“L’eventuale proroga dello scudo erariale al 30 aprile 2025, che sarebbe prevista dal Dl Milleproroghe approvato dal Consiglio dei ministri di ieri, suscita fortissime perplessità“. L’Associazione Magistrati della Corte dei Conti attacca l’ennesima estensione della norma che limita la responsabilità contabile di amministratori e dipendenti pubblici ai casi di dolo e colpa grave. “Si tratta di proroga generalizzata e non legata ad alcuna circostanza eccezionale, in violazione del dettato della Corte Costituzionale (sent. n.132/2024)”. La misura era stata introdotta in via eccezionale nel periodo pandemico ma da allora è sempre stata prorogata. “Cinque anni di mancato risarcimento dei danni erariali per condotte attive gravemente colpose sono davvero troppi danni non risarciti che resteranno per sempre a carico dei contribuenti“, afferma l’associazione che chiede “una riforma condivisa”, denunciando il “rischio di un vero e proprio scudo tombale”.

Il riferimento è alla proposta di legge a prima firma dell’ex capogruppo di FdI Tommaso Foti, fresco di nomina a ministro in sostituzione di Raffaele Fitto, sulla “riorganizzazione delle funzioni” della magistratura contabile, contro la quale l’Associazione Magistrati della Corte dei conti aveva proclamato lo stato di agitazione. Nei giorni scorsi la conferenza dei capigruppo ha deciso di rinviarne l’esame in Aula alla Camera a gennaio.

La presidente Paola Briguori ricorda: “Stiamo chiedendo da mesi una riforma condivisa, una legge delega che consenta a tutti gli attori coinvolti di sedere attorno a un tavolo, e la decisione di prorogare lo scudo erariale per altri quattro mesi va nella direzione opposta. Il rischio è quello di un vero e proprio scudo tombale. Ci richiamiamo ancora una volta alle parole del Presidente della Repubblica, che ha parlato del ruolo fondamentale della Corte dei conti come garante imparziale della corretta gestione delle risorse pubbliche”.

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