Sono stati ritrovati intorno alle 9 di martedì due dei tre dispersi nell’esplosione al sito Eni di Calenzano, vicino Firenze. Da quanto si apprende, sarebbero stati rinvenuti nell’area della pensilina della zona di carico. Più tardi il ritrovamento di un altro corpo. Salgono, dunque, a cinque le vittime accertate. Soltanto una delle vittime finora è stata identificata: si tratta dell’autotrasportatore 51enne Vincenzo Martinelli, originario di Napoli ma residente a Prato.

Sono stati tutti dimessi o sono in fase di dimissione dall’ospedale i feriti non gravi portati ieri con i mezzi del 118 al policlinico fiorentino di Careggi e all’ospedale di Prato. Tre le persone ancora ricoverate, tutte in codice rosso: sono i due pazienti del centro grandi ustionati di Pisa, entrambi in condizioni molto gravi, e una terza persona che si trova in subintensiva a Careggi. La sindaca di Collesalvetti, Sara Paoli, ha parlato con la moglie di uno dei due in grai condizioni, Emiliano Braccini: “Ha superato la notte e ha ustioni su gran parte del corpo”. Lunedì la Regione aveva dato un bilancio di 10 feriti portati con i mezzi di soccorso negli ospedali. A questi si sono aggiunti poi almeno 17 persone, secondo il dato fornito sempre ieri dalla prefettura, che si sono presentate autonomamente negli ospedali, per ferite di vario tipo, comunque non gravi

Intanto in paese oggi una nuova giornata di lutto cittadino, dopo quella di ieri. Sono state annullate tutte le iniziative in programma. E domani sarà lutto regionale. “Quel luogo è inappropriato per le funzioni che lì vengono svolte – ha detto oggi Giani in Consiglio –. Capisco che c’è perché quando fu realizzato alla fine degli anni ’50 si prevedeva lì l’uscita e l’entrata dell’autostrada, era tutta aperta campagna, e si presentava appropriato, ma oggi no”. La seduta odierna si è aperta con un minuto di silenzio.

Al momento, si avanzano una serie di ipotesi su cosa avrebbe innescato lo scoppio, ma la Procura di Prato è naturalmente ancora al lavoro: per il momento s’indaga per omicidio colposo plurimo e si procede anche per i reati di lesioni colpose aggravate dalla violazioni delle norme sulla sicurezza sul lavoro e per disastro colposo. Il procuratore capo, Luca Tescaroli, ha già nominato tre consulenti tecnici, esperti in incendi e in esplosioni, oltre a tre medici legali. Le indagini sono state affidate ai carabinieri del Nucleo investigativo di Firenze e della compagnia di Signa. Non è escluso che, nelle prossime ore, vengano ascoltati anche i sopravvissuti, tra gli operai presenti nella zona di carico delle cisterne e le decine di dipendenti delle ditte circostanti, le cui drammatiche testimonianze sono riportate oggi dai giornali.

Secondo quanto trapela da ambienti investigativi, poco prima dell’incidente, un operatore che era al deposito dell’Eni ha dato l’allarme, pochi secondi dopo si è verificata l’esplosione. Tutto è avvenuto alla pensilina numero 6 dell’area di carico che ne conta 10. Alle 10:21 e 30 secondi, questa l’orario registrato, un operatore con un pulsante ha dato l’allarme ma in pochi secondi c’è stata la deflagrazione a cui è seguita una catena di esplosioni che ha coinvolto almeno cinque autocisterne. Nel frattempo la procura di Prato ha incaricato due consulenti per svolgere accertamenti per le indagini: si tratta dell’esplosivista Roberto Vassale e del chimico esplosivista Renzo Cabrino. Entrambi hanno tra l’altro già lavorato come periti nella strage di Capaci, inchiesta di cui si è occupato il procuratore di Prato Luca Tescaroli quando era pm a Caltanisetta.

Intanto il mondo del lavoro ha deciso di fermarsi: oggi almeno 500 lavoratori della raffineria Eni di Livorno hanno incrociato le braccia per due ore. Lo sciopero è stato indetto da Fim Fiom Uilm di Livorno e dal Coordinamento Rsu delle ditte dell’indotto: “Lo sgomento – dicono i sindacati – è per quei lavoratori e per le loro famiglie, questa è una guerra silenziosa che sembra non finire mai e suscita interesse sempre solo dopo tragedie come questa. La rabbia perché non si può morire lavorando”. E Cgil Firenze, Cisl Firenze Prato e Uil di Firenze hanno proclamato uno sciopero generale provinciale di 4 ore (a fine turno) per domani, con manifestazione che si terrà a Calenzano dalle 14.30 alle 16.30. Un presidio davanti alla sede Inail di Firenze, in via delle Porte Nuove, è stato indetto per domani alle 10 dai sindacati Usb, Cobas e Cub Firenze.

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