“Questa è la casa di tutti, anche di chi aveva una proposta diversa, o non ha partecipato al processo costituente perché magari aveva delle perplessità. Il dubbio è una virtù, purché ci si predisponga al dialogo e non agli insulti. Abbiamo bisogno di chi la pensa diversamente, di chi ci consente di mettere in discussione soluzioni già emerse. Non è più l’epoca delle cacciate, delle espulsioni con un post scriptum, delle decisioni padronali con una sfilza di espulsioni a tappeto. Tutti si devono sentire a casa”. Il giorno dopo il secondo “vaffa” degli iscritti al fondatore Beppe Grillo, il cui ruolo di Garante è stato cancellato definitivamente dalla votazione online, Giuseppe Conte lancia un appello ecumenico alla comunità del Movimento 5 stelle. “Possiamo essere orgogliosi di appartenere a una forza politica che definisce un nuovo orizzonte con la democrazia partecipativa. In nessun’altra forza politica gli iscritti possono vantare questo ruolo così incisivo e determinante. Abbiamo deciso di metterci in discussione senza tagliare le antiche radici, anzi, queste radici hanno dato nuovi e buoni frutti”, dice in una diretta social. “In un momento di astensionismo diffuso, sfiducia e disaffezione, nell’ultimo mese abbiamo avuto ottomila nuove iscrizioni, cittadini che hanno compreso che nel Movimento si può incidere”, rivendica.
Un passaggio centrale del discorso è dedicato a Grillo, che ha chiesto di ripetere la votazione – dopo averla persa due settimane fa – sulla base di una norma dello Statuto: “Quella clausola era illegittima, ne sono convinto, però abbiamo deciso di rispondere con più democrazia“, dice Conte. Poi si dice “deluso” dalla posizione del Garante e dai suoi “tentativi espliciti di sabotare questo processo“. E attacca: “Sarebbe stato bello avere negli ultimi anni un Grillo partecipe e coinvolto nel progetto politico del M5s. Purtroppo si è messo ai margini. Sarebbe stato bello averlo ai cancelli di Stellantis, alle elezioni politiche del 2022 e poi alle elezioni europee, con la sua forza comunicativa”. Poi torna sul rapporto privilegiato del fondatore con l’ex premier Mario Draghi: “Ricordo momenti in cui, anziché averlo al nostro fianco, lo trovavamo al telefono con Draghi e poi a chiederci conto di quello che stavamo facendo” (video). Sull’ipotesi di una scissione da parte del comico e dei suoi seguaci, Conte dice di non vederne “le ragioni politiche”: “Si fa una scissione per perseguire l’autocrazia e respingere la democrazia del M5s? Si fa una scissione per dei principi che noi stiamo difendendo in modo più forte di prima?”, si chiede.
Conte ridimensiona gli effetti del superamento del limite dei due mandati: “La comunità ha scelto una revisione della regola, già rivista in passato, prima che io arrivassi, col mandato zero“, il “salvacondotto” per i consiglieri comunali. Il Movimento “necessita di poter competere ad armi pari con le altre forze politiche, ma non significa che diventeremo come loro e introdurremo il carrierismo. Proporremo una soluzione ragionevole e voi la voterete, ma contrasteremo la logica dei signori delle tessere la degenerazione partitica“, assicura. Poi si dice pronto a una battaglia legale nel caso Grillo, come paventato da chi gli è vicino, tentasse di rivendicare il diritto all’utilizzo del simbolo: “Abbiamo adottato tutte le cautele, studiato per tempo tutte le conseguenze, non abbiamo nessun timore. Da quando ci siamo insediati abbiamo spiegato a chi ha tentato di danneggiare il Movimento che farlo è un danno grave, e gli ultimi che l’hanno fatto hanno dovuto pagare le spese. Chi si azzarderà a intralciare l’azione politica del Movimento 5 stelle troverà una barriera solida, anche legale: pagherà le spese dei nostri e dei loro avvocati, la lite temeraria e il risarcimento dei danni. Il mio compito è difendere questa comunità che ha già tanti avversari esterni, non può prestare il fianco a tentativi distruttivi interni“, chiarisce.