Il giorno dopo la notizia della chiusura delle indagini della procura di Roma sulla morte del giornalista Andrea Purgatori, i figli del giornalista Edoardo, Victoria, Ludovico, hanno scritto una lettera al padre morto il 19 luglio del 2023. “Da quel giorno è passato più di un anno ormai: autopsie, esami, dibattiti, riscontri. Due mesi e mezzo di agonia studiati meticolosamente e riassunti con precisione all’interno di 115 pagine. Il libro sul tuo decesso. Le risposte alle domande che, in tua mancanza, abbiamo posto noi. Risposte pesanti che feriscono il cuore. Le metastasi cerebrali? Mai esistite, ma non solo; perché quelle pagine parlano di molto altro. Una catastrofica sequela di errori (come li avevano definiti i periti del gip, ndr) a imperizia e imprudenza che, oltre a costringerti a una dura terapia inutile, hanno anche e soprattutto ritardato le diagnosi e cure di cui avevi realmente bisogno. Per non parlare della possibile falsità di certificazioni sanitarie necessarie a nascondere il tutto; perché, davvero, non ne vogliamo ancora parlare”.
A rischiare il processo: il radiologo Gianfranco Gualdi, il suo assistente Claudio Di Biasi e la dottoressa Maria Chiara Colaiacomo, entrambi appartenenti alla sua equipe, e il cardiologo Guido Laudani. Sono i quattro medici che rischiano di finire sotto processo per la morte del giornalista Andrea Purgatori avvenuta a Roma nel luglio del 2023. Tutti e quattro lo ebbero in cura. La Procura della Capitale ha chiuso l’indagine a loro carico, sono tutti accusati di omicidio colposo, e contesta “imperizia, negligenza e imprudenza” nelle cure del giornalista morto a causa di una endocardite infettiva
Nella missiva i tre figli, assistiti dall’avvocato Alessandro Gentiloni Silveri, ricordano l’inizio del calvario. “Più di un anno fa ci hai detto ‘mi sento fiacco’, e da un commento alla leggera è iniziato tutto. Hai provato a risvegliarti da questo incubo affidandoti a dei professionisti. Degli amici. D’altronde, sono i migliori medici delle migliori cliniche della capitale, ci dicevi. Cosa potrà mai andare storto?”. E ancora: “Cominciano le cure, ma invece di migliorare, la tua salute peggiora – scrivono -. Poi, verso la fine, un dubbio. Un parere medico che discorda da tutto ciò che fino a quel momento è stato dato per scontato. Quando te l’abbiamo condiviso hai sbuffato. E gli amici che ti curavano, continuavano ad assicurarti che senza ombra di dubbio la loro diagnosi era quella corretta. Così l’uomo che per il bene del prossimo ha fondato la sua carriera sulla ricerca della verità, nel momento in cui si è trovato protagonista del suo stesso caso, ha voluto fidarsi”. “Inizialmente ci hai fatto arrabbiare. Ma provando ad immedesimarci, nell’affrontare la morte, attanagliati dalla paura, chi non si sarebbe fidato? D’altronde, erano i migliori medici delle migliori cliniche della capitale. Cosa potrà mai andare storto?”, aggiungono.
Dal canto suo il legale esprime “soddisfazione per il lavoro svolto dalla Procura che in un tempo molto breve ha assicurato delle perizie di altissimo livello che hanno confermato punto su punto la denuncia dei familiari di Purgatori”.