Il 2024 sarà ricordato come un anno buio per i diritti umani, segnato da conflitti devastanti e violazioni sempre più gravi, questo l’allarme per la Giornata mondiale dei diritti umani. Secondo il rapporto della Caritas Italiana sui conflitti dimenticati, ben 52 Stati sono coinvolti in guerre, con un tragico bilancio di 170.700 morti, il più alto dal 2019. Crescono i conflitti ad alta intensità, e con essi la sofferenza di milioni di persone.
La violazione del diritto internazionale- Volker Türk, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, ha denunciato con forza la brutalità di questi eventi durante l’odierna Giornata mondiale dei diritti umani: “Quest’anno è stato segnato da un numero spaventoso di vittime, con un disprezzo totale per il diritto internazionale e per la vita dei civili.” Dai massacri a Gaza e in Libano, alle crisi in Ucraina, Siria, Haiti, Sudan e Myanmar, la situazione appare disperata. Türk ha chiesto un cambio radicale: abbandonare le soluzioni militarizzate e puntare su dialogo, negoziato e mediazione. Ha poi lanciato un appello contro il traffico di armi verso le zone di crisi, definendo “inaccettabile e illegale” l’uso di mine antiuomo e il crescente rischio di armi nucleari.
Ma non è solo il fragore delle armi a minacciare i diritti umani. Türk ha messo in guardia contro un altro pericolo: la disinformazione. “In quest’anno elettorale in molti Paesi, abbiamo assistito a manipolazioni politiche e all’odio verso le minoranze”, ha detto, denunciando leader che alimentano divisioni con richiami a presunti “valori culturali e familiari”, spesso usati per giustificare discriminazioni. Anche Antonio Guterres, Segretario Generale delle Nazioni Unite, ha lanciato un monito: “Questa giornata ci pone di fronte ad una dura verità: i diritti umani sono sotto attacco, che si tratti di diritti economici, sociali, civili, culturali o politici quando un diritto viene violato, vengono violati tutti gli altri. Proteggiamo, difendiamo e sosteniamo tutti i diritti di tutti i popoli”.
Le politiche migratorie – Sos Humanity, nel position paper pubblicato in occasione del 10 dicembre, denuncia la politica di esternalizzazione dei confini nel campo della ricerca e del salvataggio che “porta alla violazione e alla restrizione dei diritti dei rifugiati”. Marie Michel, esperta di politica migratoria, ricorda che “questa politica, finanziata con i soldi delle tasse, è problematica e disfunzionale sotto diversi aspetti: è eccessivamente costosa, mette a rischio lo stato di diritto e porta a gravi violazioni dei diritti umani“. L’Ong accusa l’Unione europea per la violazione dei diritti umani: “In questo modo, l’Ue e i suoi Stati membri si rendono complici di sistematiche e gravi violazioni dei diritti umani contro i rifugiati e i migranti “.
La situazione italiana- In Italia, Rosario Valastro, presidente della Croce Rossa Italiana, ha sottolineato il rischio dell’assuefazione alla sofferenza: “Non possiamo abituarci mai alle immagini di dolore e violenza che arrivano da troppe parti del mondo”. Ha richiamato l’attenzione sull’urgenza di garantire acqua, cibo e cure sanitarie a chi vive nei conflitti, invitando la comunità internazionale a costruire una società più giusta e libera dall’odio. Anche Oxfam ha fatto sentire la propria voce sul rispetto dei diritti umani dei lavoratori, chiedendo alle aziende italiane di assumersi maggiori responsabilità lungo le filiere globali. Secondo Marta Pieri, responsabile Private Sector Engagement, solo il 16% delle imprese ha preso misure concrete per prevenire lo sfruttamento, nonostante gli impegni formali. Con la nuova Direttiva Europea sulla Due Diligence, ha ricordato, rispettare i diritti umani non è solo un obbligo morale ma anche normativo.
Tra i primi a parlare, in mattinata, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ribadito la gravità della situazione, ricordando che “i diritti umani continuano a essere minacciati e violati in diverse parti del mondo. La violenza e gli abusi contro donne, bambini e soggetti fragili sono una realtà quotidiana nei conflitti armati- ha concluso Mattarella- in una congiuntura internazionale caratterizzata da crisi occorre ribadire la necessità della tutela dei diritti di ogni persona, in ogni circostanza”. In un anno così difficile, la Giornata Mondiale dei Diritti Umani è diventata un appello collettivo: fermare la spirale di violenze e ingiustizie è una responsabilità di tutti.