Televisione

Ballando con le polemiche, o forse erano le Stelle? Il ‘caso Mariotto’ e come (forse) finirà

Milly Carlucci fa pendere la bilancia sulla bagarre, sapientemente, rettrice totale, "divide et impera", detta in latino non americano

Ballando con le polemiche, o forse era stelle? Un lapsus banalmente cercato, perché se è vero che le stelle ci sono, più o meno luminose, e che si balla davvero, mai come in questa edizione la polemica e il gossip fanno da comprimari. Milly Carlucci fa pendere sapientemente la bilancia sulla bagarre, rettrice totale, “divide et impera“, detta in latino non americano.

D’altronde, vedere i vip che ballano è affascinante ma non certo per cinque ore di fila: lì diventa tormento, agonia, una punizione autoinflitta. Se invece le cinque ore sono infarcite di polemiche, diatribe, misteri, dialoghi sul filo, allora (forse) si può vincere anche il sonno. Ballando con Le Stelle, talent e reality insieme, è nel suo anno d’oro non solo per gli ascolti ma anche per quanto se ne parla. Sui social, sui siti, al banco del macellaio, che faccio, lascio? Ed è un bene che, se di tv si deve parlare, si parli di questo: Ballando è uno show ben fatto, godibile, uguale a se stesso nella forma ma con un contenuto che spinge sempre di più verso i social e verso la forma reality. Primo motivo di successo, la scelta del cast: ogni anno, Camilla Patrizia Carlucci supera se stessa e così in questa edizione. Poi c’è la giuria. Intoccabile la regina, Selvaggia Lucarelli, che sì, è anche una firma di questo giornale ma nessuno che abbia cognizione del tema può parlare di ‘opinione di favore’ quando si scrive che, senza di lei, il programma perderebbe un buon 50% di appeal: va di fioretto, è pungente, a volte crudele ma sempre sul pezzo e con grande consapevolezza del contesto. Intoccabile anche Carolyn Smith, per competenza e per cuore (col). Zazzaroni e Canino che ci vuoi fare, si potrebbero cambiare ma lo sforzo rischia di non valere il risultato.

E infine, Guillermo Mariotto. Non si parla che di lui, da giorni. Perché, per volontà o per teatro, durante l’ultima puntata dello show ha fatto una specie di mossa del giaguaro: finita l’esibizione di Amanda Lear, sua cara amica, se n’è andato dietro le quinte per non tornare più. Il motivo non si sa, prima sembrava un malessere, poi lui stesso ha parlato di un problema di lavoro. In un video del backstage diventato subito virale, si vede la mano del giurato-stilista sfiorare le parti intime di un ballerino, ed ecco l’intervento della senatrice di Fratelli d’Italia, Susanna Donatella Campione, componente della Commissione Giustizia, sulla presunta molestia.

Milly Carlucci prende subito le difese di Mariotto (“è stato un incidente”), il ballerino coinvolto che sostiene di essersi “messo a ridere”. La conduttrice precisa che “Mariotto è Mariotto, pieno di colpi di scena. Se penso a lui penso a Willy Wonka, ha un mondo speciale. Però quello che è successo è molto grave: ha abbandonato lo studio di un programma importante di Rai 1, non la mia festa di compleanno. Nelle prossime ore dovremo parlare con la Rai e capire che fare”. Insomma, abbandonare lo studio, questo è il vero fattaccio, dice.

Che si fa? A spanne nulla. Mariotto torna, Carlucci spiega, la share sale. Mariotto è sempre lui, non da una settimana, sul filo ma non da cucito, semmai quello del rasoio, un filo che quando si spezza può far cadere nel cattivo gusto, nell’esagerato, nel nonsense. Una scheggia impazzita più che una spina nel fianco che, dai che ridai, colpisce un po’ tutti, trascende dal ruolo di giurato e diventa terrore, caso mediatico, oltraggio. Fa bene al programma? Difficile dirlo in giorni in cui non si parla che di questo. I concorrenti, mai come in questa stagione, devono affrontare prove estenuanti, esibizioni, giudizio e una tensione sempre più debordante, da gara di ballo a lotta nel fango e ritorno. E nello spettacolo, più che gli scarpini, a volte servirebbe l’elmetto (mediatico, si intende). Ballando con Le Stelle ha bisogno di queste girandole polemiche? Sì. Ballare stanca ma, detto tutto, sembra la cosa più facile.