Al Festival di Sanremo del 2000 arrivò seconda. E l’eco delle polemiche sollevate all’epoca si riverbera ancora oggi, nonostante sia trascorso quasi un quarto di secolo. Irene Grandi, cantautrice classe 1969, ricorda quell’edizione al podcast Tintoria, condotto e diretto da Daniele Tinti e Stefano Rapone, in cui parla appunto di quel secondo posto che, a suo dire, non era meritato: “Era evidente che avessi vinto io – tuona la cantautrice riferendosi al Festival del 2000 -. Tutti ricordano la mia canzone (La tua ragazza sempre, firmata da Vasco Rossi, ndr) che arrivò seconda, ma non quella che aveva vinto (Sentimento, della Piccola Orchestra Avion Travel, ndr). Quella è stata un po’ la mia rivincita”.
Quello che però inizialmente sembra uno sfogo su una mancata vittoria reclamata 24 anni più tardi, è in realtà una disamina ben più profonda sul Festival e su quello che esso rappresenta per gli artisti. Innanzitutto, il palco dell’Ariston è “una grande vetrina e un investimento importantissimo, che ti serve dopo”, rivela. Poi la cantautrice attacca: “Fa abbastanza ridere questo strano giro di soldi che c’è. Il denaro che gira a Sanremo viene dato al produttore discografico, una camera che costa sessanta euro te la fanno pagare seicento. Sanremo ci dà i soldi ma poi se li ripiglia”, dice Grandi. E aggiunge: “Fra prove e quattro uscite televisive, sai quanto ti paga la Rai? 200 euro. Se devi invitare qualcuno devi acquistare due serate e costano minimo 300 euro l’una; quindi se vuoi invitare la mamma devi tirare fuori i soldi di tasca tua”.
Non manca, infine, una stoccata diretta all’ex conduttore: “Un tempo a Sanremo si mettevano insieme gusti eterogenei. Non come Amadeus: quello non è gusto“, afferma Irene Grandi. Ben cinque le partecipazioni della cantautrice al Festival della canzone italiana: la prima nel 1994, tra le “Nuove Proposte”, l’ultima invece, nel 2020, proprio sotto la conduzione di Amadeus, con il brano Finalmente io.