Oggi la Corte d’appello di Milano ha lievemente ridotto la pena da 16 anni e 5 mesi a 14 anni e 5 mesi per Tiziana Morandi
Era accusata di aver raggirato, dopo averli contattati sui social, narcotizzato con benzodiazepine e poi rapinato nove uomini tra 27 e 83 anni. Oggi la Corte d’appello di Milano ha lievemente ridotto la pena da 16 anni e 5 mesi a 14 anni e 5 mesi per Tiziana Morandi, 49 anni, la cosiddetta “Mantide della […]
Era accusata di aver raggirato, dopo averli contattati sui social, narcotizzato con benzodiazepine e poi rapinato nove uomini tra 27 e 83 anni. Oggi la Corte d’appello di Milano ha lievemente ridotto la pena da 16 anni e 5 mesi a 14 anni e 5 mesi per Tiziana Morandi, 49 anni, la cosiddetta “Mantide della Brianza”. La donna è in carcere dal luglio 2022, a seguito dell’inchiesta dei pm di Monza Carlo Cinque e Marco Santini e dei carabinieri, e rispondeva di una ventina di capi di imputazione, per reati che vanno dalla rapina all’incapacità procurata fino alle lesioni. Secondo l’accusa prima avveniva un contatto tramite i social poi l’appuntamento a casa per un massaggio. Quindi, la donna offriva qualcosa da bere ai clienti, che poco dopo venivano presi da un’improvvisa sonnolenza. Al risveglio, ore dopo, si ritrovavano con meno soldi nel portafogli.
La Procura generale di Milano aveva chiesto la conferma della condanna emessa in primo grado dal Tribunale di Monza, nel dicembre 2023. La sostituta pg di Milano Maria Pia Gualtieri, nel suo intervento davanti ai giudici della III penale della Corte d’Appello, alla presenza anche dell’imputata, ha parlato della sua “indole menzognera”.
All’inizio dell’udienza Morandi aveva voluto depositare dichiarazioni spontanee, lette dai giudici, nelle quali, in sostanza, la donna sostiene che “il Covid” l’aveva resa una “persona molto sola”, che si era tuffata nel mondo dei social “anche per fare dei massaggi e arrotondare dal punto di vista economico“. Molti, ha aggiunto, “si sono candidati come cavie per i miei massaggi, con alcuni ero impaurita, volevano qualcosa di diverso e ad ogni mio rifiuto seguiva un invito ad uscire da casa mia. Alcuni rifiuti venivano accolti, altri meno”.
Non ha mostrato alcun “segnale di resipiscenza, nemmeno nelle dichiarazioni di oggi”, ha affermato la pg, e “in quelle parole c’è solo un riferimento al disagio di tutti gli italiani in quel periodo”. Nella scorsa udienza, tra l’altro, si era saputo che erano in corso trattative per risarcire uno degli uomini caduti nella sua “rete”, l’unico che si è costituito parte civile nel processo, il più giovane. Trattative tra la legale di parte civile, l’avvocata Barbara Giulivi, e il difensore Angelo Leone che non sono andate a buon fine. “Anche questo mancato accordo ci mostra che l’imputata prosegue nel suo trattamento manipolatorio”, ha spiegato la pg. La difesa puntava, invece, su una richiesta di perizia psichiatrica,