Cronaca

Esplosione nella raffineria Eni di Calenzano: due morti, 3 dispersi e 26 feriti. La procura: “Incidente durante il carico delle autobotti”

L'incidente alle 10.20: vetri in frantumi in case e industrie vicine. Le fiamme domate dopo circa due ore. Altre dieci persone in ospedale per ustioni alla trachea e traumi di lieve entità

Terrorizzati dalle fiamme, storditi dal frastuono, spaventati dall’aria irrespirabile. Mentre si cerca ancora chi manca all’appello e si piangono i morti. L’esplosione avvenuta nella raffineria Eni di Calenzano, alle porte di Firenze, ha provocato almeno due vittime e per ora sono 26 le persone che risultano ferite, alcune ustionate. Altre tre sono disperse, probabilmente nel […]

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Terrorizzati dalle fiamme, storditi dal frastuono, spaventati dall’aria irrespirabile. Mentre si cerca ancora chi manca all’appello e si piangono i morti. L’esplosione avvenuta nella raffineria Eni di Calenzano, alle porte di Firenze, ha provocato almeno due vittime e per ora sono 26 le persone che risultano ferite, alcune ustionate. Altre tre sono disperse, probabilmente nel crollo di una palazzina del deposito. Tra le persone ricoverate, in sei sono stati portati all’ospedale Careggi tra cui quattro in codice verde, uno giallo e uno rosso. Altri sono al centro grandi ustionati di Pisa e nell’ospedale di Prato. Due degli operai coinvolti sono “molto gravi”. Le fiamme e la colonna di fumo sono state visibili anche dai comuni vicini, fino a quando l’incendio non è stato domato, e il boato è stato avvertito anche in centri distanti dalla piana fiorentina, perfino in altre province. Per diverse ore è stata chiusa l’uscita dell’autostrada A1 e sono stati fermati i treni. L’esplosione ha provocato la rottura dei vetri di abitazioni e industrie nelle vicinanze.

Col passare delle ore, è stato possibile anche risalire all’identità di chi è stato coinvolto nell’incidente. In tal senso, la prima vittima identificata è Vincenzo Martinelli, 51 anni, autista di autocisterne, viveva a Prato. Fa parte della lista delle cinque persone che mancano all’appello, due morti e tre dispersi, tutti operai che stavano guidando le autocisterne. Uno originario di Catania di 57 anni, uno di Napoli di 62, uno originario della provincia di Novara di 49, e due 45enni, uno nato in Germania ma italiano e uno di Matera.

La ricostruzione
L’incidente – sul quale farà chiarezza la procura di Prato che ha delegato le indagini ai carabinieri e ha già nominato tre consulenti tecnici – è avvenuto attorno alle 10.20 in un’area definita “punto di carico”, dove le autobotti effettuano il rifornimento di carburante: più di un mezzo è stato distrutto dalle fiamme, come anche la pensilina della struttura. Eni ha spiegato che le fiamme non interessano i serbatoi. Secondo una prima ricostruzione, l’esplosione sarebbe avvenuta a seguito della perdita di liquido durante le operazioni di ricarica. I dispersi, come spiegato dalla Protezione civile, potrebbero essere stati travolti dal crollo di una palazzina adibita a stazione di rifornimento.

I testimoni: “Come una bomba”
Oltre ai 9 trasportati nei vari ospedali dalle ambulanze, altre 17 persone si sono presentata autonomamente per traumi di vario tipo, come comunicato dalla Prefettura di Firenze in serata: c’è chi lamenterebbe ustioni alla trachea, chi sarebbe rimasto ferito da oggetti scagliati a seguito dell’esplosione. Sarebbero tutti traumi di leggera entità. Alcuni operai delle ditte vicine hanno spiegato di aver “udito un’esplosione enorme, tutti i vetri sono andati in frantumi e le scaffalature sono cadute per terra”. A quel punto, dice un testimone: “Siamo usciti fuori terrorizzati per proteggerci e capire che cosa era successo. Qualcuno ha pensato che avessero gettato una bomba, come in guerra”. Un corriere di una ditta di trasporti che ha sede vicino al deposito di Eni ha ricostruito: “Il mio furgone si è alzato di due metri da terra e per il boato ora sento poco”.

Rientra l’allarme sanitario
L’allarme sanitario – poi rientrato – per i fumi sprigionati dall’incendio era stato ufficializzato alle 11.25 dal Dipartimento della protezione civile che ha attivato It alert per un raggio di 5 km dalla zona “con cui si chiede di tenere chiuse le finestre e di non avvicinarsi alla zona”. A causa dell’incidente è stata chiusa per diverse ore l’uscita di Calenzano dell’A1 in entrambe le direzioni. Anche la circolazione ferroviaria è stata sospesa fino alle 15 sulle linee convenzionale Firenze-Bologna e Firenze-Prato-Pistoia per l’intervento dei vigili del fuoco e delle forze dell’ordine. I treni, anche nelle ore successive, hanno subito limitazioni e cancellazioni. Arpat, a sua volta, ha effettuato, con esito negativo, le indagini necessarie per verificare la presenza eccessiva di sostanze inquinanti nell’aria e nelle acque del reticolo idraulico limitrofo all’area interessata.

Piano maxi-emergenze negli ospedali
Il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani ha spiegato sui social che sono stati “allertati tutti gli ospedali e i pronto soccorso del territorio”. Il policlinico di Careggi ha attivato il piano di massiccio afflusso, che comporta il blocco dell’attività ordinaria dell’ospedale e spazi riservati al pronto soccorso. Sul posto – come spiegato lo stesso Giani – ci sono il sistema di regionale di emergenza sanitaria con un posto medico avanzato, forze dell’ordine e vigili del fuoco.

Come funziona lo stabilimento
Il deposito svolge attività di ricezione, stoccaggio e spedizione di benzina, gasolio e petrolio. I prodotti arrivano nello stabilimento tramite due oleodotti collegati con la raffineria di Livorno, per venire quindi stoccati in serbatoi atmosferici cilindrici (a tetto fisso o galleggiante) in attesa dell’invio alle pensiline di carico delle autobotti. La gestione delle operazioni di riempimento dei serbatoi e di carico delle autobotti – è riportato dalla descrizione sintetico dell’Ispra – viene effettuata tramite una sala controllo. Lo stabilimento occupa una superficie di 170.300 metri quadrati.