La titolare dello studio di ristrutturazione Milano Abita commenta la situazione abitativa meneghina in una lunga intervista al Corriere della Sera
Aveva fatto discutere, e non poco, l’appartamento da 14 metri quadri affittato a Milano da un’agenzia immobiliare, VoglioCasa, del quale è proprietario la star dei social Gian Maria Tirrico. Ma prima ancora dell’agenzia che affitta il monolocale, c’è l’azienda che lo ristruttura, Milano Abita, e, questa volta, a commentare la vicenda è la sua titolare, l’architetto Martina Margaria che al Corriere della Sera si riconosce il merito del ‘gioiellino’ da 14 metri quadri. “Siamo specializzati in progettazione e ristrutturazione di mini-appartamenti, lo abbiamo acquisito 10 anni fa e ristrutturato con finiture di pregio, alla stregua di quanto avviene da anni nel micro-living a New York, Parigi e Tokyo. Poi lo abbiamo rivenduto, come tutti gli immobili del nostro portafoglio. C’è un grande studio dietro una ristrutturazione simile, tutto deve combaciare al millimetro“, spiega la 52enne.
Diversi gli interventi operati per ristrutturare il monolocale. “Abbiamo ristrutturato il bagno con rivestimenti in marmo Verde ming, molto raro e di pregio, proveniente dalla Cina e dal Pakistan. Abbiamo modificato gli impianti, sostituito il lucernario, rivestito i pavimenti in parquet naturale, messo tende in seta e installato una lavatrice compatta. Il costo? Circa 35 mila euro, i lavori non hanno superato le tre settimane. Il prezzo è anche dovuto alla necessità di alternare gli operai, perché in spazi così ristretti si può lavorare in contemporanea massimo in due”, commenta Margaria.
Spinoso, invece, il nodo relativo ai requisiti di abitabilità, per cui la legge prevede che “per un monolocale di nuova costruzione il limite sia di 28 metri quadri. Con il decreto Salva-Casa il limite si è abbassato a 20 e l’altezza minima del soffitto sia scesa da 2,70 a 2,40 metri. Attenzione però: questo vale solo per i vecchi immobili a uso commerciale riconvertiti a uso abitativo, previo pagamento di una sanatoria che non supera i mille euro”, sottolinea la titolare dello studio. Che, però, ricorda che “la norma, va da sé, non è retroattiva: tutte le case più piccole che avevano a suo tempo ottenuto l’abitabilità rimangono a norma”.
Non è importante, quindi, la dimensione, quanto l’appetibilità. Ed è qui che si rende necessario l’intervento dello studio di ristrutturazione: “La caratteristica principale? Deve stupire il cliente, fargli superare la barriera dello spazio angusto offrendo luminosità e soluzioni di design. 14 metri di spazio in uno yacht sarebbero un lusso”, commenta ancora Margaria. Il problema riguarda l’esplosione dei costi degli affitti di Milano, tanto che “per una stanza in un tugurio condiviso in periferia si arrivano ormai a spendere anche 800 euro. Tanto vale a questo punto avere uno spazio moderno in centro dove godere della propria privacy, pagando la stessa cifra”.
Ma chi vorrebbe vivere in uno spazio tanto angusto? Il profilo del cliente ideale lo tratteggia l’esperta: “Gente che la casa la vive poco: il tempo della colazione, di una doccia, dei pasti e del riposo notturno. Studenti universitari, in primis, ma anche molti professionisti della settimana corta. Poi, ovviamente, tutti coloro che desiderano effettuare un investimento immobiliare”, conclude.
(Foto: Canale YouTube/Il Design Quotidiano)