non importa cosa succederà, siamo gente che resiste e continueremo a esistere, a dispetto dell’oppressione che ci può venire da questa sentenza”. La dichiarazione di Bamby Salcedo, attivista e presidente della TransLatin@Coalition, rende bene lo sgomento e la preoccupazione di molte persone transgender negli Stati Uniti. Una causa sotto analisi in questi giorni alla Corte Suprema potrebbe infatti ridurre drasticamente diritti fondamentali per la loro vita. Ma i timori di molti gruppi per i diritti vanno oltre. In discussione a Washington è il principio stesso di eguaglianza in una democrazia.
Il caso davanti ai nove giudici della Corte Suprema, US v Skrmetti, riguarda il Tennessee. In questo Stato del Sud, a solida maggioranza repubblicana, è passato il bando a una serie di trattamenti sanitari per gli adolescenti transgender. I minori transgender non possono aver accesso a terapie ormonali e a bloccanti della pubertà che vengono messe a disposizione dai principali provider sanitari. Le autorità del Tennessee dicono di voler in questo modo tutelare la salute fisica e mentale dei minori. È una posizione in contrasto con quanto sostengono molti medici e con quanto ha affermato la stessa American Medical Association, secondo cui negare le cure mediche ai minori, oltre alle politiche pubbliche che impongono rigidi modelli di genere, “può avere tragiche conseguenze per le persone transgender, aumentando il rischio di ansia, stress, uso di sostanze e suicidio”. Sulle stesse posizioni l’American Academy of Pediatrics e l’American Psychiatric Association. Il William Institute della University of California, Los Angeles, ha peraltro notato che le percentuali di suicidi tra i minori trans sono aumentate in Tennessee e negli altri Stati che hanno introdotto questo tipo di legislazione. Proprio per contestare la decisione del Tennessee e per affermare il diritto costituzionale dei minori ad accedere a cure mediche che ne accompagnino la transizione tre ragazzi, sostenuti dalle loro famiglie, si sono rivolti alla giustizia americana. Di grado in grado, il caso è arrivato alla Corte Suprema, dove a sostenere le posizioni degli adolescenti si sono uniti l’amministrazione Biden e l’American Civil Liberties Union.
La strategia legale di chi si batte contro la decisione dei legislatori del Tennessee è fondata su un principio: quello della “equal protection”. In Tennessee, infatti, alle persone cisgender, quelle per cui l’identità sessuale e di genere coincidono, è permesso accedere a trattamenti sanitari che ora vengono proibiti ai transgender. Un esempio: un ragazzo cis con problemi di pubertà ritardata può utilizzare trattamenti ormonali che sono invece negati ai transgender. Peraltro, appunto, la cosa non riguarda soltanto le cure mediche e non riguarda soltanto il Tennessee. Sono 24 gli Stati americani che in questi anni hanno fatto passare leggi che limitano i diritti trans. Si va dal negare servizi sanitari basilari alla proibizione di parlare a scuola di temi transgender, fino al bando agli atleti trans nelle competizioni sportive e al divieto di usare bagni che non siano in accordo col sesso biologico. Nel 2021 sono state presentate negli Stati Uniti, a livello locale e statale, 143 misure anti-trans. Sono state oltre 670 nel 2024. Una vera escalation.
Durante la discussione del caso alla Corte Suprema, il Tennessee ha giustificato la legge con la volontà di tutelare la salute fisica e mentale dei minori che non sarebbero ancora in grado di intraprendere in piena consapevolezza un percorso come quello della transizione. L’attorney general dello Stato, Jonathan Skrmetti, ha anche presentato una serie di dichiarazione di autorità mediche che sostengono questa decisione. I gruppi per i diritti fanno però notare che cinque dei medici citati da Skrmetti hanno un passato molto discusso e sono stati dichiarati fonti non autorevoli da altri tribunali. Quattro di questi hanno legami stretti con gruppi della destra cristiana.
Altro argomento utilizzato dal Tennessee è stato quello del volere popolare. “È il processo democratico la miglior forma di controllo per le leggi sbagliate”, ha detto ai giudici della Corte Matthew Rice, solicitor general del Tennessee, alludendo quindi a un futuro voto popolare che potrà giudicare, in positivo o negativo, la misura. Al che la giudice Sonya Sotomayor, una delle tre liberal della Corte, ha avuto buon gioco a rispondere: “Quando rappresenti l’1% della popolazione è un po’ difficile pensare che il processo democratico ti possa proteggere. I neri rappresentavano una parte molto più consistente della popolazione, eppure ciò non li ha protetti. E ciò non ha protetto le donne per secoli”.
La sentenza dei giudici della Corte ci sarà entro l’estate del 2025. Ci sono due esiti possibili. Possono rimandare il caso ai tribunali inferiori per un supplemento di indagine o anche decidere di emettere una sentenza. E con una maggioranza di sei conservatori ci sono pochi dubbi su quale sarà l’esito finale. Un’anticipazione dei sentimenti e delle opinioni dei conservatori della Corte l’ha data Brett Kavanaugh, nominato da Trump, che ha chiesto a Elizabeth Prelogar, US solicitor general (rappresentante dell’amministrazione Biden, quindi a favore della causa intentata dalle famiglie dei transgender): “Ma se voi doveste vincere in questo caso gli atleti transgender avrebbero il diritto costituzionale a competere con donne e ragazze?”.
Sono comunque chiare un paio di cose. Anzitutto, un’eventuale decisione a favore del Tennessee avrà un impatto distruttivo sulla vita delle persone transgender. Se passa la costituzionalità del bando ai trattamenti sanitari per i minori transgender, potrà in futuro essere approvato senza problemi un bando all’offerta sanitaria per gli adulti transgender. La sentenza potrebbe però mettere a rischio un principio fondamentale: quello sancito dal Civil Rights Act del 1964 che vieta discriminazioni sulla base di “razza, colore, origine nazionale, sesso e religione”. Se si accetta che ai minori cisgender siano garantiti servizi e diritti che sono negati ai minori trans, si potrà in futuro negare assistenza sanitaria di base alle donne che vogliono interrompere la gravidanza, negare alle coppie omosessuali diritti concessi a quelle eterosessuali, assumere, o non assumere, sulla base del colore della pelle. Ha fatto notare un’altra liberal, Ketanji Brown Jackson, prima giudice nera della Corte Suprema: le ragioni dello Stato del Tennessee “assomigliano a quelle che negli anni Cinquanta e Sessanta cercavano di impedire i matrimoni interraziali”.