I colpi di testa aumentano nei calciatori di tre volte e mezzo la probabilità di morire di malattie neurodegenerative rispetto alla popolazione normale: è il risultato di una ricerca condotta dal professor Willie Stewart dell’Università di Glasgow. Gli studi hanno dimostrato che altri fattori, come quelli legati allo stile di vita – alcol, fumo, diabete e pressione sanguigna –, non incidono sul rischio di demenza come si pensava. Nel Regno Unito, gli studi sull’argomento sono stati sollecitati dal numero consistente di ex giocatori scomparsi a causa di Alzheimer e CTE, l’encefalopatia traumatica cronica. Il caso più eclatante riguarda la nazionale inglese campione del mondo nel 1966, con ben cinque vittime: Bobby e Jack Charlton, Martin Peters, Ray Wilson e Nobby Stiles.
“In passato, si sospettava che questi decessi nel calcio fossero correlati anche ad alcol, fumo, diabete o pressione sanguigna – le parole del professor Stewart -. I dati della nostra ricerca ci dicono invece che questi fattori non impattano. Il vero problema di demenza è legato ai traumi cranici e agli impatti della testa: non solo nel calcio, ma anche nel rugby e nella boxe. L’encefalopatia traumatica cronica è una malattia degenerativa progressiva che si riscontra solo nelle persone con una storia di traumi cerebrali ripetuti”. Studi precedenti di Stewart avevano rivelato che a rischiare di più sono gli ex difensori, poi gli attaccanti. Non solo: margini di rischio ancora superiori per i giocatori che hanno avuto una carriera lunga.
Pubblicato sulla rivista medica Jama Network Open, lo studio ha analizzato le cartelle cliniche di 11.984 ex calciatori professionisti e di 35.952 individui corrispondenti, appartenenti alla popolazione generale della Scozia. I risultati della ricerca saranno sicuramente impugnati ora da un gruppo di famiglie, tra le quali i parenti di Nobby Stiles, che hanno avviato un’azione legale contro le autorità calcistiche. Stiles è morto il 30 ottobre 2020, all’età di 78 anni, dopo aver sofferto di cancro alla prostata e di demenza a causa di un’encefalopatia traumatica cronica, provocata dai ripetuti colpi di testa di palloni da calcio. Il cervello di Stiles è stato donato per la ricerca allo studio FIELD del professor Stewart.
La principale attivista della campagna Head Safe Football, Judith Gates, ha scritto alla segretaria alla Cultura Lisa Nady del Regno Unito per chiedere che colpire il pallone di testa venga dichiarato un problema sanitario nazionale, al fine di salvaguardare la sicurezza dei giocatori in futuro. Anche il marito di Gates, Bill, ex difensore del Middlesbrough, è morto nel 2023, all’età di 79 anni, a causa di un’encefalopatia traumatica cronica. Un ex calciatore della Premier, Steve Howey, 53 anni, ex Newcastle, Manchester City, Leicester e Bolton, 4 presenze con la nazionale inglese, tra i promotori dell’azione legale, si è sottoposto a esami specifici che hanno evidenziato un declino cognitivo: “A volte – ha raccontato alla Bbc –, quando colpivo la palla di testa, la vedevo nera e mi chiedevo ‘dove sono?’. Dopo un paio di secondi, recuperavo la normalità, ma ora mi trovo a fare i conti con questi problemi. La memoria sta cominciando a perdere colpi e sono davvero preoccupato”. Diversi ex giocatori, tra cui l’ex attaccante dell’Inghilterra Gary Lineker, hanno chiesto in passato il divieto assoluto di colpire di testa durante l’allenamento.