In ottobre la flessione è stata del 3,6% rispetto allo stesso mese del 2023. Il calo interessa tutti i principali comparti
E sono 21. Purtroppo. I mesi consecutivi di calo della produzione industriale italiana. In ottobre la flessione è stata del 3,6% rispetto allo stesso mese del 2023. Il calo interessa tutti i principali comparti. Invariata invece l’attività nei confronti di settembre. Se si toglie l’unico dato positivo, quello del gennaio 2023, il segno meno è fisso da oltre due anni.
Di nuovo, ad affossare l’indice è il comparto dei mezzi di trasporto, che include la produzione di auto, in picchiata del 40%, e che registra nel complesso un crollo del 16,4% su base annua. Ma, come si diceva, il segno meno è ubiquo. Soffre la meccanica, settore portante della nostra manifattura, in flessione del 4%. Scende la farmaceutica (- 2,5%), scende la chimica (- 4,1%) ed arretra pesantemente, di nuovo, il tessile e abbigliamento (- 7,6%).
Legno e arredamento arretrano dell’1,7%. Tra i pochi settori che si salvano dalla Caporetto manifatturiera ci sono l’industria alimentare (+ 3,7%) e, timidamente, l’elettronica (+ 0,3%). Per ora nessun commento dal governo.
“Suscita preoccupazione l’atteggiamento di Confindustria, che di fronte a questo inarrestabile deterioramento del tessuto industriale rimane silente”, osserva Stefano Patuanelli, presidente dei senatori del Movimento 5 Stelle. “Quella della produzione industriale, in calo per il ventunesimo mese consecutivo, è “una fotografia distante anni luce dalle roboanti dichiarazioni della Presidente Meloni che continua a raccontare un paese immaginario, mentre quello reale affonda”, osserva il segretario confederale della Cgil Pino Gesmundo.
“Siamo fortemente preoccupati dalla significativa flessione della produzione industriale registrata a ottobre dall’Istat sia su base mensile sia su base annua. Tanto più perché si tratta di una flessione diffusa in tutti i settori di attività”, si legge in un comunicato della Cna. “Ci appelliamo al governo, prosegue il comunicato, perché metta insieme le forze autenticamente rappresentative del settore, a cominciare dalle Pmi, cui chiedere proposte concrete per invertire la rotta”.