Parla il numero uno europeo del gruppo, che la settimana prossima rappresenterà l'azienda al tavolo con il governo al Mimit
“A Urso il 17 dicembre confermerò che l’Italia sarà il secondo mercato europeo nel 2029, non chiuderemo nessuno stabilimento e ognuno avrà un piano prodotti. Stellantis non abbandonerà l’Italia, lo faremo vedere a tutti la prossima settimana”. Parola di Jean Philippe Imparato, numero uno europeo del gruppo fresco di uscita dell’ad Carlos Tavares. Imparato, che la settimana prossima rappresenterà l’azienda al tavolo con il governo al Mimit, in un’intervista che andrà in onda lunedì sera su Rai1 garantisce di essere al lavoro su un piano “concreto, su ogni fabbrica”. “Lo sto mettendo a punto”, dice, “per dare una risposta al ministro Urso ed essere molto chiaro. Non ci saranno promesse non mantenute. Quello che dirò al tavolo al Mimit sarà basato su modelli e motori che arrivano. Massima concretezza”.
Non mancano insistite rassicurazioni sul futuro di Mirafiori, dove al momento la produzione è ferma fino a dopo l’Epifania causa assenza di ordini per la 500 elettrica. “Il piano si sta consolidando. Non molliamo Mirafiori, non molliamo Torino. Mirafiori c’è e ci sarà. In questo momento stiamo sviluppando la 500 ibrida che arriverà il più presto possibile, a novembre del 2025. Arriveremo a produrre 100.000 vetture all’anno. Stiamo già preparando la nuova 500 elettrica che guarda al 2032-2033. Quindi non c’è dubbio: Mirafiori avrà lavoro”. Poi il manager ricorda che sono state assegnate a Torino la sede dei veicoli commerciali Pro One e quella di Stellantis Europa.
Il tentativo di rasserenare gli animi alla fine di un anno destinato a segnare il peggior risultato dal 1957 con circa 500mila veicoli prodotti e cassa integrazione dilagante in tutti gli stabilimenti non fa molta presa su chi segue da vicino la crisi del gruppo. “Nell’incontro di giovedì 12 a Torino con Imparato ci aspettiamo che Stellantis dia segnali di netto cambio di direzione e strategia rispetto al passato e che si passi dai buoni propositi a impegni effettivi e vincolanti per rilanciare finalmente tutti gli stabilimenti italiani, a partire dalla garanzia di continuità per le commesse delle aziende dell’appalto per scongiurare centinaia di licenziamenti tra poche settimane”, dichiara al fattoquotidiano.it il segretario generale Uilm Rocco Palombella. “Da Imparato ci aspettiamo un piano di dettaglio di tutti modelli, non solo elettrici, che dovranno entrare in produzione già nei primi mesi del prossimo anno, per evitare uno stop drammatico dei siti italiani. Non possiamo accettare una programmazione che dia risposte solamente nel lungo periodo mentre non si affronta la drammaticità del presente, con stabilimenti fermi e una produzione al livello di 70 anni fa. Tra pochi giorni verificheremo se alle parole di Imparato seguiranno fatti concreti. Non ci accontenteremo delle ennesime promesse di Stellantis. Se non avremo le giuste risposte, sia da Stellantis che dal Governo, ripartirà la nostra mobilitazione più forte che mai”.
Martedì, intanto, l’azienda parteciperà con il capo delle risorse umane Giuseppe Manca, al tavolo convocato al Mimit per la vicenda Trasnova, l’azienda dell’indotto che lunedì ha inviato le lettere di licenziamento a 97 operai. La protesta dei lavoratori, che da una settimana fanno i picchetti ai cancelli e nelle ultime ore hanno occupato pacificamente la sala consiliare del municipio di Piedimonte San Germano, continua. Lo stabilimento di Pomigliano resterà ancora chiuso per la mancanza di materiale dovuta al blocco degli ingressi da parte dei lavoratori. Molti operai andranno quindi a Roma per manifestare davanti al ministero.
Anche la multinazionale giapponese Yazaki ha avviato la procedura di licenziamento collettivo per 52 lavoratori su 75 della sede di Grugliasco (Torino) a causa soprattutto della drastica riduzione degli ordini della Maserati la cui produzione a Mirafiori è praticamente ferma. Mercoledì 11 si terrà un incontro tra azienda e sindacati a Torino. Imparato propone un patto tra Stellantis e la componentistica “per affrontare insieme la transizione elettrica non come un incubo ma come un’opportunità”. Farà parte, anticipa, “delle proposte che faremo la settimana prossima al tavolo del Mimit”.