Nasce una task-force del ministero della Salute sulle malattie infettive che seguirà gli sviluppi delle situazioni a partire da quella di queste settimane in Congo. Ieri in Italia è stata stata diffusa la notizia di test in corso su un paziente toscano, curato all’ospedale di Lucca. L’istituzione della task force è stato decisa in una riunione tecnica fra ministero e Istituto superiore di Sanità Sarà composta dalla direttrice del dipartimento Mara Campitiello, Capo del Dipartimento della prevenzione, della ricerca e delle emergenze sanitarie del ministero, da alcuni rappresentanti di Aifa e Iss. Gli esperti avranno anche il compito di segnalare alle Regioni cosa accade e di dare indicazioni appena ci saranno elementi.
Intanto l’Istituto superiore di sanità – che analizzerà i campione prelevati al paziente toscano – “si è attivato immediatamente una volta ricevuta la segnalazione che presso l’Ospedale San Luca di Lucca è stato ricoverato un paziente di rientro dal Congo con sintomatologia simile a quella descritta nel Paese africano, allertando il ministero della Salute. La persona, ricoverata dal 22 novembre, è stata dimessa il 3 dicembre perché guarita ma al momento non è sta effettuata una diagnosi. Alcuni campioni di siero prelevati dal paziente nella fase acuta e dopo la guarigione sono stati inviati all’Iss per le analisi. In assenza di una ipotesi verificata sull’origine dei casi verranno ripetuti i test già effettuati durante il ricovero, e compatibilmente con la quantità di campione ricevuto ne verranno effettuati altri su possibili cause della malattia. Al momento non siamo in grado di definire i giorni necessari al completamento delle analisi, in quanto richiederanno le opportune verifiche di qualità del campione. L’esito degli esami verrà comunicato al Ministero della Salute e alle autorità internazionali”.
Il rischio di diffusione della malattia non diagnosticata in Congo, “secondo l’ultimo bollettino dell’Oms, “è alto per le comunità colpite. A livello nazionale il rischio è invece considerato moderato per la natura del focolaio che attualmente è localizzato alla zona colpita. C’è tuttavia il potenziale per una diffusione alle zone limitrofe. A livello regionale (si intende regione africana per OMS), europeo e globale il rischio al momento è basso. Tra il 24 ottobre e il 5 dicembre nella zona di Panzi, nella provincia di Kwango, in Repubblica Democratica del Congo – si legge – sono stati registrati 406 casi di una malattia non diagnosticata con sintomi di febbre, mal di testa, tosse, rinorrea (naso che cola) e dolori muscolari. Dai dati riportati dall’Oms, tutti i casi gravi sono stati registrati in persone con grave malnutrizione, e ad oggi sono stati segnalati 31 morti. La maggior parte dei casi si è verificata in bambini, in particolare sotto i cinque anni di età. I sintomi principali associati ai decessi consistono in: febbre, difficoltà respiratorie, anemia, e segni di malnutrizione acuta (la zona è colpita da una grave crisi alimentare). L’area è rurale e situata in una zona remota e difficilmente raggiungibile, a circa 48 ore di distanza dalla capitale Kinshasa. L’accesso all’area interessata è reso ulteriormente difficoltoso dalla stagione delle piogge attualmente in corso. Questo, insieme alla limitata capacità diagnostica nel paese, alla scarsa copertura vaccinale e al limitato accesso a farmaci e dispositivi di protezione sta ritardando l’identificazione della causa ed il controllo del focolaio”.
“Sono in corso test di laboratorio per identificare la causa” del focolaio della malattia non ancora identificata in Congo, “ma al momento non è escluso che più di una patologia stia contribuendo ai casi e ai decessi. L’Oms – spiega l’Iss – ha inviato sul posto un team di risposta rapida per identificare le cause del focolaio e rafforzare la risposta. Dato il quadro clinico dei casi e i sintomi riportati, tra le ipotesi considerate al momento come causa della malattia figurano polmonite acuta, influenza, Covid-19, morbillo e malaria, con la malnutrizione come fattore concomitante”. Intanto Bruxelles pensa a una risposta unitaria. “La Commissione organizzerà una riunione del comitato per la sicurezza sanitaria per coordinare qualsiasi risposta Ue necessaria non appena avremo maggiori informazioni in merito” ha detto una portavoce della Commissione europea, riferendo che gli esperti Ue e dell’Ecdc sono “sul campo” in Congo dopo le segnalazioni di una malattia a cui non è stato dato ancora un nome. La Commissione “segue da vicino” l’evolversi della situazione ed è “in contatto costante con il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie e con l’Oms”. Al momento l’unico caso europeo dovrebbe essere quello italiano.