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L’albero di Natale più grande del mondo è a Gubbio: quando nasce e perché è una tradizione

Ogni 7 dicembre gli egubini completano la loro tradizione: accendere l'albero natalizio più grande al mondo

di F. Q.
L’albero di Natale più grande del mondo è a Gubbio: quando nasce e perché è una tradizione

Chilometri e chilometri di luci, fili e spine elettriche che si diramano lungo l’impervio monte Ingino. Nasce così, nel 1981, l’albero più grande al mondo. Una tradizione che a Gubbio è sacra e che dall’anno della sua prima accensione non è mai stata interrotta. Tanto che nel 1991 è perfino entrato nel Guinness World Record.

Fu l’idea di Pierangelo Farneti, illustre egubino, insegnante elementare, noto a tutti con il soprannome di ‘Pacio’, a dare il via alla realizzazione di un maestoso albero natalizio, alto 800 metri. Un primato di cui ancora oggi gli egubini si fregiano in memoria di quel messaggio di pace, gigantesco e luminoso, che Farneti per primo teorizzò, racconta lui stesso, nella notte di Natale del 1955: “Appena sceso dalla corriera alzai gli occhi verso la Basilica del nostro protettore e vidi il monte ovattato da leggere strisce di nebbiolina come si notano su di un albero di Natale. Quella visione, semplicemente stupenda, mi suggerì di allestire, in un prossimo Natale, una decorazione luminosa“, le parole di Pierangelo riportate da La Stampa.

E un’opera di luce fu effettivamente creata, qualche decennio più tardi, dal marmista e scultore di Gubbio Enzo Grilli: una grande stella luminosa posizionata nell’orto della Basilica di Sant’Ubaldo. Non fu proprio come se l’aspettava e l’opera venne presto ribattezzata ‘Stella a Ufo’, in riferimento alla forma circolare e all’uso di fari di automobile recuperati dal demolitore cittadino. Ma l’idea di realizzare un corpo di luci a forma di albero non rimase sullo sfondo. Anzi, fu lo stesso Farneti ad iniziare a pensare a cosa dovesse servire per la sua realizzazione: nove chilometri di cavi, 1350 spine elettrice, centinaia di luci. Un lavoro dalla portata immensa.

Al punto che, lo stesso Pierangelo, quando andò a esporre la sua idea al direttore dell’Enel, quest’ultimo lo liquidò, bollando la sua come un’impresa irrealizzabile: “Esposi quanto avevo in testa: volevo collocare sulle piante un centinaio di damigiane, liberate dai cesti protettivi, contenenti altrettante lampade e quindi la forza occorrente e la possibile spesa”, ricordò Farneti. Ma l’esperimento, sebbene fosse stato in un primo momento bocciato, non fu buttato, anzi, venne recuperato e riproposto da un gruppo di volenterosi, poi ribattezzati ‘Alberaioli’: “Rammento l’elettricista Luigi Monacelli, il Morena, Ontano, Rogari, Giuseppe Gambini “Acquaticcio” ex-portiere del Gubbio, Mario Flamini, altri dell’Enel e della Forestale, infervorati per realizzare l’albero da me sperato”. Furono loro a cambiare le sorti del progetto, quando iniziarono a riunirsi nella bottega di Grilli, diventata ormai il loro quartier generale: si diede così vita al progetto e l’albero venne acceso per la prima volta il 24 dicembre 1981.

Da quel momento, a Gubbio, è diventata una tradizione per tutti i cittadini: l’albero, alimentato da fonti rinnovabili, viene acceso il 7 dicembre di ogni anno per “portare ovunque un messaggio di pace e amore e illuminare il futuro con speranze nuove”. E non sono mancati, negli anni, ospiti illustri, invitati per il giorno dell’accensione: nel 2011 partecipò Benedetto XVI, mentre nel 2014 fu la volta di Papa Francesco.

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