Il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol non può lasciare il Paese. Dopo il maldestro tentativo di imporre la legge marziale – dichiarata e cancellata dopo appena sei ore per la bocciatura da parte del Parlamento – per il presidente della Corea del Sud è stato disposto il divieto di viaggio. Una decisione presa prima dal team speciale della procura di Seul e poi anche dal ministero della Giustizia.

Per i fatti del 3 dicembre Yoon Suk-yeol è indagato per insurrezione e abuso di potere. Oh Dong-woon, procuratore capo dell’Ufficio investigativo sulla corruzione per gli alti funzionari, ha detto di aver ordinato la richiesta del divieto di viaggio a carico di Yoon nel corso di un’audizione parlamentare dopo l’avvio delle indagini a carico del presidente. L’Ufficio è uno dei vari organi in Corea del Sud, tra pubblici ministeri e polizia, che stanno indagando sulle circostanze della dichiarazione di legge marziale di Yoon.

E dopo la procura, anche il ministero della Giustizia ha dichiarato di aver imposto lo stesso divieto. Durante un’udienza parlamentare, Bae Sang-up, un commissario dei Servizi per l’immigrazione presso il ministero della Giustizia, ha risposto “sì, è vero”, alla domanda se a Yoon fosse stato vietato di lasciare il Paese.

Sabato Yoon ha evitato un tentativo di impeachment guidato dall’opposizione perché la maggior parte dei parlamentari del partito di governo ha boicottato il voto parlamentare. Ma i partiti di opposizione hanno promesso di presentare una nuova mozione di impeachment contro Yoon il 14 dicembre. Il principale partito di opposizione, il Partito democratico, ha definito l’imposizione della legge marziale da parte di Yoon “incostituzionale, una ribellione illegale o un colpo di Stato” e ha sporto denuncia alla polizia contro almeno 9 persone, tra cui Yoon. Domenica l’ex ministro della Difesa Kim Yong Hyun, che avrebbe raccomandato a Yoon di dichiarare la legge marziale, è diventato la prima persona arrestata nell’ambito del caso.

Secondo quanto risulta ad Associated Press, un alto funzionario dell’Agenzia nazionale di polizia ha detto ai giornalisti locali in un briefing che la polizia può anche fermare Yoon se sono soddisfatte le condizioni. Sebbene un presidente sudcoreano in carica goda dell’immunità giudiziaria, infatti, questa non si estende alle accuse di ribellione o tradimento. Ciò significa che Yoon potrebbe essere interrogato e trattenuto dalla polizia per avere emesso il decreto sulla legge marziale, ma molti osservatori dubitano che la polizia lo metterebbe in stato di fermo o perquisirebbe il suo ufficio, a causa dei potenziali scontri che potrebbero scaturirne con il servizio di sicurezza presidenziale. Nel caso della ex presidente Park Geun-hye, cacciata dal suo incarico nel 2017 dopo l’impeachment del Parlamento per uno scandalo di corruzione, i pubblici ministeri non riuscirono a perquisire il suo ufficio e finirono per ricevere i documenti all’esterno del complesso perché i funzionari della presidenza li respinsero. Dopo essersi rifiutata di incontrare i pubblici ministeri mentre era in carica, Park fu interrogata da questi ultimi e arrestata dopo che la Corte costituzionale approvò il suo impeachment e decretò la sua destituzione da presidente a marzo del 2017.

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