Il Gnl, gas naturale liquefatto, è ciò che ha consentito ad Italia ed Europa di affrancarsi parzialmente dalle forniture provenienti via gasdotto dalla Russia. Il gnl viene trasportato via nave, e costa di più. Arriva in prevalenza da Stati Uniti, Qatar e….Russia. Il gas non è infatti sottoposto a particolari sanzioni, le cui ricadute sarebbe state insostenibili innanzitutto per l’Europa, già alle prese con un costo delle forniture stabilmente doppio rispetto al passato. Così, i soldi che non diamo più a Mosca nella mano destra, glieli appoggiamo sulla sinistra.

C’è di più. La crescente domanda di gnl ha attratto ingenti investimenti nel settore. Secondo un rapporto di Reclaim Finance, le banche internazionale hanno investito 213 miliardi di dollari in progetti di nuovi terminali per accogliere la navi gasiere. Stando allo studio, ripreso dal quotidiano inglese Guardian, ciò potrebbe innescare una “bomba climatica” con il rilascio di emissioni annuali di Co2 pari a quelle di tutte le centrali elettriche a carbone operative nel mondo.

Purtroppo, il gas estratto, raffreddato e poi recapitato via nave, produce emissioni superiori persino a quelle dell’utilizzo di carbone, il più inquinante tra i combustibili fossili. Negli ultimi due anni sono stati completati otto nuovi terminali di esportazione di gas naturale liquefatto (GNL) e 99 terminali di approdo, il che ha accresciuto la capacità di esportazione mondiale del 7% e la capacità di importazione globale del 19%. La compagnie petrolifere stanno pianificando la costruzione di ulteriori 156 terminali in tutto il mondo entro il 2030 (63 di esportazione e 93 di importazione). Questi impianti, anche a causa delle inevitabili perdite di metano, potrebbero produrre circa 10 giga tonnellate di gas serra entro la fine del decennio-

Justine Duclos-Gonda, attivista presso Reclaim Finance, ha detto al Guardian: “Le compagnie stanno scommettendo sui progetti LNG, ma ognuno dei loro progetti pianificati mette a repentaglio il futuro, già in pericolo, dell’accordo di Parigi. Banche e investitori affermano di sostenere le compagnie petrolifere nella transizione verso le energie pulite, ma invece stanno investendo miliardi di dollari in future bombe climatiche”.

Il mese scorso l‘Agenzia Internazionale per l’Energia ha lanciato l’allarme: i mercati globali del GNL si stanno dirigendo verso un eccesso di offerta di gas, incompatibile con l’obiettivo di impedire che le temperature globali aumentino di oltre 2,4 °C rispetto ai livelli preindustriali. L’agenzia stima che l’offerta aumenterà di quasi il 50% entro il 2030, superando la domanda in tutti e tre gli scenari modellati dall’agenzia. Ciò provocherebbe inevitabilmente un calo dei prezzi, positivo per le tasche delle famiglie e la competitività delle aziende, ma negativo per l’ambiente. Il gas economico favorirebbe una maggiore dipendenza da questa fonte a scapito degli investimenti in rinnovabili.

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